Firenze, a Careggi nasce la Family Room McDonald

L’obiettivo, come spiegano il presidente della Fondazione Nicola Antonacci e la vicepresidente Luisa Adami, è “tenere la famiglia vicina quando la cura è lontana”

Family Room McDonald, l'inaugurazione a Firenze

Family Room McDonald, l'inaugurazione a Firenze

Firenze, 22 dicembre 2022 - Uno spazio accogliente nel cuore dell’ospedale dedicato alle famiglie dei bambini malati, ricoverati nel reparto di terapia intensiva neonatale, e alle mamme con gravidanza a rischio. Con un obiettivo importante e prezioso: “Tenere la famiglia vicina quando la cura è lontana”. È la nuova Family Room di Firenze che servirà i reparti di terapia intensiva neonatale e neonatologia, parte del Dipartimento materno infantile dell’Azienda ospedaliero universitaria Careggi, che conta il più alto numero di nascite e di ricoveri per neonati con bassa e bassissima età gestazionale della Regione Toscana. Oggi, 22 dicembre, l’inaugurazione con Nicola Antonacci, presidente di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald, Simone Bezzini, Assessore regionale al Diritto alla Salute, Sara Funaro, assessore al Welfare del Comune di Firenze. Con loro Rocco Donato Damone, direttore generale di Careggi, il professore Felice Petraglia, direttore del Dipartimento Materno-Infantile e il professore Carlo Dani, direttore della Terapia Intensiva Neonatale della Maternità.

Con la partecipazione di Fiona May come madrina. All’interno della Family Room di Fondazione verranno accolte le famiglie dei piccoli pazienti ospedalizzati e le mamme con gravidanza a rischio. La Family Room è grande 215 metri quadrati e conta 3 camere dove accogliere i suoi ospiti; un’ampia zona living con cucina attrezzata e un’area dedicata allo smartworking. Un progetto curato nei minimi dettagli e arricchito da opere di arte terapia, dove i genitori possono prendere una pausa dalle ore passate in reparto e condividere con altre famiglie le fatiche e le speranze del percorso che stanno affrontando, senza allontanarsi dai propri bambini. Si stima che saranno oltre 1.000 le famiglie ogni anno che beneficeranno del servizio della nuova Family Room Firenze. La Ronald McDonald Family Room Firenze si aggiunge alla Casa Ronald già presente in città. Qui, dal 2013, anno dell’apertura, sono state ospitate quasi 1.500 famiglie: un servizio prezioso messo a disposizione della comunità, attraverso cui Fondazione cerca di rispondere anche ai bisogni che emergono dal sempre più significativo fenomeno della migrazione sanitaria.

Solo nell’ultimo anno, sono oltre 200 le famiglie che hanno trovato accoglienza presso Casa Ronald Firenze, più di 420 persone in totale provenienti per circa il 32% dalla Toscana e, per il restante 68%, da altre 16 regioni italiane, tra cui Sicilia, Umbria e Calabria o da altri paesi europei. La Ronald McDonald Family Room Firenze va ad aggiungersi alle tre già presenti sul territorio italiano, quella di Milano, struttura aperta nel dicembre 2020 presso l’Ospedale Niguarda, quella di Bologna all’interno dell’Ospedale S. Orsola e la struttura di Alessandria, nell’Ospedale Infantile Cesare Arrigo.

