di Giovanni Spano
 

Firenze, 23 marzo 2014 - Galleria degli Uffizi, le 15,30 di ieri. Turisti e appassionati di arte sfilano davanti alle opere di incommensurabile bellezza e valore. Tappa obbligata la «Nascita di Venere» del Botticelli, una delle opere più famose e amate nel mondo, conservata nelle sale 10-14 di Botticelli, dove si trova anche la sua «Primavera». Dipinta tra il 1482 e il 1485, commissionata dai Medici, è diventata un simbolo della pittura del ’400 italiano, densa di significati allegorici.
 

COLTO da estasi, un giovane uomo, il sorriso un po’ nervoso, strano, inebetito, comincia a togliersi la giacca, poi la camicia, fino a restare completamente nudo davanti al capolavoro di Afrodite ritratta nuda anch’essa, su una conchiglia che solca il mare. Il giovane ha le mani tinte di rosso e da una piccola borsa estrae e lancia in aria petali di rosa: «Questa è poesia, questa è poesia» sussurra in un italiano stentato. Gli fanno capannello intorno altri visitatori sbigottiti; a qualcuno pare di vedere nelle mani dell’artista improvvisato anche una piccola videocamera, c’è chi decifra tra le poche parole declamate dall’uomo il termine ‘performance’. Gli uh uh di sorpresa si fanno via via più intensi e richiamano dalle altre stanze due custodi, un uomo e una donna.
 

BLOCCANO il visitatore, lo coprono con un telo e gli dicono di rivestirsi. Per fortuna i timori di un gesto inconsulto contro il capolavoro vengono subito messi da parte. L’uomo viene tenuto dai due custodi in una sala vicina. Arrivano i carabinieri della vicina stazione «Pitti» e portano il turista in caserma. Il giovane è davvero spagnolo e ha circa 25 anni. I carabinieri chiamano un avvocato d’ufficio e lo interrogano — l’ipotesi di reato è atti osceni — per poi rilasciarlo.
Lui non se ne cura, piuttosto si preoccupa di sapere se la scena è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza. Addirittura se qualcuno, tra gli altri visitatori, ha ripreso con il telefonino la sua performance d’artista ‘ispirato’ dalla Venere nuda. Che, secondo una interpretazione, «rappresenta la nascita dell’Amore e della bellezza spirituale come forza motrice della vita».
 

IL GIOVANE spagnolo ha quindi voluto condividere questa forza propulsiva e si è abbandonato all’estasi? O il suo gesto è stato studiato, voluto e organizzato ben oltre quella che va sotto il nome di sindrome di Stendhal?