Firenze, 20 luglio 2012 - PIAZZA Vittorio Veneto, un progetto che non decolla e il degrado che regna sovrano. In attesa delle cosiddette «Grandi Cascine», l’ex discoteca Meccanò, una delle aree che dovrebebro essere riconvertite (il condizionale è davvero d’obbligo), si è trasformato in un albergo abusivo dove bazzicano, fra gli arredi arrostiti dall’incendio del 15 aprile 2008, alcune persone dell’est europeo. Non basta. L’attuale parcheggio di superficie, immerso nel vuoto pneumatico sul lato Fosso Macinante, la notte si trasforma in territorio di caccia per le scorribande dei «campeggiatori» del Meccanò. Che nell’ultimo mese hanno frantumato una cinquantina di finestrini e saccheggiato altrettante auto in sosta.
POI C’È lo spaccio di droga. Che ora viaggia con la tramvia. L’inconsapevole corriere per il via vai di dosi è proprio Sirio le cui fermate Porta a Prato-Leopolda e Cascine, si sono trasformate in piazze d’incontro fra pusher e clienti. «Basta uno squillo al cellulare — spiegano dal bar La Baracchina, a pochi passi dal «covo» – e il pusher di turno scavalca la recinzione del Meccanò per andare a consegnare la roba alla fermata Cascine della tramvia. Ci mettono un attimo, il tempo di scambiarsi la dose. Altre volte invece salgono a bordo». Un copione collaudato che nel week end va in scena anche tre o quattro volte in un pomeriggio. La «banca», come i residenti che passeggiano da queste parti a caccia di una boccata di verde chiamano il magazzino della droga, sembra essere proprio l’ex Meccanò. Una fortezza ben collegata ai mezzi pubblici, inespugnabile e priva di sorveglianza, anche la più minima. Come quella garantita dal passaggio di podisti e amanti della tintarella estiva. Chi può se ne tiene alla larga. «In fondo — aggiungono — chi andrebbe mai a controllare se si spaccia su un tram?». Ma il giro di affari nell’ultimo mese sembra essersi allargato anche al salotto buono di corso Italia, via Solferino e via Montebello. Qui i bancomat da spremere sono le auto dei residenti. Buste della spesa, borsette, capi di abbigliamento e anche permessi invalidi. Tutto quello che è possibile arraffare dai sedili delle macchine in sosta.
«FINO alla scorsa settimana — racconta il portiere del civico 43 in via Solferino — la mattina c’era da mettersi le mani nei capelli a fare la conta dei finestrini rotti. A un’invalida del palazzo hanno perfino spaccato il vetro della macchina per rubare il pass». Una razzia che avviene soprattutto di notte e che parte proprio da quel Meccanò dove, secondo i residenti, il soggiorno dei nuovi inquilini è iniziato dopo lo sgombero del 14 giugno per mano di polizia municipale e nucleo cinofilo dei Carabinieri, nel quale furono allontanati dieci irregolari di origine nordafricana.
«IL COMUNE ci ha sempre considerato una zona vip — dicono i residenti di Corso Italia —, una zona lontana dal degrado notturno delle Cascine e dagli schiamazzi della movida. Ora, però, visto quello che sta accadendo, iniziamo a essere preoccupati. Di giorno almeno — aggiungono — il parcheggio è sorvegliato dagli addetti della Firenze Parcheggi. Non sarà molto ma a volte basta poco per tenere lontano brutte facce». Anche perché con pochi residenti, molti uffici e cinque alberghi in un fazzoletto di qualche centinaia di metri quadrati, la zona che precede l’ingresso monumentale al parco delle Cascine fino a lungarno Vespucci, è un passepartout perfetto per chiunque voglia agire all’ombra da occhi indiscreti.
«IL PROBLEMA — dicono dal Café Al Comunale di via Magenta — sono proprio le due discoteche abbandonate davanti a cui la sera spesso si radunano gruppi di balordi provenienti dalle Cascine, che stazionano in piazza Vittorio Veneto». «Non è possibile avere paura di parcheggiare l’auto sotto casa propria. E pensare — aggiungono — che abitiamo fra il Teatro dell’Opera e il Comunale. Grandi Cascine? Non importa che siano grandi, basta siano «veloci», prima che il controllo della piazza sfugga del tutto all’amministrazione e si crei una nuova via Palazzuolo».
Di Claudio Capanni
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