Cig, cambia tutto in nome dell’efficienza. La Toscana: "Bene così, ora soldi diretti"

Nuove modalità col "decreto Maggio". L’Inps: "Massima collaborazione istituzionale". Ma Forza Italia attacca: "La burocrazia finora ha tenuto in ostaggio le pratiche"

L'assessore Cristina Grieco

L'assessore Cristina Grieco

Firenze, 15 maggio 2020 - "Bene il decreto Rilancio, che ha recepito i suggerimenti delle Regioni sullo snellimento delle procedure della Cassa integrazione in deroga". Lo sottolinea l’assessore al lavoro della Toscana Cristina Grieco. "L’obiettivo è stato quello – spiega l’assessore – di individuare un meccanismo che possa far arrivare nel più breve tempo possibile i soldi a chi ne ha diritto. Le Regioni hanno ancora una volta dato prova di pragmatismo". Le ulteriori nove settimane di cassa ora previste dal decreto saranno richieste,  autorizzate ed erogate direttamente da Inps. Le aziende che hanno la necessità di ricorrere alla Cig in deroga oltre le prime nove settimane già accordate dovranno fare domanda esclusivamente all'Inps. E l'Inps avrà 15 giorni per autorizzare le domande e anticipare subito il 40 % delle ore autorizzate. Al restante 60 % provvederà quando avrà ricevuto la documentazione.  

Ma quanti problemi ci sono stati finora. Oltre novantamila lavoratori toscani attendono ancora i soldi della 'cassa'. E la polemica è scoppiata.  Dopo l'intervista alla Nazione della direttrice dell'Inps Toscana Cristina Deidda in Regione sono andati su tutte le furie. E hanno snocciolato numeri e tabelle per dimostrare che il nodo non era negli uffici toscani. Pagamenti in ritardo? “Non si può certo dare la colpa alla Regione – contrattacca l’assessore al lavoro della Toscana  Cristina Grieco – Da parte nostra si è fatto tutto quello che si doveva fare e velocemente. Anzi, la Toscana è stata tra le prime Regioni in Italia a completare l’istruttoria”.

LA CIG IN DEROGA REGIONE PER REGIONE (clicca qui)

La Regione Toscana si difende con i numeri alla mano. Al 10 maggio aveva autorizzato e trasmesso all'Inps 34.381 domande. “Di fatto – sottolinea Grieco – tutte quelle che sono pervenute, salvo poche che non avevano i requisiti ed altrettante poche sospese, in attesa di integrazioni richieste alle aziende. Ora autorizziamo le nuove richieste che ci arrivano addirittura in tempo reale.” Sono 37.637 quelle fino ad oggi pervenute e 96.629 i lavoratori coinvolti.

Il 10 maggio, su 34.381 domande autorizzate e trasmesse ad Inps, l'istituto di previdenza toscano aveva acceso il semaforo verde per 27.982 e ne aveva pagate 3.235, con 6.025 lavoratori interessati. In Veneto, con un numero di domande trasmesse dalla Regione quasi identico, quelle pagate sono state un po’ più di novemila.

Abbiamo inviato le prime il 7 aprile – ricostruisce l’assessore - e in meno di tre settimane, fino al 27, oltre 32 mila, l’80 per cento di tutte quelle arrivate. Quelle che mancavano le abbiamo istruite la scorsa settimana. In poche settimane i nostri uffici hanno smaltito una mole di lavoro pari a quella trattata in un anno nella scorsa edizione della deroga”.

Il problema del ritardo, per l’assessore, non sta dunque negli uffici della Regione, dove i dipendenti hanno lavorato da remoto ed anche nei giorni festivi per accelerare il più possibile i tempi. “Il problema, semmai, è costituito dalla procedura: complicatissima – dice –, fatta di troppi passaggi e adatta a ‘tempi di pace’, non certo a ‘tempi di guerra’ come quelli che stiamo vivendo a causa dell'emergenza sanitaria in corso”. “Lo strumento – chiarisce ancor meglio Grieco – era inadeguato, tant’è che nel decreto “Rilancio” la procedura è stata semplificata con accordo tra Regioni e Stato”.

"Abbiamo sempre evitato di scadere in un odioso ‘scaricabarile’ di responsabilità - commenta Grieco - , ma non possiamo non rivendicare di essere la Regione più virtuosa. Non è accettabile che questo venga messo in discussione: parlano i dati ufficiali Inps". La Toscana ha cercato di velocizzare anche il rapporto con le banche: "Abbiamo firmato  – conclude l’assessore - fin dal 14 aprile con venticinque banche, le più diffuse sul territorio, un accordo che consente al lavoratore di ricevere un anticipo, fino a 1400 euro (ovvero circa due mensilità), senza spese e a zero interessi. Un accordo migliore di quello nazionale ed ora l’intesa è stata estesa anche a Poste Italiane".

 Al nostro giornale la direttrice Inps Toscana Cristina Deidda aveva spiegato che nel mese di maggio tutti i pagamenti sarebbero arrivati: "Non ritengo corretto processare l’Istituto. La parte più consistente dei provvedimenti, circa 30.000, sono stati trasmessi dalla Regione dal 27 aprile e sono pervenuti all’Inps dal 30 aprile in poi. Si tratta di più di 35mila provvedimenti, che interessano oltre 90mila lavoratori e dal 1° maggio abbiamo lavorato tutte le richieste di cassa integrazione in deroga approvabili. Adesso aspettiamo i modelli SR41 dai datori di lavoro o dai loro intermediari per procedere ai pagamenti. I nostri uffici hanno lavorato giorno e notte e anche nei festivi".

Non sono mancate le critiche. In campo Maurizio Marchetti, capogruppo in consiglio regionale di Forza Italia: "In questa emergenza inedita per sostenere lavoratori e imprese servivano strumenti nuovi. Invece le sinistre di governo nazionale e regionale non hanno avuto coraggio e si sono affidate a uno strumento complesso come la cassa integrazione. Così le burocrazie regionali hanno tenuto in ostaggio le pratiche fino al 1 maggio. Lo dice l'Inps".