Alloggi popolari, prima ai toscani? Lega all’attacco: "Il Pd ci copia"

Divisioni sulla proposta di legge. I Dem: «Non solo diritti»

Tommaso Fattori, Susanna Ceccardi e Stefano Scaramelli

Tommaso Fattori, Susanna Ceccardi e Stefano Scaramelli

Firenze, 21 novembre 2018 - L’idea di «premiare la Toscanità» nell’assegnazione delle case popolari si era fatta strada, in Consiglio regionale, già a primavera, anche su input del sindaco di Firenze, Dario Nardella. Ma ora che la discussione della proposta di legge si avvicina (sarà in Commissione la prossima settimana) si intensifica il dibattito politico. Fra favorevoli e contrari. Ma anche fra chi rivendica la paternità dell’idea.

Ma quali sono le novità che andranno in discussione? Tramontata subito l’idea di innalzare dai 5 attuali a 8/10 gli anni di residenza necessari per entrare in graduatoria (provvedimenti simili sono stati bocciati dalla Corte costituzionale) la proposta della commissione guidata da Stefano Scaramelli (Pd) punta ad aumentare il punteggio a chi da più tempo risiede o lavora nel Comune (2 punti se da 10 anni, 3 per 15 anni, 4 oltre 20) o è in graduatoria (fino a 6 punti). Sale l’incidenza del rapporto fra canone d’affitto e reddito (fino a 4 punti) e il reddito Isee oltre il quale si perde la casa popolare (da 33mila a 36mila euro il limite massimo).

Infine l’esclusione e la decadenza del diritto per chi commette reati con pena detentiva oltre i cinque anni, corsi di educazione civica per gli assegnatari e 2 punti alle giovani coppie a prescindere dalla durata della convivenza. Ma Sì - Toscana a Sinistra attacca. «Il Pd e Rossi inseguono la Lega – dicono i consiglieri regionali Tommaso Fattori e Paolo Sarti - e nascondono il vero problema: l’assoluta scarsità di case popolari. Le norme per attribuire più punti a chi è più toscano, oltre ad essere discriminatorie, non otterranno effetti, perché gli investimenti sono pochi».

«È vero il Pd ci sta copiando – rincara il commissario toscano della Lega, Susanna Ceccardi – in pratica stanno riprendendo quello che noi abbiamo fatto nei Comuni che amministriamo». «La nostra è una proposta che coniuga diritti e doveri – dice Scaramelli – dalla Lega ci saremmo aspettati piuttosto qualche emendamento». Non commenta il presidente della Regione Enrico Rossi, mentre l’assessore alla Casa Vincenzo Ceccarelli sottolinea che la ‘residenza in Toscana’ è un parametro già presente nella legge vigente e che vale per chi da più anni abita nella regione e non solo per chi ci è nato.