Accoltellato al cuore per gelosia: il dramma di Firenze, bigliettino risolve il caso

Imprenditore ferito dalla cameriera in pieno centro nel capoluogo toscano

Una macchina dei Carabinieri (foto d'archivio)

Una macchina dei Carabinieri (foto d'archivio)

Firenze, 16 marzo 2019 - Un fendente d’impulso a lambire il cuore, vibrato con un coltello a serramanico da una cameriera di 31 anni al suo datore di lavoro di 40, titolare di un pub in piazza del Carmine a Firenze, al culmine di una discussione, mentre passeggiavano fianco a fianco, dopo mezzanotte, nell’elegantissima, centralissima via della Vigna Nuova.

Un uomo a terra, il sangue, le urla, la paura. Poi, all’arrivo dei carabinieri, un depistaggio: «Un magrebino ci è piombato alle spalle, aveva un cappello di lana, scuro. L’ha accoltellato per prendergli il portafogli. E’ scappato verso piazza della Repubblica».

Non è vero, non c’è nessun aggressore extracomunitario. I carabinieri del radiomobile del maggiore Daniele Puppin l’hanno intuito rapidamente. In via della Vigna, di fronte alle richieste di indicare la via di fuga dell’aggressore, lei è stata troppo sbrigativa. «Ma non mi interessa, sono abituata a questi fatti, vivo da tanto a Firenze...». Portata in caserma, si è contraddetta.

«E’ scappato di là, in piazza Goldoni, no di là...». Fino ad ammettere. Antonella Civale, cosentina di Castrovillari, residente in via Cavour è stata arrestata sentito il pm Giacomo Pestelli, per tentato omicidio e simulazione di reato; Alessio Mazzella, originario di Marina di Campo, è ricoverato a S.Maria Nuova. Non rischia la vita il titolare dell’Hidden Pub di piazza del Carmine. Ma la ferita è brutta. Versamento di sangue nel cavo pericardico, tra i lembi di tessuto aderenti al cuore, e shock emorragico. Prognosi riservata. Gli è andata non bene: di più.

Nel rapido accertamento della verità è entrata in maniera decisiva anche una manina anonima. L’accoltellamento all’altezza del numero 26: mentre sentivano sul posto tre testimoni (una ha riferito di aver sentito la Civale dire al telefono «abbiamo avuto una discussione, c’è stato un incidente») i carabinieri hanno notato un foglietto cadere dall’alto «probabilmente da una finestra del numero 17».

Sul marciapiede è planato un foglio piegato. Chiuso da una graffetta. L’hanno aperto e letto: ‘Controllate nella sua borsa. L’ha accoltellato lei’. La manina è destinata forse a restare anonima, al citofono del 17 ci sono 20 targhette, tra queste hotel e affittacamere; di certo l’indizio’ si è rivelato molto utile per orientare a senso unico, e definitivo, gli accertamenti. Allora i carabinieri hanno cercato il coltello. L’hanno recuperato da un cestino di rifiuti appeso a un palo di una fermata Ataf. Macchiato di sangue.

Sequestrato il giubbotto della donna, schizzato di sangue sulla manica destra. Allora lei ha ceduto. Dice però di aver preso il coltello, lui le ha afferrato la mano, ci sono stati strattoni e spinte, una più brusca ha fatto entrare il coltello nel petto. Versione che, se provata, potrebbe far rubricare il tentato omicidio in lesioni gravi. Ancora a terra, ma cosciente nonostante il sangue perso, Mazzella avrebbe cercato di coprirla avallando la fantomatica aggressione. Dopo in ospedale, quando i carabinieri gli hanno detto senza preamboli che la ragazza aveva ammesso, si è ‘arreso’: «E’ stato per gelosia...».

Quale «tempesta emotiva», quale «mix di rabbia e di disperazione, profonda delusione e risentimento» – per dirla con due recenti sentenze per femminicidio – ha scatenato la Civale? «La gelosia», ha detto lui. Gelosia per motivi di lavoro, sentimentali, o entrambi? Lei gli avrebbe rimproverato l’assunzione di un’altra cameriera. Forse eccessive attenzioni. Alle 5 l’ultima sorpresa: dopo l’arresto i carabinieri le hanno chiesto chi voleva come difensore e chi avvisare. Lei ha risposto «avvertite il mio compagno».