"Ecco come ti senti se hai l'Alzheimer": in piazza l'apparecchio per "vivere" la malattia

In tanti hanno potuto ‘vivere’ la malattia attraverso un’esperienza immersiva. E il 23 settembre al cinema Principe sarà proiettato il film ‘Ho sposato mia madre’ a ingresso libero

I visori presentati dal Gruppo Korian

I visori presentati dal Gruppo Korian

Firenze, 20 settembre 2019 – Ha fatto tappa a Firenze ‘Fermata Alzheimer’, il tour voluto dal Gruppo Korian, partito da Treviso per concludersi a Bari, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle demenze che colpiscono solo in Italia 1 milione e 200 mila persone e 50 milioni nel mondo, e che considerando la crescita vertiginosa, si stima che il numero addirittura triplicherà in tre anni.

In tanti hanno aderito all’iniziativa in piazza Ognissanti, organizzata dal Gruppo Korian, leader europeo nei servizi di assistenza e cura di pazienti con demenza, e patrocinata dal Comune di Firenze, dove hanno potuto fare una vera e propria esperienza immersiva nella patologia, attraverso visori multimediali che hanno portato i visitatori in una realtà parallela, conoscendo da vicino e ‘vivendo’ la malattia per 10 minuti grazie a un visore che, attraverso delle immagini in 3D, ha di fatto proiettato lo spettatore nell’Alzheimer. Inoltre, grazie alla collaborazione con Aima Firenze, l’Associazione Italiana Malattia Alzheimer, per tutta la giornata è stato possibile fare colloqui di educazione cognitiva con il personale dell’associazione, ricevendo consigli pratici sugli stili di vita per prevenire il decadimento e mantenersi in forma dal punto di vista cognitivo. Presenti, insieme all’assessore a Welfare e Sanità Andrea Vannucci, i professionisti delle strutture Korian che hanno fornito informazioni sui servizi dedicati al territorio toscano.

“Come esperti di cura e assistenza delle persone anziane, da anni come Korian siamo impegnati nella sensibilizzazione sull’Alzheimer con progetti come Alzheimer in Lab e Spezza l’indifferenza - dichiara Andrea Mecenero, Ceo Korian -. Quest’anno abbiamo voluto fare un passo ulteriore con un vero e proprio tour che toccherà le diverse regioni d’Italia con l’intento di sensibilizzare quante più persone possibili su una malattia purtroppo in vertiginoso aumento. Grazie ai visori multimediali che permetteremo ai partecipanti di provare sulla propria pelle l’Alzheimer per 10 minuti”.

Sempre in occasione del mese dell’Alzheimer, il 23 settembre alle ore 20 a ingresso gratuito al cinema Principe, si terrà la proiezione alla presenza del cast artistico e tecnico, di ‘Ho sposato mia madre’, il film del regista Domenico Costanzo, che parla dell’amore dei figli verso i genitori affetti da Alzheimer. Interverranno alla proiezione, presentata da Michele Brancale, l’assessore regionale al diritto alla Salute Stefania Saccardi, l’assessore comunale Andrea Vannucci, il presidente Aima Firenze, Manlio Matera, il regista Domenico Costanzo, il direttore Gestionale Korian Villa Michelangelo Francesco Biondi e Korian Le Magnolie.

“Il Comune di Firenze dedica la massima attenzione all’Alzheimer - ha detto l’assessore Vannucci - per rispondere sia ai bisogni di cura dei malati, che ai bisogni di sostegno delle famiglie. Da 20 anni sostiene il centro di ascolto Alzheimer dell’Aima di Firenze che accoglie i familiari dei malati per orientarli ai servizi e sostenerli nel lavoro di cura. Il Comune ha avviato e sta sviluppando nuovi servizi per l’Alzheimer nella sede della Asp Firenze Montedomini, con l’intento di farne un centro di eccellenza per formazione, assistenza e sostegno alle famiglie. E in questo contesto la collocazione a Montedomini della sede di Aima risponde alle esigenze di prossimità con i luoghi di cura e i  bisogni delle famiglie”.

“L’Aima ha aderito con entusiasmo al progetto proposto da Korian - ha spiegato il presidente di Aima Firenze, Manlio Matera - perché crediamo fortemente che far conoscere, sensibilizzare, informare, sia fondamentale per generare più consapevolezza sulla malattia e fornire strumenti in più per affrontarla. Sta a noi lavorare per una comunità sensibile e consapevole in grado di facilitare un’apertura sociale e combattere lo stigma, e farlo in rete con enti e istituzioni, contribuisce a favorire sempre di più un adeguamento della rete dei servizi ai bisogni di cura e assistenza”.