Carnevale di Viareggio 2023, politici giù dai carri. La bimba soldato è il segno dei tempi

Simbolo di ribellione contro la guerra, la violenza e l’oppressione. La satira vira contro l’Onu monolite immobile

La bambina soldato realizzata da Alessandro Avanzini

La bambina soldato realizzata da Alessandro Avanzini

Viareggio, 25 gennaio 2023 - Tra pagliacci e cantastorie, tra sciamani e clochard è difficile imbattersi in un politico. Neppure di cartapesta. Neppure a Viareggio. Che negli anni aveva elevato la satira politica a forma d’arte. Proprio Viareggio si appresta a festeggiare i 150 anni del suo rinomato Carnevale nato nelle viuzze della città vecchia e poi approdato nei grandi viali a mare. Ma festeggerà il prestigioso traguardo mettendo da parte la satira politica, tratto distintivo almeno negli ultimi 60 anni, delle sue sfilate allegoriche.

Resterà pertanto deluso chi si aspetta di potersi imbattere in Giorgia Meloni o Vladimir Putin abilmente caricaturati in proporzioni gigantesche. E’ proprio quello che non c’è che colpisce l’occhio di chi ha fatto un giro nella Cittadella, il luogo magico dove nascono i carri del Carnevale viareggino. Sono scelte, probabilmente, figlie dei tempi: e così per una satira politica che scende dal carro, ci sono altri temi che invece salgono. L’effetto guerra, ad esempio, e i timori per la salute del nostro ambiente, hanno condizionato e non poco l’umore dei carristi.

Alessandro Avanzini, uno dei tanti figli d’arte di questo magnifico carrozzone del divertimento, già da un po’ di tempo si è, per così dire, smarcato dal padre Silvano che invece fu il primo, nel lontano 1960, a prendersi gioco dei politici. Lui, Alessandro, si affida a una bambina-soldato (dalla statura gigantesca): indossa una tuta mimetica, ha lo sguardo impaurito di ogni bambino che vede la guerra; "ma è poi lei – suggerisce l’autore – a ribellarsi e a far capovolgere la situazione". A far finire questa guerra, insomma, arrivando dove l’Onu invece fallisce. Sul carro dei fratelli Cinquini il palazzo dell’Onu è un monolite, fermo e inerme di fronte all’evoluzione della specie. E così un enorme gorilla può imporre indisturbato la sua legge. Quella della forza bruta e della violenza, quella dell’oppressione e delle prepotenza. Quella che subiscono le donne in Iran, ad esempio, o il popolo ucraino.

E proprio per far cessare l’aggressione russa, si affida a una macumba Luigi Bonetti, non figlio, ma nipote d’arte visto che il nonno Uberto era il disegnatore che inventò la maschera di Burlamacco oltre 90 anni fa. Lo stesso Burlamacco che viene raffigurato oggi come una sorta di Noè che insieme a Ondina allestisce una barca per portare in salvo il poco di buono che ancora si vede in giro. Destinazione Pianeta Terra 2.0 immaginato da Fabrizio Galli (altro figlio d’arte) insieme alla figlia Valentina che già studia per proseguire l’attività sulle orme del padre. Con Burlamacco lontano dalle miserie di questo pianeta, dove resta invece modellato da Roberto Vannucci (arte imparato al baraccone di papà Carlo) un gigantesco clochard che suona il violino: io sono nessuno è il titolo, come per dire che quel clochard potrebbe essere ognuno di noi.

Che cosa resta nel fantasioso mondo del Carnevale? E’ la domanda che si pone la famiglia Lebigre-Roger. E la risposta è quella di ridere. Come un pagliaccio. Ridere per non piangere. Ridere per far finta di essere sani, come diceva Dario Fo che proprio qui a Viareggio trovò una sua dimensione collaborando a realizzare un carro: guarda caso contro la guerra, contro le mine antiuomo. Lui, il premio Nobel ci vedeva lungo e già 25 anni fa (di tanto parliamo da quando disegnò il suo bozzetto) anticipava allora i temi che poi i costruttori viareggini stanno realizzando adesso.