Affitti brevi e Airbnb, divieti solo per una notte. Gli albergatori toscani bocciano il disegno di legge

Bocciano il ddl che prevede un minimo di due notti di soggiorno anche Cgil, Filcams Cgil e Sunia

Polemiche per il disegno di legge sugli affitti brevi

Polemiche per il disegno di legge sugli affitti brevi

Firenze, 31 maggio 2023 - “La montagna ha partorito il topolino: è un provvedimento gattopardesco per lasciare tutto com'è”. Sono arrabbiati e delusi gli albergatori toscani, dei quali si fa portavoce Daniele Barbetti, presidente di Federalberghi Confcommercio Toscana, per il disegno di legge presentato dalla ministra Santanchè che disciplina le locazioni turistiche e fissa, tra l'altro, a due giorni il pernottamento minimo negli appartamenti stile Airbnb. “Serve un salto di qualità – protesta Barbetti, che chiede più coraggio al governo nella stesura della legge –  per intervenire davvero in una materia complessa, che da troppi anni non solo inquina il mercato della ricettività con i problemi di concorrenza sleale e di abusivismo, ma rende impossibile qualsiasi pianificazione o gestione dei flussi turistici. E le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti, soprattutto nelle città ad alta vocazione turistica come Firenze: emorragia di residenti dai centri storici, speculazioni immobiliari, impoverimento della rete commerciale di vicinato, sovraffollamento concentrato in alcune aree e orari”.

I numeri in Toscana

Con oltre 59mila unità locative offerte sul web, la Toscana è la regione con il più alto numero di annunci di locazioni turistiche sul portale Airbnb. Secondo l’indagine di Federalberghi nazionale, Firenze è al terzo posto nella classifica dei comuni turistici con maggiore offerta di alloggi disponibili per affitti brevi (se ne contano 8.454), subito dopo Roma (19.336) e Milano (12.264). La città è terza anche per il loro tasso di occupazione, pari all’83%. Vale a dire che oltre otto posti letto su dieci tra quelli disponibili nella rete degli affitti turistici brevi vengono effettivamente venduti ai turisti. Un tasso di occupazione superiore lo registrano solo Roma (88%) e Positano (84%).

Le richieste di Federalberghi Toscana

Federalberghi Toscana (Confcommercio) chiede di intervenire sulla permanenza minima negli Airbnb, che non può essere di sole due notti (“suona come una presa in giro” afferma Barbetti), in quanto negli esercizi ricettivi italiani è di 3,3 notti. Questo significa che la nuova normativa si applicherà solo a una minima parte dei flussi turistici. Ad esempio, spiega Federalberghi, saranno esclusi tutti i soggiorni per vacanza, a partire dai week end, per di più solo in una minoranza di comuni. L'associazione degli albergatori chiede anche un ruolo più forte dei sindaci, in quanto “grandi e piccoli centri sono invasi da una marea di alloggi, che si nascondono dietro la foglia di fico del contratto di locazione e operano sul mercato alberghiero senza rispettarne le norme”. Infine, il capitolo controlli e sanzioni. “Certezza e adeguatezza della pena sono gli unici deterrenti validi contro abusivismo e concorrenza sleale. Comminare multe di tremila euro alle multinazionali del web è ridicolo, certo non si lasceranno spaventare da questo”, conclude il presidente di Federalberghi Confcommercio Toscana.

Cgil e Sunia sul disegno di legge: “E' una proposta indecente”

Boccia il disegno di legge sugli affitti brevi anche Cgil e Sunia. “Le anticipazioni stampa sulla nuova legge preparata dal ministero del Turismo ci mettono di fronte a una proposta indecente che prevedrebbe il minimo di due notti nei centri storici delle grandi città e nei comuni ad alta densità abitativa, senza intaccare in nessun modo la speculazione sulle locazioni turistiche tramite piattaforma”, affermano Cgil, Filcams Cgil e Sunia Firenze. Che aggiungono: “I temi della residenzialità, dell’overtourism, della crisi degli alloggi, della negazione del diritto allo studio, dell’espulsione dei residenti dalle città metropolitane e d’arte, non solo non vengono toccati, ma addirittura vengono ribadite le scelte normative che hanno portato a queste condizioni. Nessuno strumento e nessuna facilitazione viene di fatto concessa ai Comuni per cercare di governare questo fenomeno che tanti disagi sta creando ai residenti, ma soprattutto ha generato una crescita irresponsabile degli affitti e sottratto tutti gli alloggi alla disponibilità di famiglie e lavoratori. Siamo in assoluta controtendenza rispetto a quanto sta accadendo nelle maggiori città europee”.

Sul tema, Cgil e Filcams Cgil, insieme a Sunia e Ebtt, hanno organizzato il convegno “Abitare e lavorare a Firenze – Casa, trasporti e salario per combattere la terziarizzazione debole della città – Contro l’espulsione della working class dalla città”. Appuntamento lunedì 5 giugno a Firenze alla Camera del lavoro in Borgo Greci 3 (salone Di Vittorio). Prevista la diretta Facebook sulla pagina Cgil Firenze.