Oltre alle Family Room la Fondazione gestisce 4 Case Ronald, in collaborazione con ospedali pediatrici d’eccellenza. Da oltre vent’anni Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald, attraverso le sue strutture, si pone al fianco delle realtà ospedaliere pediatriche d’eccellenza in Italia e nel mondo e si impegna affinché bambini e adolescenti gravemente malati e in condizione di disagio possano affrontare nel migliore dei modi il periodo di terapia, e affinché le relative famiglie possano essere supportate e coinvolte attivamente nella cura e nell’assistenza dei propri piccoli. Dal 2007 - dall’apertura della prima Casa Ronald in Italia – le strutture di Fondazione hanno permesso di accogliere quasi 50.000 bambini e famiglie, per oltre 250.000 notti in totale. A spiegare nel dettaglio il progetto fiorentino sono Nicola Antonacci, Presidente Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia (nonché Licenziatario McDonald’s) e Luisa Adami, Vicepresidente Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald Italia (nonché General Counsel & Franchising Director Italy presso McDonald's). Presidente Nicola Antonacci, come nasce il progetto della Family Room e che benefici ha per le famiglie dei piccoli pazienti? “La Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald è presente in Italia da oltre vent’anni, nel mondo dal 1974 in oltre 60 paesi. Sono sette i programmi di accoglienza ad oggi in Italia, di cui quattro case e tre Family Room. Le Case Ronald si differenziano dalle Family Room essendo ubicate nelle vicinanze degli ospedali pediatrici tra i più importanti d’Italia, a differenza delle Family Room che sono invece dei veri e propri appartamenti ubicati all’interno dei reparti pediatrici degli ospedali più importanti del nostro Paese, tra i quali appunto Careggi. I benefici delle Family Room sono diversi: intanto i bambini possono accedere alle cure mediche avendo vicino le proprie famiglie, e il beneficio maggiore è appunto questo: che i genitori possono stare vicino ai propri piccoli. Il concetto della nostra accoglienza è legato allo stare insieme in un momento traumatico, quale appunto quello della malattia di un bambino. Ricreare in un ospedale il calore di una vera casa, può aiutare le famiglie ad affrontare il periodo dell’ospedalizzazione del proprio bambino, sostenendosi a vicenda. Lo facciamo cercando di seguire il modello di cura del Family Centered Care, che vuol dire riconoscere e mettere la famiglia al centro della cura, che ne diventa un attore principale” Vicepresidente Luisa Adami, cosa la spinge, a livello personale, a occuparsi di progetti come questo che guardano al sostegno delle famiglie in momento delicato come l’ospedalizzazione del proprio bambino? “Io sono manager di McDonald’s, avvocato di estrazione, e nella Fondazione sono ben chiari determinati valori, tra cui quello di essere al servizio della comunità locale. Dopo aver avuto una carriera di business, mi ha spinto il poter mettere le competenze che ho acquisito in questi anni al servizio di un progetto più grande e così importante, che ci rende vicini alla comunità locale. Tutto questo lo faccio sempre con generosità e passione e mi dà una grande soddisfazione, e a Firenze lo faccio con particolare piacere, avendo io radici fiorentine. Mia nonna era fiorentina e parte della mia famiglia vive in questa città. Questo è dunque anche un modo per essere vicino alla mia famiglia. E poi, essendo anche mamma di due figlie, è un progetto che sento tantissimo. Il fatto che, come diceva il Presidente, la famiglia sia al centro della cura, e che noi possiamo mettere al servizio della Fondazione il nostro tempo, le nostre ore, le nostre competenze manageriali, fa parte di un progetto più grande. Anche il mondo del lavoro non può più essere unicamente alla ricerca del valore economico, ma è sempre più alla ricerca del valore sociale, ed è qualcosa che ci rende orgogliosi”. Presidente Antonacci, cosa la spinge a questo impegno solidale, ed entrando nel vivo del progetto, come fanno i beneficiari ad accedere alla Family Room e quali comfort troveranno? “Sono Licenziatario McDonald’s, da oltre 25 anni lavoro nella città di Milano e due anni fa, per volere del nostro fondatore McDonald, ho avuto la gioia, la gratificazione e la soddisfazione personale di essere stato nominato presidente della Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald. Da due anni a questa parte vivo questo ruolo dall’interno, ho avuto modo di apprendere e comprendere i bisogni dell’infanzia che in Italia sono tanti e importanti, e questo fa sì che il nostro impegno verso le famiglie sia forte e sentito. C’è un tema che tengo a sottolineare, perché lo ritengo importante: oltre al dramma e al trauma della malattia di un