Covid Toscana, l'analisi: "Quasi come il picco della prima ondata". Con delle differenze

Il report dell'Agenzia regionale di sanità della Toscana. Le raccomandazioni: "Mascherina, distanza e non affollate il pronto soccorso, chiamate prima il vostro medico di base o il pediatra"

Le aree più scure sono quelle con maggior rischio

Le aree più scure sono quelle con maggior rischio

Firenze, 2 novembre 2020 - Una puntuale analisi dell'epidemia di Covid-19 in Toscana è stata pubblicata questa mattina dall'Ars (Agenzia regionale di sanità), a cura di Francesco Profili, Simone Bartolacci, Marco Santini e Fabio Voller.

"Nei numeri complessivi - si legge - in Toscana stiamo osservando un andamento simile a quello italiano. Mentre nei mesi di marzo e aprile la nostra regione si era mantenuta su livelli di diffusione del virus (e impatto sugli ospedali) al di sotto della media nazionale, trainata in quel periodo dalle regioni del nord, in questa nuova fase abbiamo livelli di contagio sopra la media nazionale". Andamento nazionale che nelle ultime quattro settimane "ha subito una netta accelerazione".

"La Toscana - si legge nel report - è al momento tra le regioni con incidenza settimanale più alta della media nazionale (370,6 vs 269,7 per 100mila abitanti) ed è fra quelle con la % di variazione rispetto alla settimana precedente più alta. Nella nostra regione, infatti, i casi al momento tendono a raddoppiare da una settimana all’altra (+100,8% nell’ultima rispetto alla precedente), con la percentuale di positivi tra le persone testate che ha raggiunto il 21,7% nell’ultima settimana". Abbiamo spiegato più volte come il numero assoluto di positivi sia un dato da leggere con molta cautela, perché dipende da molti fattori, in primis dal numero di tamponi effettuati ma anche dalla strategia scelta per testare: è evidente che se si fanno test a tappeto nelle Rsa sarà più probabile trovare positivi. Una lettura viene dall'Ars. "E' possibile che la percentuale di positivi tra le persone testate aumenti non solo per la maggior diffusione del virus, ma anche per la difficoltà di sottoporre a tampone tutti i potenziali contatti di positivi accertati. È possibile che in questa fase i dipartimenti di prevenzione tendano a testare maggiormente i sospetti sintomatici, a maggior rischio di risultare positivi. In questo modo, però, si rischia di “perdere le tracce” del virus nella popolazione, aumentando la probabilità che positivi asintomatici non testati diffondano il virus".

L'andamento dei ricoveri

Secondo l'analisi dell'Ars, i posti letto occupati da malati Covid-19 in Toscana "si apprestano a raggiungere il picco osservato all’inizio del mese di aprile. Al 30 ottobre sono 1.160 persone ricoverate, di cui 153 in terapia intensiva. Siamo quindi vicini a raggiungere i 1.437 ricoverati avuti a inizio aprile (di cui 297 in terapia intensiva)".

Ricoverati Covid19 in più rispetto alla settimana precedente, per reparto. Toscana
Ricoverati Covid19 in più rispetto alla settimana precedente, per reparto. Toscana

Nel grafico i ricoverati in più rispetto alla settimana precedente in Toscana: in giallo le terapie intensive

C'è però una differenza importante da sottolineare: "Con l’attuale ritmo di crescita, è probabile che tra meno di una settimana i posti letto occupati tornino al picco di inizio aprile, ma con una differenza: rispetto ad allora è minore il ricorso alla terapia intensiva tra i degenti. Attualmente i ricoverati in terapia intensiva sono il 13% del totale dei degenti, mentre erano circa il doppio (20%) a marzo e aprile. La maggiore precocità nell’intercettare i casi, e quindi eventualmente a ricoverare, e alcuni progressi nelle terapie sembrano spiegare questa minor severità clinica dei pazienti che arrivano in ospedale, ma spiegano anche la necessità al ricorso preponderante dei ricoveri ordinari piuttosto che alla terapia intensiva".

Nella settimana dal 24 al 30 ottobre i ricoverati sono aumentati di 504 unità, di cui +71 in terapia intensiva. La settimana prima l’incremento era stato di 297 unità rispetto a quella precedente.

La diffusione geografica: le aree più colpite

Si legge ancora nel report che il 90% dei comuni toscani ha avuto almeno un caso positivo nell'ultima settimana. L'ondata del virus però non colpisce ugualmente in tutta la regione: segue invece un evidente andamento nord-sud, proprio come accadde nella prima ondata.

