Ragazzo ucciso, uno degli arrestati: "Non volevo investirlo"

Il diciannovenne albanese arrestato si è difeso così. Per lui e per gli altri due arrestati l’ipotesi provvisoria è di concorso in rissa e omicidio preterintenzionale

Il parcheggio dove è stato ucciso il 24enne (foto Crocchioni)

Il parcheggio dove è stato ucciso il 24enne (foto Crocchioni)

Spoleto (Perugia), 15 agosto 2020 -  “Non volevo investirlo, non me ne sono accorto. Quando ho fatto retromarcia ho sentito un colpo, ho urtato contro un’altra macchina ma non mi sono accorto di quanto stava accadendo. Stavo fuggendo perché avevano circondato l’auto”. Il diciannovenne albanese arrestato per rissa aggravata e omicidio preterintenzionale si è difeso così - assistito dagli avvocati Aldo Poggioni e Delfo Berretti - davanti al pubblico ministrro Paolo Abbritti che l’ha interrogato nella caserma dei carabinieri di Bastia, a pochi metri dal luogo teatro dell’omicidio di, Filippo Limini Senapa, 24 anni, residente a Spoleto.

Dopo una giornata concitata sia il 19enne che altri due amici albanesi - difesi dagli avvocati Daniela Paccoi e Salvatore Adorisio - sono stati portati nel carcere perugino di Capanne: per tutti l’ipotesi provvisoria è di concorso in rissa e omicidio preterintenzionale in attesa che arrivino risposte importanti dall’autopsia. Da chiarire infatti se Filippo Limini sia morto in seguito al cazzotto sferrato dall’altro ragazzo albanese, che è sceso dall’Opel circondata dalla comitiva spoletina, oppure se sia stato fatale l’investimento. L’autopsia sarà svolta nei prossimi giorni dalla dottoressa Marta Bianchi. Intanto i carabinieri - guidati dal tenente colonnello Marco Vetrulli - stanno incastrando tutti i puzzle di una tragedia che sembra però avere i contorni ben definiti. Erika Pontini