Corridoio Tirrenico bloccato: l'unica grande opera al palo

Non si scioglie il nodo della concessione. E intanto per i cantieri niente soldi né commissario

Il collegamento fra Livorno e Grosseto

Il collegamento fra Livorno e Grosseto

Livorno, 26 gennaio 2021 - Deve essere l’aggettivo ’Tirrenico’ a portar male. Non c’è altra spiegazione logica del motivo per cui, in pratica, l’unica grande opera rimasta al palo dopo 50 anni di progetti e promesse, sia proprio il Corridoio Tirrenico, ovvero la strada di collegamento veloce tra la costa Toscana e Roma. Un ’buco’ sulla cartina autostradale d’Italia che non trova riscontro nè sul versante Adriatico, ma neppure sul tormentatissimo percorso della Salerno-Reggio Calabria che alla fine è stata completata, mentre da Grosseto al Chiarone (il torrente che segna il confine coin il Lazio), c’è ancora la vecchia Aurelia a due corsie come ai tempi de ’Il sorpasso’ che fu girato nel 1962.

L’ultimo impedimento, tra i tanti che hanno contrassegnato la storia di questa direttrice, è l’esclusione del Corridoio Tirrenico dal pacchetto di interventi previsti dal decreto semplificazioni che intende dare un’accelerata alle opere strategiche per il paese attrraverso la nomina di commissari con poteri speciali. Il motivo del mancato commissariamento dei cantieri per il completamento della strada a quattro corsie, lo spiega il deputato livornese del Pd Andrea Romano: "Bisogna risolvere il nodo della concessione che per quanto riguarda il Corridoio Tirrenico è ancora assegnata a Sat (Società autostrada tirrenica), il Governo deve revocare la concessione a Sat e assegnarla ad Anas per poter far avviare i lavori di messa in sicurezza e adeguamento della vecchia Aurelia, bisogna farlo velocemente, ma il dato attuale è che la concessione è ancora di Sat".

La concessione venne affidata a Sat circa 12 anni fa quando l’allora ministro delle infrastrutture Altero Matteoli cercò di risolvere il problema del Corridoio Tirrenico con un piano di project financing, Cioè assegnando a Sat la possibilità di mettere a pedaggio la strada, a patto che si accollasse i costi di trasformazione in autostrada. Progetto fallito, come sappiamo, anzi progetto beffa, perché Sat in Toscana ha fatto i lavori solo su 3 chilometri e 600 metri da Rosignano a San Pietro in Palazzi (Cecina) facendo pagare il pedaggio più caro d’Italia, 70 centesimi per poche centinaia di metri. E da più parti si chiede la sua abolizione per manifesta inutilità. Ora la superstrada va da Cecina a Grosseto. I sindaci dei Comuni dell’area sud della provincia di Grosseto, e non solo loro, chiedono che il Governo agisca rapidamente per commissariare l’opera e Anas esegua i lavori di adeguamento che consistono nella realizzazione di una serie di sovrappassi per eliminare i pericolosissimi incroci a raso teatro di innumerevoli incidenti mortali e nell’allargamento in alcuni tratti della sede stradale in modo da ricavare un percors uniforme a quattro corsie. Un progetto che tra l’altro potrebbe rientrare tranquillamente nei finanziamenti del Recovery Plan. Dopo cinquant’anni di errori, litigi e ritardi si muoverà qualcosa?

Luca Filippi