Siena, 9 marzo 2013 - I PUBBLICI MINISTERI che svolgono accertamenti sul suicidio di David Rossi stanno verificando eventuali collegamenti con l’inchiesta aperta sull’ipotesi di insider trading per fuga di notizie relative all’azione di responsabilità decisa giovedì 28 febbraio dal cda. Una delle ipotesi, spiega una fonte giudiziaria, è che David Rossi possa essersi tolto la vita dopo aver avvertito un clima di «sfiducia» professionale nei suoi confronti.
 

Secondo la fonte, stando alla ricostruzione dei magistrati, Rossi non avrebbe assistito alla seduta del board, non avrebbe conosciuto nel dettaglio l’ordine del giorno e non sarebbe stato messo a conoscenza della decisione assunta nei confronti dell’ex presidente Giuseppe Mussari e dell’ex dg Antonio Vigni, e soprattutto nei confronti delle banche Nomura e Deutsche, a cui il Monte ha complessivamente chiesto danni per 1,2 miliardi.


ROSSI, è la ricostruzione, avrebbe avuto l’informazione solo il giorno dopo leggendo due quotidiani o nella stessa tarda serata di giovedì, al termine di una cena, a giornali ormai chiusi. Il giorno dopo la banca, dopo aver visto l’articolo, ha presentato un esposto alla Procura che ha aperto un’inchiesta per la fuga di notizie, perquisendo anche gli uffici di due membri del cda (Lorenzo Gorgoni e l’avvocato Michele Briamonte), ma, a quanto si apprende, senza trovare riscontri.
 

I pm stanno anche verificando se, nei giorni seguenti, siano realmente circolate voci secondo le quali all’interno della banca qualcuno avrebbe comunque incolpato Rossi, apertamente o meno, della fuga di notizie. Il presidente della Banca Alessandro Profumo e l’Ad Fabrizio Viola, però, anche ieri hanno ribadito che avevano fiducia in Rossi. E sulla morte del capo della comunicazione della Banca sia il presidente che l’ad di Mps sono stati ascoltati tra il pomeriggio dell’altro ieri e ieri dai pm titolari dell’inchiesta sul Monte dei Paschi. All’uscita della Procura né Profumo, né Viola hanno voluto rilasciare dichiarazioni.
 

IN PARTICOLARE il dottor Nicola Marini (l’unico pm della nostra Procura a non occuparsi della Banca, ma solo della morte di Rossi che l’autopsia ha confermato essersi trattato di suicidio) ha già chiesto alla polizia postale di esaminare i cellulari sequestrati sia nell’ufficio, che in casa di David e il suo computer. Ci vorranno alcuni giorni per avere tutto il traffico telefonico in entrata e in uscita dai telefonini. Acquisiti, pare, anche i tabulati delle telefonate fatte e ricevute da David Rossi dal fisso dell’ufficio. Insomma il pm chiede di ricostruire le ultime ore di vita del capo dell’area comunicazione di Mps.
Intanto la squadra mobile sta rileggendo le agende e alcuni appunti trovati sempre nell’ufficio e anche questi acquisiti nel corso del sopralluogo eseguito il giorno dopo la tragedia.
r.s.