 

Le aree più scure sono quelle con maggior rischio
Le aree più scure sono quelle con maggior rischio

L'immagine qui sopra è stata elaborata dall'Agenzia regionale di sanità con questo metodo: "Per tentare di evidenziare le aree a maggior rischio abbiamo ideato un indice a 4 livelli di rischio che combina l’incidenza settimanale (sopra o sotto i 200 nuovi casi per 100mila abitanti) con la variazione % dei casi rispetto alla settimana precedente (aumento maggiore o minore del 50%)".

La fascia centro-settentrionale della Toscana, da ovest a est, è a livello di rischio 2 o 3. Sono invece più protette le zone meridionali, caratterizzate da una bassa diffusione anche a marzo-aprile. Le spiegazioni? "La minore densità abitativa e la minor presenza di aree metropolitane, grandi poli industriali o manifatturieri, può contribuire a spiegare queste differenze".

L'età media

Nelle ultime settimane l'età media dei positivi è salita, "da inizio settembre a oggi - si legge nel report - è passata da 40,6 anni agli attuali 44,7 anni, ma è ancora piuttosto bassa se paragonata con quella che aveva caratterizzato la prima ondata (56 anni). Sono aumentati, tra i contagiati, gli over 60, mentre tendono a diminuire i casi al di sotto dei 20 anni, fascia d’età che aveva caratterizzato il contagio nel periodo estivo. Nelle ultime settimane l’emersione di alcuni focolai in Rsa può aver contribuito all’aumento degli over 60 tra i nuovi casi e alla diminuzione della quota relativa rappresentata dai più giovani. L’aumento dei casi totali, in particolare degli anziani, ha fatto sì che i ricoveri riprendessero ad aumentare in maniera consistente. È ormai noto, infatti, che il rischio di sviluppare sintomi più severi, fino ad aver bisogno di un ricovero ospedaliero, è associato all’età anziana".

Le attese nel breve periodo

Ecco le attese dell'Ars nel breve periodo: "Serviranno almeno tre settimane per vedere gli effetti delle misure contenute nel dpcm del 24 ottobre. Se nel frattempo i ritmi di crescita dei contagi, dei ricoveri e dei decessi dovessero mantenersi in linea con quelli osservati nelle ultime settimane, nella nostra regione prevediamo di raggiungere entro circa una settimana i livelli di ospedalizzazione raggiunti al culmine della prima ondata di marzo-aprile, pur con numeri di terapia intensiva occupata più contenuti. Di conseguenza ci attendiamo anche un ulteriore incremento dei deceduti. È essenziale quindi prevedere un rafforzamento dei presidi ospedalieri e del personale sanitario, infermieristico e sociosanitario, così come si sta evidenziando nelle ultime settimane, con particolare riferimento alle strutture intermedie di cure per decongestionare i reparti ospedalieri dalle situazioni cliniche più lievi. Come detto ormai molte volte, serve attenzione massima ai luoghi a maggior rischio di contagio e di conseguenze in termini di salute (gli stessi ospedali e le residenze per anziani)".

Tracciamento e mezzi pubblici

Serve anche "rafforzare ulteriormente il sistema di tracciamento dei casi e dei contatti, per cercare di limitare il più possibile la possibilità che persone positive, presumibilmente asintomatiche, alimentino inconsapevolmente i contagi. Il rafforzamento previsto e annunciato da parte di Regione Toscana con altri 500 operatori dedicati al tracciamento va in questa direzione. Sempre la Regione Toscana si è mossa per limitare il sovraffollamento sui mezzi di trasporto, serio indiziato nella maggiore diffusione del contagio soprattutto a partire da metà settembre in coincidenza con la riapertura delle scuole ed il ritorno in presenza sui luoghi di lavoro. Il reperimento di mezzi privati da mettere a disposizione del trasporto pubblico potrebbe contribuire alla diminuzione del rischio nella popolazione". Infine la raccomandazione sull'uso della mascherina e sul distanziamento ("Continua ovviamente a essere essenziale che tutti quanti la indossino sempre e mantengano un distanziamento tale da prevenire il contagio, qualora anche inconsapevolmente si trovassero in presenza di persone positive asintomatiche") e anche sulla necessità di rivolgersi "al proprio medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta nel momento in cui dovesse affiorare una sintomatologia compatibile al Covid19: la necessità di non affollare i pronto soccorso senza un filtro clinico può aiutare la risposta ospedaliera nei giorni, non facili, che potremmo trovarci a dover affrontare".