Biennale di architettura di Venezia: 137 architette protagoniste al padiglione Italia

RebelArchitette si propone di ‘disintossicare’ il mondo dell’architettura con il progetto ‘Detox’

RebelArchitette, il team

RebelArchitette, il team

Firenze, 27 maggio 2021 - RebelArchitette, dà voce al lavoro di eccellenza di 137 professioniste italiane all’interno del Padiglione Italia Resilient Communities - Comunità Resilienti della 17esima Biennale di Architettura di Venezia a tema “How will we live together?”.

Il gruppo di attiviste, ora associazione no-profit, già nel 2018 si era reso protagonista con l’associazione Vow Architects del flashmob internazionale organizzato durante la rassegna veneziana, ora invece interpreta una delle esperienze di resilienza all’interno del padiglione Italia. Il curatore, Alessandro Melis, le ha volute accanto a sé come parte del team curatoriale nella sezione dal nome Decolonizing the built environment, (Decolonizzare lo spazio costruito) includendo non solo la loro ricerca, ma anche l’importante progetto di "Action Aid Sisterhood in the neighborhood. Detoxing public space from patriarchy", illustrato da Rita Petruccioli, e l’esperienza Coreana di May to Day della Gwangju Biennale Foundation, che commemora il Movimento di Democratizzazione del 18 maggio 1980 e mostra il ruolo fondamentale della resistenza civile contro la dittatura militare.

"Detoxing architecture from inequalities. A plural act", disintossicare l’architettura dalle ineguaglianze: un atto plurale’ è una proposta allestitiva tagliente che si pone l'obiettivo di disintossicare il mondo dell’architettura dalle ineguaglianze, dalle ingiustizie e dai pregiudizi.

Propone un’alternativa femminile e eco-femminista attraverso i suoi strumenti in open source rivolti, in primis, alle nuove generazioni; “un progetto che vuole essere un inno al rispetto, alla giustizia e alla necessità di diversificare il panorama delle e degli interpreti dell'architettura, in Italia come in tutto il mondo”, così afferma la portavoce del gruppo Francesca Perani.

Un photo booth all’ingresso, caratterizzato da una imponente “saetta ribelle”, attira i più affini ai social network con slogan inneggianti la parità e l’inclusione, mentre una rassegna di dati disarmanti mostra il divario economico e di visibilità esistente tra progettiste e progettisti.

L’architettura in Italia, infatti, vede una presenza femminile crescente e determinata che stenta ancora a palesarsi sia a livello mediatico che a livello culturale, didattico e progettuale. “Non potersi identificare in modelli di ruolo femminili è tra le motivazioni che spingono le architette ad abbandonare i loro percorsi professionali” sottolinea Elena Fabrizi responsabile del coordinamento contenuti.

“Per questo l’intero allestimento, proposto in modalità fluida, a cavallo tra il mondo analogico e quello virtuale, è dedicato all'esposizione di 117 studi guidati da architette italiane di eccellenza”. Una sequenza di nomi riveste quasi completamente la parete centrale, mentre un cortometraggio realizzato da Silvia Gin in modalità ritmata ne racconta i progetti.

 #Rebelbiennale2021 questo l'hashtag scelto per un allestimento multimediale concepito su tre supporti tra loro interscambiabili per consentire un'esperienza aumentata, accessibile e in continua evoluzione; oltre allo spazio fisico, attraverso un qr code si accede ad una piattaforma web (https://www.rebelarchitette.it/rebelbiennale2021/ ) dove approfondire la moltitudine di architette italiane individuate e una versione digitale dell'allestimento in formato tour virtuale, realizzato dal Laboratorio Dida-Lvr del Dipartimento di Architettura, Università degli Studi di Firenze, con cui interagire alla scoperta di nuovi mondi progettuali. Un progetto corale di ricerca e rappresentazione iniziato nel maggio 2017 sezione della mappa online Wawmap WomenArchitectsWorldMap (www.rebelarchitette.it) che ad oggi traccia la presenza di 1000 esperte del mondo progettuale a livello internazionale. Un’ indagine realizzata anche attraverso call aperte e sinergia con altre associazioni, che non propone formule esclusive di selezione, ma che, al contrario, privilegia nuove letture della professione ancora invisibili al grande pubblico.  In una formula contemporanea e sovversiva si esprimono così architette, designer, visionarie, muratrici, influencer. Architette affermate ed emergenti, giovanissime ed esperte, ognuna impegnata su scale e tipologie diverse di progettazione, unite da un desiderio di innovazione e ricerca. Non solo progetti di grande qualità formale ma esperienze nuove di impresa. Attenzione alle fragilità sociali e climatiche. Un messaggio di collaborazione allargata frutto di un’archisorellanza e un’archifratellanza sincera.

Tra i nomi affermati troviamo: Sandy Attia,Sonia Calzoni, Alessandra Cianchetta, Ulla Hell, Junko Kirimoto,  Elena Manferdini, Doriana Mandrelli Fuksas, Guendalina Salimei, Mara Servetto, Michaela Wolf; ma ci sono anche molte emergenti, tra cui: Elena Bertinotti, Elisa Burnazzi, Beatrice Comelli, Alice Gardini, Antonella Mari, Verena Messner, Silvia Minutolo, Valentina Pontieri, Luana Rao. L’installazione è intesa come strumento attivo, democratico, aperto a chi vorrà coinvolgere architette in eventi, collaborazioni e progetti, e che fornirà importanti stimoli alle nuove generazioni di progettiste e progettisti contaminando con le sue forme di resilienza l’attuale panorama architettonico, in linea al “tema della decolonizzazione dell’ambiente costruito dai pregiudizi...