bambino, che è devastante dal punto di vista umano, c’è anche il tema economico che grava sulle famiglie e queste sono costrette ad affrontare. Sappiamo bene tutti quanto costa oggi poter affittare un appartamento nelle vicinanze degli ospedali, ed è appunto su questo tema di natura economica che noi cerchiamo di dare il nostro contributo. Quanto ai dettagli del progetto, le famiglie trovano nelle Case tutta una serie di servizi e di confort, che vanno dalle grandi cucine alle zone living, di smart working e di gioco per i bambini. Per quanto riguarda gli accessi, questi sono gestiti dagli ospedali”. Vicepresidente Adami, quali sono i punti di forza di questo progetto? “Ho lavorato tanti anni nel settore farmaceutico e con gli ospedali, ma un’organizzazione di questo tipo, che va a completare quella che è l’organizzazione pubblica, che può arrivare fino ad un certo punto, è veramente un valore aggiunto, sia per le famiglie che per gli ospedali stessi. Questa collaborazione forte con gli ospedali ci permette di arrivare dove magari il pubblico non riesce ad arrivare, e fornisce un servizio umano, veramente ‘da famiglia’“. Presidente Antonacci, quanto tempo avete lavorato al progetto fiorentino? “Il progetto nella fattispecie della Family Room di Firenze nasce due anni fa, in piena pandemia. Abbiamo coinvolto aziende esterne e stakeholder - al nostro fianco nel sostegno alla realizzazione di questo progetto di accoglienza – e ci siamo poi impegnati nel creare delle relazioni con le istituzioni cittadine, regionali e con l’ospedale”. Quando incontrate i genitori, c’è un commento di gratitudine che vi è rimasto particolarmente impresso? Presidente Antonacci: “Si viene a creare inevitabilmente un legame importante con le famiglie, con le quali rimaniamo in contatto, ci sentiamo e ci vediamo anche a distanza di anni. Bisogna tener presente che in alcuni casi, a seconda del periodo di degenza del bambino, alcuni genitori stazionano nelle nostre Case per molto tempo. E si viene dunque a creare un legame così forte che, in certi casi, le famiglie diventano esse stesse volontari”. Vicepresidente Adami: “Mi è capitato spesso di parlare con i genitori, soprattutto nella Family Room che abbiamo aperto da poco al Niguarda di Milano, che è la città dove vivo. Ho percepito in loro la gratitudine di non essere soli nei momenti difficili, di trovare un pasto caldo. Queste persone dimostrano di essere grate non solo in quel momento, ma anche dopo, e lo dimostrano anche lasciando dei messaggi. Ricordo di un papà che, dopo le dimissioni e la guarigione del suo bambino, è tornato in una delle nostre Case, e lavorando lui nel settore edile, ci ha aiutato nel fare manutenzione, in segno di riconoscimento per l’ospitalità che gli abbiamo offerto. Solo nel 2021 sono 200 le famiglie che hanno trovato accoglienza presso la Casa Ronald di Firenze. Abbiamo dunque tante occasioni di avere contatti con i genitori, che sono grati e poi tornano a trovarci. Il progetto è bello, coinvolgente e il ‘restituire’ è qualcosa che alla fine sentiamo tutti, sia coloro che operano nel terzo settore che le famiglie, ed è per questo che ritornano”. Ritenete che questa Family Room, che apre dopo il Covid, possa rinsaldare i legami che la pandemia ha spezzato nei reparti degli ospedali? Presidente Antonacci: “Assolutamente sì, e ne abbiamo esperienza nella precedente apertura della Family Room di Milano, inaugurata al Niguarda in piena pandemia. Abbiamo avuto modo di constatare da vicino che, per le famiglie, il fatto di potersi ritrovare all’interno delle Case ha consolidato maggiormente i rapporti in un momento drammatico, quale appunto quello della pandemia. Sottolineo il fatto che il nostro impegno solidale non si è mai interrotto, neppure durante il Covid, attraverso il servizio di accoglienza che è proseguito. Non abbiamo dunque mai smesso di gestire i vari flussi, e le Case Ronald sono rimaste sempre aperte”. Vicepresidente Adami, come si giunge alla concretizzazione di un progetto così importante? “Tengo a sottolineare che, in particolare in Toscana, c’è una grande rete di solidarietà da parte anche dei nostri affiliati, i licenziatari gestori dei ristoranti McDonald’s nella regione e nel centro Italia. Sono sempre pronti a supportare importanti progetti come questo sul loro territorio, con donazioni ma anche col volontariato e la disponibilità delle risorse umane che lavorano con loro. Molto generosi si dimostrano anche i fornitori del nostro sistema McDonald’s. Anche grazie a tutto questo abbiamo potuto realizzare un progetto così importante come la Family Room a Firenze, città nella quale eravamo già presenti con Casa Ronald Firenze e dove abbiamo con ciò potenziato la nostra presenza come Fondazione”. Maurizio Costanzo