Modena, la baby gang non si ferma: nuovi video choc, con armi

Ripresi con pistole e carabine: sono finte, ma inquieta la disinvoltura e l’aria minacciosa con cui le maneggiano. Altri svuotano gli estintori nei parchi

Modena, 2 settembre 2022 - Fa girare la pistola tra le mani, appoggiato ad un tavolo. Mostra al suo ‘pubblico social’ di saperla abilmente maneggiare, simulando anche di scarrellarla. Nell’immagine successiva tra le sue mani spunta una ‘canna’ e poi, subito dopo, ecco il gruppo in auto. Il conducente mostra la pistola a chi lo sta riprendendo, mentre continua a guidare e la alza verso l’alto mentre i capelli dei tre amici svolazzano al vento. Intanto quella storia su Instagram, girata una settimana fa per le vie del centro città, diventa virale. All’indomani delle denunce che hanno ‘colpito’ 21 minorenni, i membri del noto gruppo violento ‘I Daisan’ sui social appaiono nuovi filmati, girati qualche giorno fa ma particolarmente inquietanti. Nelle ‘storie’ del gruppo, postate su Instagram infatti non ci sono soltanto le terrificanti risse, le aggressioni ai danni di coetanei e ragazzine ma anche armi, maneggiate con una certa ‘professionalità’ da alcuni dei leader dei Daisan. A quanto pare si tratterebbe di armi ben ricostruite, ma finte. Poco importa comunque, conta la gravità del gesto.

A seguito dell’inchiesta coordinata dalla procura dei Minori di Bologna e condotta dalla squadra mobile di Modena, che ha portato appunto a contestare a ragazzi e ragazze tra i 14 e i 17 anni ben 34 episodi ‘criminali’ , con altrettante denunce legate ai reati commessi, pare che quella che per tutti era comunque una baby gang si sia via via sciolta.

Cinque o sei ragazzi, però, probabilmente i leader del gruppo e di nazionalità marocchina e filippina avrebbero continuato a percorrere la ‘stessa’ delinquenziale strada.

Alcuni minori che ben conoscono il gruppo e che cercano di tenersi a debita distanza, spiegano come in realtà i giovanissimi non abbiano alcun timore o considerazione di qualsivoglia autorità, tanto da continuare a postare le proprie criminali gesta sui social. "Postano spesso storie di risse o di armi e droghe – raccontano alcuni studenti – e sappiamo bene che possono essere pericolosi".

Il dirigente della mobile, Mario Paternoster, ha spiegato come molti degli indagati arrivino da percorsi disagiati e come si sia cercato di fare più rete possibile con tutte le istituzioni del territorio. Paternoster ha sottolineato come molti ragazzini, una volta posti dinanzi ai reati commessi, abbiano preso distanze dal gruppo mentre altri abbiano continuato a commettere reati. L’attenzione delle forze dell’ordine al fenomeno resta comunque altissima. Tra le storie postate su Instagram in particolare da tre ‘soggetti’ filippini residenti in città, compaiono anche quelle di altre risse, di membri dei ‘Daisan’ che corrono di notte con gli estintori tra le mani – non è ben chiaro dove – svuotandoli pare in un’area verde.

La stessa arma con cui il gruppo gironzolava per Modena appare anche in un secondo video e in una terza immagine, tra le mani di uno dei ragazzi con un passamontagna calato sul volto. Infine c’è un’altra storia ancora in cui, questa volta, l’autore maneggia una finta carabina, in realtà un ’fucile’ ad aria compressa.