La Bolkestein non fa paura agli stabilimenti. E i balneari alzano il muro contro le aste

La legge europea sulla concorrenza non è stata ancora attuata. Sdraio e ombrelloni restano una miniera d’oro. Prezzi alle stelle

Stabilimenti balneari

Stabilimenti balneari

Viareggio, 8 novembre 2021 - Nel 2006 il signor Frits Bolkestein fece approvare dall’Europa (a capo della Commissione c’era Romano Prodi) la Direttiva servizi che da 15 anni incombe sugli stabilimenti balneari come una tromba marina: s’avvicina, ma non si sa dove colpirà. Allora sembrava che di lì a poco tutti i bagni, dalla Versilia alla Liguria, dalla Romagna al Friuli, sarebbero finiti all’asta. Invece siamo ancora al punto di partenza: l’Italia rinvia, l’Europa scalpita. Il governo Dragni ha deciso di non decidere, e le concessioni demaniali marittime insieme a quelle del commercio ambulante sono state stralciate dalla legge sulla concorrenza.

Restano in vigore leggi e decreti che hanno prorogato tutte le concessioni al 2033. Ma l’Unione europea non ci sta, è pendente un ricorso al Consiglio di Stato, e potrebbe finire alla Corte europea. Nel frattempo la spada di Damocle non ha deprezzato gli stabilimenti da Viareggio a Lido, da Marina di Pietrasanta al Forte. Anzi. Molti sono passati in mani eccellenti, come quelle di Andrea Bocelli, o Barbara Berlusconi, senza dimenticare l’ormai storico Twiga di Flavio Briatore e Daniela Santanché. Col Covid e il turismo di prossimità, lavoro e incassi sono saliti alle stelle.

Questo fa ancora più gola ai «gruppi stranieri che con le aste vorrebbero mettere le mani sui nostri bagni», ha detto Fabrizio Licordari di Confindustria. Mentre a un convegno della Cna i parlamentari Massimo Mallegni (Fi), Riccardo Zucconi (Fdi), e Umberto Buratti (Pd) si sono schierati a difesa dei balneari, chiedendo al governo «norme che scongiurino per esempre le aste».

Del resto l’anno prossimo si vota a Forte dei Marmi e a Camaiore, nessun politico oserebbe andare contro la più potente lobby turistica che in Versilia controlla 440 aziende e circa 12 mila lavoratori. Infatti il nuovo presidente dell’Assobalneari Viareggio, Luca Lippi, è chiarissimo: «Draghi vuole verificare incassi e rendite delle concessioni? Bene, si possono anche aumentare i canoni. Ma allora rivediamo tutte le tasse, a partire dall’Iva che per noi è il 22%, contro il 10% degli hotel e il 2-8% delle strutture all’estero». Gli unici che sul pattino remano contro sono i grillini. L’onorevole Francesco Berti ha detto di essere favorevole alle aste proprio nella tana del lupo, al convegno Cna. L’M5S da sempre è per le spiagge libere e l’aumento dei canoni, che in Versilia vanno da nemmeno 2 mila euro per i bagni con arenili corti, a oltre 25 mila per le spiagge profonde della Darsena di Viareggio. Alcune strutture extra lusso pagano meno di 20 mila l’anno, ma affittano tende a mille euro al giorno. Però la concessione riguarda l’arenile, tutto quel che c’è sopra lo paga l’imprenditore e sono comodità e servizi che vengono fatturati ai clienti. La tintarella alla spiaggia libera è gratis. Guarda caso, non c’è interesse dei grandi gruppi per accaparrarsi le spiagge libere.