Almanacco del giorno: 5 novembre 1895, brevettata in America la prima automobile

La curiosità: nei primi anni del Novecento si accese un dibattito sul genere maschile o femminile da attribuire al nome “auto-mobile”. A risolvere il caso della declinazione ci pensò Gabriele D’Annunzio, ecco come

Una delle prime automobili

Una delle prime automobili

Firenze, 5 novembre 2021 - Era il 5 novembre 1895, una data storica sul fronte della mobilità: il progettista George Baldwin Selden ottenne infatti quel giorno il primo brevetto statunitense di un’automobile.  In realtà l’auto-mobile (chiamata così perché in grado di “muoversi da sola”) non è stata il frutto dell’ingegno di un solo uomo, ma il risultato di ricerche, tentativi e prove compiute da un gran numero di appassionati e di scienziati.

Fin dalla preistorica invenzione della ruota, l’uomo si è sempre ingegnato per muoversi più velocemente. Dagli esperimenti di Leonardo da Vinci si arrivò, sul finire dell’Ottocento, a James Starley, che perfezionò il suo già collaudato velocipede - un veicolo con la ruota posteriore motrice più alta di quella anteriore - adattandolo a due ruote delle stesse dimensioni. Nel corso degli anni, la bicicletta venne poi potenziata con un piccolo motore a scoppio e togliendo i pedali: nacque così la prima moto-cicletta. Karl Benz osò ancora di più,  pensando ad un veicolo che, al posto di sole due ruote, ne potesse contemplare almeno tre, riuscendo a brevettare il primo triciclo dotato di motore, con un cilindro orizzontale da lui stesso ideato e costruito. Risale al 1769 la costruzione del primo veicolo capace di muoversi autonomamente su strada, opera del francese Nicolas-Joseph Cugnot. Si trattava di un carro a tre ruote realizzato per l’Esercito francese, spinto da un propulsore a vapore e capace di viaggiare a 4 km/h . Vent’anni dopo, nel 1789, negli Stati Uniti venne brevettato il primo veicolo a vapore, realizzato da Oliver Evans. Sempre negli Usa, ma nel 1879, venne depositata la domanda per un brevetto relativo a un veicolo con motore bicilindrico e quattro ruote. Aveva preso avvio un periodo di importanti sviluppi sul fronte della mobilità, grazie anche all’evoluzione della componentistica: nel 1859 Gaston Planté aveva inventato la prima batteria al piombo per auto.

Sono andate evolvendosi anche le caratteristiche e le dimensioni del motore: quello a scoppio, costruito già nel 1854 ad opera degli italiani Barsanti e Matteucci, venne utilizzato per far muovere una vettura qualche anno dopo da Lenoir, ma prima che questo motore dimostrasse la sua superiorità dovette passare ancora del tempo. È il 1901 quando, al Salone di Parigi, venne presentata quella che per molti è considerata la prima automobile di concezione moderna. Per la prima catena di montaggio di automobili bisogna invece aspettare il 1908, anno in cui Ford inizia a produrre in serie il suo modello ‘T’. Solo nel 1919 ci sarà il debutto di un’altra importante innovazione tecnica: sulla Hispano-Suiza H6B quell’anno comparve il primo sistema di pedale unico per il freno, che eliminò il doppio comando (leva e pedale) utilizzato fino a quel momento. I primi anni del ‘900 furono significativi anche perché apparve l’utilitaria: la Francia e l’Italia furono i primi Paesi a costruire macchine di questo tipo, destinate a cambiare il modo di muoversi e di vivere di milioni di persone.

Tuttavia, nonostante i vantaggi e la portata rivoluzionaria, l’automobile finì al centro di un acceso dibattito, che non riguardava certo l’utilità e il suo valore, unanimemente riconosciuti. Bensì l’ambiguità grammaticale del termine: essendo ritenuta da alcuni come un ‘carro automobile’ o un ‘veicolo automobile’, il genere maschile prevalse e - come attestato dal ‘Dizionario moderno’ di Alfredo Panzini del 1905 e da varie conferme letterarie - inizialmente si affermò. Tuttavia il termine, se inteso come ‘carrozza automobile’ e ‘vettura automobile’, si prestava anche al genere femminile. Il dubbio amletico era di difficile soluzione:  meglio dire “un automobile” oppure “una / la automobile”?. Se quest’ultima declinazione prevalse è stato anche per l’autorevole opinione di Gabriele D’Annunzio, che nel 1920, in una lettera a Giovanni Agnelli, fugò ogni dubbio. Scrisse: «Mio caro Senatore, in questo momento ritorno dal mio campo di Desenzano, con la Sua macchina che mi sembra risolvere la questione del sesso già dibattuta. L’Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità d’una seduttrice; ha, inoltre, una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza. Ma, per contro, delle donne ha la disinvolta levità nel superare ogni scabrezza. Inclinata progreditur. Le sono riconoscentissimo di questo dono elegante e preciso. Ogni particolare è curato col più sicuro gusto, secondo la tradizione del vero artiere italiano. Per consacrare l’accertamento del genere maschile o femminile, ormai determinato dalla novissima macchina, Mastro Paragon Coppella, orafo del Vittoriale, osa offerire alla Sua figliuola e alla Sua nuora questi infallibili talismani. Le stringo la mano. Il Vittoriale. 18 febbraio 1920. Il Suo Gabriele D’Annunzio».

Nasce oggi

Vivien Leigh nata il 5 novembre 1913 in India. L’attrice britannica rimarrà per sempre negli annali della storia del cinema per aver interpretato il melodrammatico personaggio di Rossella O’Hara in ‘Via col vento’.

Maurizio Costanzo