Arezzo, "Due ore con la pistola alla tempia". E gli orafi ripiombano nell’incubo

Ricostruito l’assalto armato alla villa e all’azienda che lavora diamanti anche per grandi griffe. In azione sei banditi stranieri: "Hanno agito da veri professionisti". Per ora se ne sono perse le tracce

Arezzo, 22 novembre 2022 - "Mi hanno preso a schiaffi e tenuto una pistola alla tempia per due ore": Valerio Cianchi torna a fatica tra le pareti dell’incubo vissuto domenica. Lui, la moglie, la nuora e la madre di lei in casa loro, davanti a un gruppo di sei banditi senza scrupoli. E poi il rapimento-lampo di Rossana, la nuora, per mettere le mani nella sua azienda, una delle più grandi ditte aretine del settore diamanti. Poche parole e controvoglia, strappate al telefono, con un soffio di voce. Dietro c’è l’angoscia di una famiglia e il ritorno della grande paura nel mondo degli orafi.

E’ la rapina che avevamo anticipato ieri. E che si colora di tutti i dettagli. I banditi sono sei, in base al racconto dei testimoni di origine romena: uno resta in macchina, cinque entrano nella splendida villa a Ruscello, alle porte di Arezzo. Cancelli, dependance, laghetto. In mano coltelli, temperini e una pistola. Quella che Valerio Cianchi, il pioniere dell’azienda nel 1977, racconta con un filo di voce. I cinque rovistano in casa, rovesciano i cassetti, girano i quadri. Qualcosa trovano ma per loro è poco. Uno punta Rossana: "Portami nell’azienda". Gli altri sorvegliano la famiglia. L’auto risale la città, torna tra le luci della città di Natale.

La palazzina è elegante, a suo modo come la villa: ma per il bandito, l’altro è sempre in macchina, conta solo la cassaforte. Se la fa aprire e fa man bassa. Ma non finisce. Perché si affaccia una ragazza: è la figlia dell’ostaggio, vive sopra l’azienda. Le sue urla convincono il bandito a mollare. Via radio comunica agli altri di fare lo stesso. La pistola si stacca finalmente da Valerio e dagli altri. Tra cui Massimo, figlio e marito dell’ostaggio: torna a casa alla sua ora, si ritrova anche lui in trappola. Inizia la fuga, forse con due macchine. L’autostrada è a tre chilometri. In azienda inizia la dolente stima del bottino: è ancora in corso, si parla di centinaia di migliaia di euro. Un blitz quasi senza precedenti per la città dell’oro, abituata a furti ambiziosi, ma meno violenti. "E’ tornata la paura", sussurra Giordana Giordini, presidente degli orafi di Confindustria. "La criminalità sale di livello: dovrà farlo anche la risposta", commenta il sindaco Ghinelli. Ma è già partita: la polizia lancia la caccia ai sei per rapina aggravata, sequestro di persona e lesioni. Reati che bruciano tra i riflessi dei diamanti.