Caratterizzata dall’idea che la diversità sia il giusto strumento per superare i limiti del sistema attuale.” Alessandro Melis, curatore del Padiglione Italia. Due eventi hanno avuto luogo durante i primi giorni di apertura della Biennale: il 23 maggio Architette di Resilienza realizzato in sinergia con l’architetta e storica dell’architettura Maria Luisa Palumbo e il 25 maggio Convergence of forces: The Power of Collective Engagement in Architecture (Convergenza di forze: il potere dell'impegno collettivo nell'architettura) moderato da Charlotte Malterre-Barthes (Parity Front / Harvard GSD) con Hanna Asefaw (Reduser Husleia), Carina Guedes de Mendonça (Arquitetura na periferia), Nancy Naser El Din (attivista architetta), Francesca Perani (RebelArchitette), Amy Perkins (Parity Group/ Assemble).

Collaborazione anziché competizione, ricchezza nella diversità. Il nuovo database interattivo dedicato alle architette italiane è un atto plurale per una società di progettiste e progettisti inclusiva. “Vogliamo facilitare una narrazione dell’architettura che ancora deve essere affrontata. Durante i nostri anni di ricerca abbiamo conosciuto architette eccezionali che stanno diffondendo messaggi urgenti e dirompenti nell’industria delle costruzioni e del design: nuovi approcci, priorità, opportunità, linguaggi, materiali in una professione in crisi e in cambiamento.

I dati sull’equità in Italia sono scoraggianti, un panorama sovraffollato di professionisti (155.000 architetti/e, il 27% del totale europeo) crea un atteggiamento di obbligatoria e aspra competizione. I club di soli uomini stanno ancora vincendo sulla scena pubblica dell’architettura (dati disponibili nel report #timefor50)”, afferma l’architetta e curatrice Francesca Perani.

“Dobbiamo offrire un futuro migliore alle giovani generazioni di studentesse e scoraggiare una letteratura al maschile e conferenze dominate dagli uomini per evitare un modello di riferimento di un solo genere. Siamo certe che questa piattaforma possa avere un impatto sociale e culturale significativo grazie ad un approccio dichiaratamente collaborativo con altre associazioni internazionali”, conclude Elena Fabrizi co-curatrice del progetto RebelArchitette.

La promozione di ruoli al femminile, la diffusione del titolo professionale Architetta, il monitoraggio di eventi di settore a prevalenza maschile, la collaborazione con altre reti internazionali e attività di mentoring sul territorio sono le principali azioni del gruppo rivolte sia alle nuove generazioni di architette e architetti sia a tutti gli enti che si occupano della promozione dell’Architettura e del Design. In particolare, in 4 anni di ricerca il team ha evidenziato 1000 esperte del mondo della progettazione a livello internazionale attraverso un libro ed una piattaforma dedicata www.rebelarchitette.it e lanciato la campagna #timefor50 #tempodiparità finalizzato ad una presenza diversificata ed inclusiva di relatrici e relatori negli eventi pubblici di settore.  

Il gruppo si prefigge 3 obiettivi principali

  • Diffondere modelli di ruolo di eccellenza al femminile nazionali e internazionali attraverso la mappa collaborative in costante aggiornamento www.rebelarchitette.it  (1000 studi diretti da architette) e il book autoprodotto   "Architette = Women Architects Here we are!". letto ad oggi da piu’ di 20.000 utenti da tutto il mondo.
  • Favorire l’importanza dell’applicazione del linguaggio di genere nella professione attraverso la diffusione del titolo professionale Architetta e del timbro declinato al femminile.
  • Sensibilizzare attraverso la campagna internazionale ed il report #timefor50 #tempo di parità #timeforequality che propone una equa partecipazione di interpreti dell’architettura a tutti coloro che si occupano dell’organizzazione di eventi e di promozione dell’architettura. Ordini professionali, enti privati, organizzatori di giurie, giornalisti/e, etc… Il report #timefor50 pubblicato a novembre 2018, analizza 411 eventi organizzati in Italia da Ordini Professionali ed enti privati negli anni 2017-2019, ed evidenzia il profondo sbilanciamento tra presenza di relatori e relatrici agli eventi di architettura. E’ consultabile liberamente online a questo link

Fine ultimo del progetto no profit RebelArchitette è quello di promuovere un panorama professionale eterogeneo ed equo, in cui anche le donne progettiste, ancora troppo spesso lontane da riflettori, siano figure di riferimento per le nuove generazioni, offrendo “modelli di eccellenza al femminile che operino nel mondo dell’architettura a giovani studenti e studentesse, ma anche a giurie, accademici, organizzatori di mostre e giornalisti, per garantire una visione più inclusiva e più equa della professione“. Il Collettivo incoraggia fortemente un dichiarato atteggiamento di rete e supporto tra professioniste/i italiane/i e internazionali attraverso la realizzazione di eventi specifici on line e offline e attività di mentoring.

Maurizio Costanzo