di ALBERTO PIERINI

Arezzo, 23 febbraio 2014 - E' stato in braccio a un ministro: ma lo ha scoperto solo ieri. Ieri, quando tutta Laterina parlava di quella sera nella quale Maria Elena Boschi faceva la Madonna nel presepe vivente del paese. Anno 1998. Vestita d’azzurro, più o meno lo stesso colore col quale si è presentata ieri mattina in Quirinale: ed è stata chiamata, prima tra i ministri, a firmare l’impegno di servire la Repubblica. «Certo, ero io quel bambino» dice con orgoglio Andrea Margiacchi, un talento del pallone e anche lui oggi impegnato in parrocchia.

E nelle foto trova anche il babbo, che in quella occasione faceva San Giuseppe: marito di un ministro? Beh, in fondo sì, sia pur nella simulazione sacra del presepe.

«Guarda mamma: quella in Tv è la ragazza bella che viene in chiesa»: Edy Maria Pulcini, un po’ l’anima della mostra dei presepi, racconta il grido del figlio, la sera prima. Laterina guarda e ricorda. Immagini che la parrocchia ha conservato negli scaffali che fanno la storia e la vita del paese. Anche se da allora è cambiato il parroco. Oggi è don Mario Ghinassi.

«Una bella persona, riservata: è spesso alla Messa della domenica». Ora è rassegnato a vederla un po’ meno. Ma allora...«L’ho battezzata: il mio primo battesimo da parroco a Laterina» ci racconta don Alberto Gallorini, ora alla Cattedrale di Sansepolcro. «E’ stata catechista, spesso lettrice in chiesa: impegnata e curiosa». Aneddoti? «Era il 1997, la Gmg di Parigi. Lei aveva sedici anni. Voleva scoprire la città e una sera tornò dopo mezzanotte, la sgridai».

Come, un ministro? Sì, a 16 anni si può fare. «Il giorno dopo ho provato a seguirla ma era impossibile. Le ho detto: Maria Elena, mi fido di te anche se sei piccola. vai ma testa sulle spalle. Risultato? Ha rivoltato Parigi, credo abbia visto tutta la città in pochi giorni». Tra i ricordi del paese sfilano altre immagini: le gite del catechismo. Una è a Roma, proprio come ieri, il suo sguardo buca l’obiettivo sul pullman. Roma, dalla quale ripartono in serata i genitori.

«È stata un’emozione — racconta mamma Stefania Agresti — e una grande soddisfazione». Soddisfazione attesa? «Macché: quando hai un bambino in braccio arrivi a immaginare che stia bene non certo che diventi ministro». Di fianco c’è il padre Pierluigi, ex dirigente di Coldiretti e consigliere di amministrazione di Banca Etruria. Al telefono risponde lui, passa il telefono alla moglie: la politica in casa è cosa di donne. Stefania Agresti è vicesindaco.

E presto candidata a sindaco? «Lo decideremo presto». Stessa risposta da Massimo Gennai, che sindaco lo è ancora per un paio di mesi: davanti l’altro possibile candidato, l’assessore Alberto Benini. «Decideremo qui, non ci sarà bisogno di primarie». Uno di quei comuni che un tempo si sarebbero detti bianchi, perché ogni tanto vinceva la Dc, anche se ha avuto sindaci di vari colori. Dalla finestra del suo studio si vede la casa dei Boschi: una villa rosa, immersa nella campagna di Laterina.

«Le abbiamo mandato un telegramma: speriamo di poterla applaudire in paese. Per noi è un orgoglio averla ministro». Paese dal quale sbucano i volti curiosi di chi si ritrova al centro della cronaca. «Ha fatto catechismo a mio figlio Federico — ci racconta dal bar di piazza Rita Gennai — ha uno suo stile particolare, dove va lascia il segno».

Lì di giaguare non vogliono sentir parlare. «Per noi è solo Maria Elena». «Ogni mattina si fermava qui quando c’era la Messa del catechismo — racconta dall’altro bar Pietro Frontani — con le sue amiche, i giovani del paese». E i giovani? «Siamo cresciute insieme» dice con timidezza Giulia Calosci. «Per anni quasi inseparabili, insieme anche in parrocchia. Poi la vita ci ha divise». La figlioletta la guarda dal basso, incuriosita, tra i colori delle pietre di Laterina.

«E’ una persona solida, diritta» dice Anna Maria, tanto timida da non dare il cognome. «Quello che appare è quello che è» assicura Alberto Severi: vive davanti ai Boschi. «I miei figli hanno uno un anno di più e l’altro un anno di meno». In piazza non ci sono, nelle foto che la gente recupera dalle scatole o dagli album sì, insieme a mille altri volti. Le botteghe aprono, sul Corso che dalla torre conduce alla piazzetta della chiesa. Lì dove la domenica Maria Elena viene alla Messa. Come ai tempi del catechismo. E del presepe con il vestito azzurro: quasi come quello di ieri al Quirinale.