Castiglioncello e la Pasqua che non c'è, video viaggio sulla costa in zona rossa

Poca gente e locali aperti ma deserti: "Noi commercianti siamo allo stremo. Un abitante di Cecina non può venire qui ma paradossalmente può andare alle Canarie"

Castiglioncello nel giorno di Pasqua (Acerboni / FotoCastellani)

Castiglioncello nel giorno di Pasqua (Acerboni / FotoCastellani)

Castiglioncello (Livorno), 4 aprile 2021 - Splende un sole amaro sulla Pasqua di Castiglioncello. "Lo vedi non passa una persona!" esclama tagliente Martino, titolare del bar Oasi. Sarebbe stata un giornata splendida, il test per la stagione estiva, purtroppo però a causa delle attuali restrizioni nazionali e regionali, anche questa domenica di Pasqua 2021 presenta nuovamente uno scenario di tristezza e amarezza. Contrastato con forza dalla tenacia, e dalla dedizione per il proprio lavoro, degli esercenti che hanno potuto aprire i loro locali.

Praticamente azzerata la presenza di turisti, poche le presenze anche di quelli che avrebbero avuto le carte in regola per recarsi alla loro seconda casa. Bar, ristoranti e gelaterie costretti ad affrontare questa giornata, che sarebbe stata il preludio della stagione estiva, come un normale giorno da zona rossa. Con qualche eccezione sia in positivo che in negativo: per chi oggi, visto il giorno di festa, ha ottenuto maggiori prenotazioni d'asporto, per il medesimo motivo c'è chi perde anche la clientela fissa dei lavoratori.

"Stiamo riscontrando il trend dei normali weekend - afferma Romeo Gatti titolare dello storico Caffè Ginori in piazza di Castiglioncello - Hanno posto queste limitazioni maggiori per Pasqua, ma con i modi sbagliati: il giorno prima con ordini in corso. A cose normali la mattina di oggi avremmo avuto i tavoli al completo con l'organico personale a pieno e al collaudo per il periodo estivo con circa quaranta dipendenti. Invece adesso siamo due di famiglia e uno al banco. Anche non poter offrire l'utilizzo dei servizi igienici la ritengo una cosa grave, sia dal punto di vista pratico che per il rispetto della dignità della persona. Per non parlare dei ristori promessi - ha continuato Gatti - per 450mila euro di mancato incasso, me ne toccano 12mila. Mi sembra una barzelletta. Paradosso ancora più grande la possibilità dei viaggio all'estero. Senza lavoro non si campa. Quindi: lavoro in sicurezza e essere intransigenti verso chi non rispetta le regole. Non possiamo pagare ancora e solo noi".

Situazione non splendida anche per la gelateria La Veneta dove Marco Betti, come tutti i giorni dopo aver preparato il suo gelato, ha spalancato le porte per accogliere i clienti. "A quest'ora ci sarebbe stata tanta gente a giro - afferma Betti - asporto e delivery da noi funzionano poco per via del noatro potenziale di utenti: si lavora con le passeggiate e con il mare, come tutti i posti turistici. A cose normali saremmo stati in sei persone più me a lavorare. Adesso siamo in due, ma potrei anche far da solo - ha continuato il gelataio per poi guardare alla situazione aiuti - "con Conte qualche ristoro si è visto, le prospettive di oggi, con Draghi, non son buone per nulla. Fortuna che le realtà del mare almeno hanno lavorato d'estate, ma ritrovarsi dopo un anno punto e a capo demoralizza. E purtroppo ci sono anche dei grandi controsensi: un cliente di Cecina non può venire a mangiare il gelato da me, ma può andare alle Canarie a far la solita cosa". Tenue soddisfazione, contornata dal rammarico, per il ristorante Lo Scolapasta.

"Se avessimo potuto lavorare a pieno ritmo, sarebbe stato un grande successo lavorativo - ha commentato Michele Maltinti, Chef del ristorante - quest'anno, a differenza dello scorso, possiamo lavorare anche con l'asporto e fortunatamente abbiamo avuto un sacco di richieste non solo da persone locali ma anche da Cecina o da Livorno. Se la ristorazione fosse stata aperta, con questa bella giornata, sarebbe stata una grande Pasqua".