Musei aperti a Firenze per Natale, Betori: "Non mi scandalizzo"

Il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha parlato in occasione dei tradizionali auguri ai giornalisti

Firenze, 22 dicembre 2022 – Dagli auguri di Natale alle preoccupazioni per la povertà. Il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, ha parlato in occasione dei tradizionali auguri ai giornalisti. E se il Natale “deve essere di speranza”, ha detto Betori, non si può non essere preoccupati per la povertà in aumento, come evidenziato nel rapporto Censis. “Si parla di italiani malinconici, spaventati, insicuri e sfiduciati – ha detto Betori -. Mi sembra preoccupante questa situazione. Noi speravamo che il Covid fosse una malattia che ci avrebbe curato da tutte le nostre distorsioni, mi sembra che si stia ripetendo un'immagine di società uguale a quella che avevamo prima. Nel frattempo questa crisi economica e globalizzata sta affiorando sempre più nella vita delle persone. Sta crescendo la povertà assoluta in Italia, siamo oltre i cinque milioni, un milione in più rispetto a tre anni fa”. Betori ha poi sottolineato che “aumentano i giovani che non studiano o lavorano, siamo intorno al 23%, oltre il 10% in più della media europea”.

I musei

Betori ha parlato dell'apertura dei musei civici fiorentini per Natale. “Io non mi scandalizzo – ha detto -. Sono aperti i supermercati che ci danno il pane quotidiano, lo possono essere anche i luoghi dove ci viene dato un pane culturale. Potrebbe anzi essere un segno di inversione di tendenza”.

La nave ong Life Support

Il cardinale è intervenuto anche sulla nave ong Life Support che è entrata stamani nel porto di Livorno: “Dobbiamo restare fedeli alla nostra cultura, che è la cultura dell'accoglienza – ha detto -. La nostra è una storia di migrazione, è questo che fatichiamo a capire. Le migrazioni non sono un incidente su una storia serena e tranquilla, sono il modo con cui siamo cresciuti. Accettiamoci in questa realtà che si incontra e facciamola diventare una realtà inclusiva, questo diventa il vero problema. Non basta accogliere, occorre integrare dentro una società dando gli strumenti per poter vivere dignitosamente”.

La moschea di piazza dei Ciompi

Tra gli argomenti toccati dal cardinale anche quello della moschea di piazza dei Ciompi, sotto sfratto. “Dobbiamo aiutarci tutti, ciascuno nel rispetto del ruolo che ha – ha spiegato Betori -. Non posso risolvere io il problema della moschea perché sarebbe un'invasione di campo. Tuttavia è necessario aiutare a trovare una soluzione che non sia episodica, ma che possa trovare stabilità e dare sicurezza al culto di una comunità. Io poi non ho quel che loro chiedono”.

La ex Gkn

Sulla ex Gkn di Campi Bisenzio (Firenze), Betori ha detto: “Io sono convinto che le soluzioni vengano solo da un incontro tra tutti gli attori in gioco e dunque imprenditori, lavoratori, istituzioni. Bisogna lavorare insieme, sennò non si viene fuori da nessuna crisi. Mi sembra che qualche piccolo segnale dalle istituzioni regionali e nazionali sia venuto fuori. Quanto poi questo è diventato efficace lo vedremo quando si profilerà un orizzonte di soluzione che ancora mi sembra non ci sia”. 

Il futuro

“Sul mio futuro – ha precisato il cardinal Betori - dico che un vescovo deve decidere tante cose ma due non le decide. Qual è la diocesi dove spendere il suo ministero di governo e quando questo deve finire. Sono decisioni del Papa e sarà lui a dirmelo. In questo momento credo che il compito del vescovo sia meno di stare avanti al gregge ma di stare dentro, accompagnare più che indicare” la strada".