Umbria, niente caccia fino al 4 ottobre. Il Tar congela la caccia per molte specie

"Possibili danni irreversibili": questa la motivazione dei giudici. Ecco la lista delle specie proibite. Intanto gli ambientalisti esultano

Caccia in stand by

Caccia in stand by

Perugia, 7 settembre 2022 - Si conterà sulla punta delle dita di una mano la selvaggina cacciabile in Umbria il giorno dell'apertura ufficiale, ossia questa terza domenica di settembre. Infatti, con un decreto cautelare depositato oggi  il Tar dell’Umbria ha disposto lo stop alla caccia, almeno fino al 4 ottobre, per molte specie. Il provvedimento è stato adottato sulla base del ricorso promosso da sei associazioni ambientaliste (Wwwf, Lipu, Lac, Lav, Legambiente ed Enpa) patrocinate dall’avvocato Andrea Filippini. 

Il decreto riguarda quaglia, beccaccia, alzavola, marzaiola, germano reale, beccaccino, canapiglia, codone, fischione, folaga, frullino, gallinella d’acqua, mestolone, porciglione, tordo bottaccio, tordo sassello, cesena, fagiano e starna, nonché tutta la piccola selvaggina. In base al parere espresso da Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale),  queste specie non dovrebbero essere cacciate prima di questa data. I giudici amministrativi accogliendo la richiesta di sospensiva hanno riconosciuto "il paventato pericolo che l’apertura al 18 settembre possa arrecare danni irreversibili al patrimonio faunistico, sia pure limitatamente alle specie sopra indicate".

La camera di consiglio per la decisione nel merito è stata fissata per il 4 ottobre. Il calendario venatorio 2022/2023 era stato approvato dalla Regione il 5 agosto scorso. La decisione del Tar ovviamente non piace alle associazioni venatorie. Tra le voci che si sono levate, quella di Arci caccia Umbria che parla di "brutta tegola sulla testa dei cacciatori". Intanto la Lav esulta e scrive: "Un grande successo - dice Graziella Gori - che starà certamente facendo arrabbiare i cacciatori umbri, ma che noi accogliamo con grande soddisfazione".