Amanda Knox rompe il silenzio e parla a "Le Iene": "Io, dipinta come una brutta persona"

A distanza di 14 anni dall’omicidio di Meredith, la Kercher racconta la sua versione: “Mi rivedo in Chico Forti”. E Sollecito: “Mi trattano come uno che l’ha fatta franca”

Amanda Knox

Amanda Knox

Roma, 4 novembre 2021 – Nonostante quel suo viso d’angelo, è stata “dipinta come una brutta persona”. Dopo un silenzio durato anni, Amanda Knox ha deciso di far sentire la sua voce, parlando per la prima volta a una trasmissione italiana. Lo ha fatto in esclusiva ai microfoni dell Iene, nell'intervista che sarà mandata in onda il 5 novembre, in prima serata su Italia 1. La versione di Amanda arriva esattamente a distanza di 10 anni dal suo rientro negli Stati Uniti e dopo 14 anni dall’omicidio di Meredith Kercher.

Per la vicenda di cronaca che tutti ricordano, insieme a Raffaele Sollecito, la Knox era stata prima condannata, poi assolta in appello, poi nuovamente condannata (a seguito della decisione della Cassazione di ripetere il processo), infine ritenuta definitivamente non colpevole dall’accusa di aver ucciso la coinquilina a Perugia. La sentenza chiuderà per sempre la vicenda giudiziaria, ma il dibattito, anche a distanza di molti anni, non si è esaurito. Ancora molte, infatti, le domande aperte e il pensiero che l’opinione pubblica, qui nel nostro Paese, almeno per quanto riguarda Amanda Knox, sia ancora fortemente colpevolista.

Volato a Seattle dove la donna ora vive e lavora, Gaston Zama l’ha incontrata per conoscere la sua opinione, sia sulla vicenda di cronaca di cui era una dei protagonisti, sia per capire meglio quello che sembra avere alcuni punti in comune con la storia di Chico Forti, l’imprenditore italiano che nel 2000, negli Stati Uniti, è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Dale Pike. Trasmesso recentemente dell’emittente americana Cbs, infatti, il reportage dedicato alla vicenda del nostro connazionale pone la domanda ''Chico Forti is the italian Amanda Knox?''. Nel servizio anche le parole di Raffaele Sollecito, con cui la Knox, ai tempi del delitto di Meredith aveva una relazione sentimentale, raggiunto in un secondo momento dall'inviato.

Sul motivo per cui non abbia mai parlato con la tv italiana, la Knox dice: “In 4 anni di carcere ho visto i media italiani dipingermi come la più brutta persona, non mi conoscevano, non mi parlavano. Hanno inventato la persona più brutale del mondo”. Ma quando dici che i media hanno distorto la tua immagine a cosa ti riferisci? "L'immagine di me era di una bugiarda, razzista, ossessionata dal sesso, che voleva male alla gente. Tutto quello che di più brutto si può dire di una donna l'hanno riferito a me".

Ti riferisci anche alla descrizione del rapporto che è stato fatto di te e Raffaele? "Io e Raffaele siamo stati dipinti nel modo in cui l'accusa ha voluto dipingerci, così da convincere le persone della nostra colpevolezza. È difficile andare nella vita quando sei collegata a una vicenda così tragica e orrenda come l’omicidio, quando non c’entri niente. Resta addosso, come è rimasto addosso a Raffaele. So che anche lui soffre”, dice Amanda Knox.

Mentre Raffaele Sollecito afferma: "Dopo il male che mi è stato fatto, dopo gli errori che in questo caso sono stati fatti, l’ingiustizia rimane. L'assoluzione passa in secondo piano, non se ne parla più tanto e mi trattano come una persona che l’ha fatta franca”.

A chi ti riferisci? "Sia ai media che ai magistrati - dice Sollecito - che sono stati parte dell'accusa. Purtroppo, la narrazione mediatica, soprattutto quella di cronaca, è strettamente legata al teorema accusatorio della procura. Alcune notizie che sono venute fuori da lì erano estremamente private e non c'era motivo di tirarle fuori".

"A chi poteva interessare quanti uomini aveva avuto Amanda?", chiede Sollecito. La Knox parla anche di Rudi Guede, unico condannato nella vicenda. Alla domanda su cosa abbia pensato quando è uscito dal carcere due anni fa, lei risponde: "Non lo conosco, posso solo pensare su quello che so. So che ha ucciso Meredith e so che lui non ammette di averlo fatto e che punta il dito contro di me e Raffaele. Cambia sempre versione per allontanarsi, soprattutto dopo essere stato arrestato. Penso che lui non si sia reso veramente conto delle conseguenze delle sue azioni. Lui era un uomo armato contro una donna senza arma, non deve essere per forza più complicato di così”.

“Penso ci siano tutte le prove e tutti gli elementi per capire cosa sia successo quella notte e tutte portano a Rudy Guede. Non ci sono prove che ci collegano a quell'omicidio. È il motivo per cui tutt'ora c'è la sensazione che tutta questa storia non sia chiusa del tutto", aggiunge Amanda Knox.

Infine, su Chico Forti la Knox dice: "Sono stata molto commossa dall'onda di solidarietà degli italiani nei suoi confronti che mi ha ricordato quella che gli americani hanno rivolto su di me. La giustizia americana ha fatto malissimo a lui. Nelle due vicende molte cose sono simili. Il suo interrogatorio non è stato registrato, poi hanno costruito un caso contro di lui che era privo di evidenze. Di quella sabbia trovata non c'è la foto. Hanno dimenticato di quelle tracce di sangue che venivano dal mare invece che dalla strada. Questo caso è imbarazzante, non ci sono prove contro di lui. La polizia ha deciso sin da subito il colpevole e nel momento in cui per loro l'evidenza era un ostacolo hanno inventato altre prove. Questo è un esempio non solo di incompetenza ma anche di corruzione".

Cosa penseranno gli italiani nel sentirti parlare a supporto di Chico Forti? "C’è un pregiudizio su di me come qui, negli Stati Uniti, c'è per Chico. Mi vedo in lui, riconosco quella sofferenza e quella speranza di essere riconosciuto per quello che è. L'Italia è importante per me. Io non porto rancore nei confronti dell'Italia e so che gli italiani che continuano a odiarmi, odiano un'idea di me che non esiste. E non è colpa loro. Sono stati messi davanti a una storia falsata, sono stati ingannati, quindi non è colpa loro. In ogni caso sono felice di poter offrire il mio punto di vista per aiutare un italiano. Tutti i sistemi giudiziari oscillano e fanno degli errori. Non si può dare per scontata la giustizia, non è qualcosa che ti viene semplicemente data, anche se te la meriti, ma qualcosa per cui devi lottare e Chico lo farà per il resto della sua vita", conclude.

Maurizio Costanzo