27 settembre 1822: decifrati i geroglifici, la scoperta che ha cambiato la storia

Con un’intuizione geniale l’archeologo Jean-Francois Champollion scoprì la chiave per leggere le sacre incisioni rimaste un mistero per 2mila anni

Jean-Francois Champollion e geroglifici

Jean-Francois Champollion e geroglifici

Firenze, 27 settembre 2022 - Il 27 settembre del 1822, esattamente duecento anni fa, veniva esposta e presentata a Parigi all’Académie des Inscriptions et Belles Lettres, la "Lettera a M. Dacier". Conteneva l’intuizione geniale dell'archeologo francese Jean-Francois Champollion che aveva scoperto la chiave esatta per decifrare la lingua dell’antico Egitto rimasta un mistero per 2mila anni: i geroglifici, termine che vuol dire "sacra incisione". Nel corso dei secoli tanti storici avevano provato a interpretarli, ma senza alcun risultato. Ma dove avevano fallito linguisti e archeologi, riuscì Champollion, che aveva una dote naturale per le lingue antiche, di cui era appassionato fin da quando era bambino. Decisiva fu la scoperta della famosa Stele di Rosetta, la lastra in basalto che riportava un’iscrizione, un decreto di Tolomeo V scritto in tre lingue e registri differenti: greco antico, demotico e geroglifici.

Il giovane Francois Champollion studiò una copia della preziosa stele, e lui che era un profondo conoscitore della lingua copta, intuì delle corrispondenze tra la parte scritta in demotico e quella in greco. Essendo il demotico vicino al copto, ed evoluzione ultima dell’antico egizio, il passo successivo fu quello dell’interpretazione dei geroglifici, che fino a quel momento erano stati considerati come una struttura meramente figurativa. I simboli avevano dunque un valore fonetico ed erano una combinazione tra ideogrammi e pittogrammi, al punto che riuscì a stilare una prima lista di faraoni con i relativi anni di regno. Grazie a Jean-Francois Champollion e a questa sua formidabile scoperta, la storia segreta di una civiltà millenaria poteva cominciare ad essere finalmente svelata. Nasce oggi Grazia Deledda. nata il 27 settembre 1871 a Nuoro. Tra le più grandi scrittrici italiane, nei suoi romanzi ha ritratto ambienti e figure della Sardegna con un risvolto psicologico e un senso doloroso della fatalità, tra verismo e decadentismo. Nel 1926 è stata insignita del Premio Nobel per la letteratura. Ha scritto: “Le grandi cose si dicono in silenzio”.

Maurizio Costanzo