Grosseto, un’altra bimba nasce in ambulanza: è il secondo caso in una settimana

È successo nel tragitto da Roccastrada a Grosseto

Fatima Zahra e la sua bimba

Fatima Zahra e la sua bimba

Roccastrada (Grosseto), 6 dicembre 2021 - Una seconda bambina è venuta alla luce in un'ambulanza nel Grossetano nel giro di una settimana. È successo nel tragitto da Roccastrada a Grosseto, circa 30 chilometri , così come alcuni giorni fa per un'altra bimba di Arcidosso, anche lei nata in ambulanza prima di arrivare all'ospedale Misericordia, complice pure un ritardo dovuto all'ondata di maltempo con tanto di nevicata sulla strada che fece rallentare il mezzo nel percorso di 60 km di strada statali.

  La bambina di Roccastrada è nata intorno alle tre di domenica notte. Racconta la neomamma, Fatima Zahra, che vive nella frazione di Ribolla: «Mi hanno svegliato forti contrazioni ma le sentivo ogni dieci minuti, mi era già successo nei giorni precedenti e non pensavo che fosse arrivato il momento fatidico. Dopo quasi un'ora ho iniziato a sentire una forte pressione al basso ventre e ho capito che la situazione si faceva seria – ha raccontato Fatima Zahra -. Allora ho svegliato mio marito e per paura di non arrivare in tempo con la nostra auto, abbiamo chiamato la centrale 118 che ha mandato un'ambulanza. In meno di dieci minuti è arrivato il mezzo con l'infermiera e i soccorritori e siamo partiti per Grosseto. Nel frattempo le contrazioni erano diventate improvvisamente molto più frequenti, tanto che all'altezza di località Castellaccia, l'infermiera ha deciso di fermare l'ambulanza perché ha capito che la bimba stava per nascere e così è stato».

La bimba è venuta alla luce a bordo dell’ambulanza grazie al prezioso sostegno dei sanitari a bordo del mezzo. La madre ringrazia l'infermiera a bordo: «Jenny, è stata fantastica, mi ha rassicurato e ha gestito l'evento con grande professionalità, mi sono sentita al sicuro. Ringrazio di cuore lei, la dottoressa Francesca De Giorgio arrivata con l'automedica subito dopo, che mi ha visitato, le altre infermiere e i volontari soccorritori, è merito di tutti loro se sia io e che Hajar stiamo bene».

«Anche io sono di Ribolla e spero di poter andare a trovare la piccola e la mamma quando torneranno a casa - dice Jenny Giannini, infermiera del 118 sull'ambulanza - È stata un'esperienza umana e professionale estremamente emozionante e anche se ero in contatto continuo con il dottor Marcello Montomoli che dalla centrale 118 mi dava le indicazioni, ho sentito una grande responsabilità nel far nascere un bambino in una situazione non ordinaria come un'ambulanza».

Maurizio Costanzo