di Sandro Bennucci

Firenze, 13 dicembre 2012 - "Se la speranza è un capello, come mamma ci faccio una treccia».
E’ il messaggio che Rita Betti, sbarcata ieri in Brasile per correre al capezzale del suo Dario, ha inviato via sms ai colleghi dell’agenzia di stampa della giunta regionale. Con preghiera di girarlo ai lettori de La Nazione che hanno risposto con decine di mail al suo grido di dolore e al suo appello: servono 120mila euro, oltre alla mano del Cielo, per salvare Dario Calistri

Dai calcoli fatti dall’amministrazione dell’ospedale privato brasiliano, sono necessari mille euro al giorno per la degenza, e altre decine di migliaia ne servono per gli interventi chirurgici, che saranno molti e di varia natura. Intanto, sia pure da distanza, sono scesi in campo i medici di Careggi, su richiesta di mamma Rita e babbo Massimo Calistri, che non potevano dare una risposta certa quando è stato chiesto loro di autorizzare il trasferimento di Dario da Ilheus a Salvadore Bhia. Un trasferimento di 600 chilometri.

Il dottor Arturo Chieregato, direttore di neuroanestesia e terapia intensiva di Careggi ha chiesto di vedere la Tac di Dario. Il suo responso è atteso per stamani. Ma in tanti stanno rispondendo anche all’appello dei dipendenti della Regione, colleghi di Rita ed ex colleghi di suo marito Massimo. Un dirigente regionale si è dichiarato disponibile a devolvere mille euro, invitando altri cento dirigenti a fare altrettanto.

«Nella disgrazia che mi è capitata ho ritrovato tanti amici e tanta solidarietà», scrive ancora mamma Rita dal Brasile. Aggiungendo: «Sono centinaia le telefonate, le mail e i messaggi d’incoraggiamento che ho ricevuto. Ringrazio tutti di cuore, anche La Nazione, per aver raccontato il dramma del mio Dario e per aver lanciato l’appello». Sulle condizioni del ragazzo, mamma Rita frena la voce del cuore, che vorrebbe esssere un inno alla speranza, e parla con realismo: «Sono finalmente riuscita a raggiungerlo dopo due giorni di volo e tanti cambi d’aereo. Sono fiduciosa, anche se i medici dicono che è presto per fare previsioni e che la strada è ancora lunga e in salita. Io, non lo nascondo, sono provata, ma anche molto determinata».

Rita è arrivata a Ilheus, la città dove Dario sta lottando nel suo letto d’ospedale. All’aeroporto ha trovato ad aspettarla un’assistenta sociale brasiliana, che parla italiano. Con lei, e con suo marito Massimo, è andata all’incontro con i medici. Ha visto Simona, la compagna di Dario. E Valentina, la nipotina di tre anni. Poi, probabilmente trattenendo le lacrime, ha scritto l’sms. Chiedendo di aiutarla a fare quella treccia di speranza.

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