Marcinelle 8 agosto 1956, la tragedia dell'emigrazione

Morirono 262 minatori, oltre la metà erano italiani. L’ultimo dei 13 superstiti è morto nel 2017

Marcinelle (foto Ansa)

Marcinelle (foto Ansa)

Firenze, 8 agosto 2022 - Erano le 8.10 di un drammatico 8 agosto 1956 quando a Marcinelle, in Belgio, scoppiò un inferno di fuoco. In quel preciso istante erano al lavoro 275 minatori, impegnati nell’estrarre carbone a ciclo continuo a quasi un chilometro sotto terra.

La miniera del Bois du Cazier, che era di proprietà statale, ad un certo punto prese fuoco. Le successive indagini accertarono che all’origine del rogo c’era un carrello, di quelli che i minatori usavano per trasportare il carbone. Fu questa dunque la causa di una strage di immense proporzioni, nella quale persero la vita 262 lavoratori, di dodici diverse nazionalità. Oltre la metà erano italiani: 136, emigrati in Belgio da tutta la Penisola in cerca di lavoro, dove avevano andati in cerca di una paga e di un futuro, e trovarono invece la morte. Solo 13 di loro riuscirono a salvarsi.

Era successo che uno dei carrelli si era bloccato nel montacarichi del pozzo del Bois du Cazier, privo di sistemi di prevenzione. A causa di un malinteso tra chi era nel sottosuolo e i manovratori in superficie, il blocco finì per provocare la rottura di un condotto di olio sotto pressione e di alcuni cavi elettrici. È a quel punto che avvenne un'esplosione che originò l'incendio. Le fiamme finirono per propagarsi rapidamente a tutta la miniera. Gli uomini che erano al lavoro sottoterra non ebbero alcuna possibilità di scampo: rimasero intrappolati tra i 975 ed i 1.035 metri di profondità, dove andarono incontro a una fine atroce per via del fuoco, oppure soffocati dall'ossido di carbonio.

I minatori non hanno potuto in alcun modo mettersi in salvo, dal momento che la miniera era priva di uscite di sicurezza. Quanto ai soccorsi, solamente 15 giorni dopo, il 23 agosto, una squadra riuscì ad entrare nel pozzo. Le speranze e le illusioni dei familiari vennero spezzate nel momento in cui i soccorritori diedero conferma di quello che si sospettava: "Tutti cadaveri". Per via della polvere di carbone che ricopriva i loro volti, i minatori in Belgio erano detti 'musi neri'. Vivevano in povertà estrema in baracche che poco tempo prima avevano ospitato i prigionieri sovietici dei lager tedeschi, e che avrebbero accolto dopo la sconfitta gli stessi tedeschi fatti prigionieri. Nel dopoguerra ne arrivarono dall'Italia 140mila, anche in virtù di un accordo tra i governi, secondo il quale l'Italia inviava mille minatori a settimana in cambio di 200 chili di carbone al giorno per emigrato. Le vecchie strutture della miniera a Marcinelle, costruite coi caratteristici mattoncini rossi, sono state restaurate a futura memoria. L'ultimo dei 13 superstiti uscito miracolosamente vivo dall’inferno di fuoco della miniera, è morto nel 2007.

Nasce oggi

Bruno Lauzi nato l’8 agosto 1937 ad Asmara, in Eritrea. Cantautore tra i più noti e apprezzati, è stato tra i principali esponenti della storica scuola genovese, cui fecero parte, tra gli altri, Fabrizio De Andrè e Gino Paoli. Scrisse molti brani capolavoro per vari artisti, tra cui Ornella Vanoni e Mia Martini. Amava la letteratura e andare a funghi, tanto che si definiva un ‘poeta fungaiolo’.

 

Maurizio Costanzo