Prato, 15 aprile 2014 - IL 14 APRILE di dieci anni fa era imprigionato in Iraq insieme a Salvatore Stefio e Umberto Cupertino, bodyguard come lui. A pochi passi da loro i carcerieri uccidevano l’altro italiano prigioniero, Fabrizio Quattrocchi. Oggi il pratese Maurizio Agliana è tornato a una vita normale. Abita e lavora a Roma dove ha fondato una società che si occupa di sicurezza personale proprio con Stefio e Cupertino, la Resurgit. Ieri però i tre soci sono tornati indietro di dieci anni. Tutti Insieme, per la prima volta dal 2004, sono andati al cimitero monumentale di Genova davanti alla tomba di Quattrocchi (c’era anche Dridi Forese: era con loro in Iraq ma non venne rapito).
«E’ stato molto emozionante essere lì tutti insieme, con i familiari di Fabrizio. C’era anche mio padre, era un anniversario speciale».
Che cosa ha detto ai familiari di Quattrocchi?
«Ho pregato davanti alla tomba, poi abbiamo parlato di tante cose. Anche di quello che bisognera’ rettificare».
A cosa si riferisce?
«Alle parole scritte dai magistrati della Corte d’Assise di Roma nelle motivazioni della sentenza di assoluzione dall’accusa di terrorismo per due dei nostri rapitori, i carcerieri. Chi ha organizzato il nostro rapimento era un terrorista, quello è stato un atto di terrorismo».
Cosa vi hanno detto i familiari di Quattrocchi?
«La sorella ci ha chiesto di mantenerne viva la memoria ed e’ quello che faremo. Tra l’altro ha voluto vedere il mio tatuaggio. Da qualche tempo porto sul braccio le sue ultime parole: vi faccio vedere come muore un italiano».
Avete qualche iniziativa in programma?
«Portiamo avanti due gruppi facebook, uno si chiama ‘Onore a Fabrizio Quattrocchi’ e l’altro è sui maro’, ‘Liberi subito’».
Cosa pensa del loro caso?
«Che qualcuno avrebbe potuto fare molto di più».
Anche per Quattrocchi?
«Difficile dirlo, lo hanno ucciso solo due giorni dopo averci catturato. Le trattative in 48 ore non si fanno».
Si sente un miracolato, a dieci anni di distanza?
«Mi sento fortunato a essere tornato, non ci sono dubbi. I primi tempi avevo difficoltà a dormire sul letto e stavo per terra, ma ora e’ tornato tutto normale».
Cosa direbbe oggi a Quattrocchi se lo potesse avere davanti?
«Se fosse ancora qui sarebbe tutto diverso... Comunque lo ringrazierei per l’orgoglio che ha sempre avuto e l’attaccamento al suo Paese».
Leonardo Biagiotti