Firenze, 7 marzo 2013 - GENTILE DIRETTORE, ho letto sul web la notizia della vile aggressione da parte di un uomo nei confonti della ex a Grosseto, per di più al cospetto dei due figli piccoli della donna, di soli 11 e sette anni. Sono aumentati la coscienza del fenomeno e il numero delle denunce. Soltanto in Italia e in pochi altri paesi sottosviluppati si assiste a un aumento del fenomeno. Come si può fare per fermare gli aguzzini? Possibile che non si riesca a fare nulla anche a tutela dei minori?
Simona R. - via mail

UN REATO odioso diventa ancora più abietto e detestabile se commesso al cospetto di minori. Gli esperti la chiamano «violenza assistita» e, purtroppo, almeno in Italia, è in forte aumento. Minori che sono appunto sono testimoni di botte e soprusi di ogni genere e che rischiano di diventare adulti portandosi dietro tutta una serie di problematiche psicologiche e comportamentali di difficile soluzione. Compresa la possibilità che possano replicare in una futura famiglia ciò che hanno subìto da spettatori inermi. Secondo i dati del Telefono Rosa addirittura otto donne su dieci, tra quelle che hanno il coraggio della denuncia, dichiarano di avere figli che assistono alle violenze. Sono quasi sempre mariti, conviventi ed ex a commettere i reati tra le mura domestiche. Quasi sempre persone «normali», che si trasformano in mostri capaci di ogni tipo di aberrazione. Che non si ferma certo di fronte a misure cautelari troppo blande. E’ aumentata la coscienza del fenomeno, ma non basta più rompere il silenzio, il muro di vergogna, spesso il ricatto economico. Servono leggi più severe. Anche a tutela dei minori.