Allerta meteo. "Sindaci lasciati soli"

La rivolta parte da Piombino. Ferrari e l’appello alla Regione: «Linee guida per il maltempo o è il caos»

Francesco Ferrari, sindaco di Piombino

Francesco Ferrari, sindaco di Piombino

Piombino, 17 novembre 2019 - Quattro giorni di allerta meteo nel giro di due settimane: va bene l’ondata di maltempo, ma i sindaci della val di Cornia, che devono assumersi la responsabilità di chiudere o mantenere aperte le scuole, chiedono nuove linee guida per gestire quella che non è più un’emergenza ma un fenomeno ricorrente, visti i cambiamenti climatici. Lo fanno con una lettera alla Regione Toscana. Chiedono un tavolo per una revisione del sistema delle allerte meteo, in modo che il sistema di previsione del rischio venga affinato e «si possa garantire la sicurezza, senza creare disagio ai cittadini se questo non è strettamente necessario». Tra le proteste anche quella del sindaco di Cecina Samuele Lippi che annuncia la convocazione di tutti gli amministratori costieri perché «questo modello di protezione civile non va bene».

A firmare la lettera Francesco Ferrari, sindaco di Piombino, Alberta Ticciati di Campiglia, Alessandro Massimo Bandini di San Vincenzo, Jessica Pasquini di Suvereto e Alessandro Scalzini di Sassetta. Francesco Ferrari, uno dei sindaci promotori dell’iniziativa, spiega il perché di una lettera alla Protezione Civile Regionale «Così non va – dice – . Tutti insieme, sindaci di centrodestra e centrosinistra, abbiamo chiesto un incontro con la Protezione Civile per vedere se c’è una migliore organizzazione. Vogliamo che la Protezione civile ci dia altri strumenti. Con la recente riforma Del Rio il riordino del sistema nazionale di Protezione Civile ha affidato maggiori responsabilità ai sindaci, senza però dotarci di mezzi idonei alle valutazioni delle singole situazioni di allerta». Quali sono le difficoltà di un sindaco quando arriva l’allerta meteo? «La difficoltà che si presenta è quella di tutelare l’incolumità dei cittadini sulla base di un codice che giunge dalla Regione, ma che non consente una lettura univoca: ormai c’è una consuetudine che è quella di chiudere le scuole ogni qual volta il codice è arancione, ma in capo agli uffici di un Comune non ci sono strumenti per un approfondimento». Quali le proposte per migliorare il sistema? «C’è la necessità di avere una maggiore vicinanza e supporto da parte di Regione e Provincia nell’interpretazione del codice diramato. Con ciò, ogni volta che un sindaco decide di chiudere le scuole lo fa per tutelare i propri cittadini, non certo per regalare un giorno di festa agli studenti. Se poi quel giorno non piove, pazienza: meglio un giorno di chiusura in più che una sottovalutazione di un’allerta meteo». La sicurezza resta al primo posto, è chiaro ma cosa fare se le allerte si ripetono spesso? «Il Comune di Piombino – afferma il sindaco – ha un’ottima organizzazione per gestire le situazioni di allerta meteo: vi sono sistemi automatici e non che consentono in pochi attimi di diramare la notizia di un’allerta alle forze dell’ordine e a tutti i soggetti interessati, coinvolgendo la Polizia Municipale e le associazioni di volontariato che operano quali soggetti a cui è attribuito il ruolo di protezione civile. Tuttavia, con i sindaci di San Vincenzo, Campiglia M.ma e Suvereto ho concordato di chiedere un tavolo di concertazione con la Regione Toscana per migliorare e affinare il sistema di rilevazione del rischio; come ho già detto, la responsabilità è in capo a noi sindaci, ma la Regione deve darci più strumenti di lettura dei codici di allerta e deve essere maggiormente vicina nella gestione dei rischi». Maila Papi