Siena, 19 marzo 2012 - Sciopero il 2 aprile per i dipendenti del Monte dei Paschi: dopo aver incrociato le braccia in tutta Italia lo scorso 16 marzo, ci sarà un nuovo sciopero dunque programmato appunto nella giornata del 2.

Una protesta contro il tentativo di ''ridurre unilateralmente i diritti contrattuali dei lavoratori'' mediante la delibera del Cda sul taglio dei costi del personale, affermano i sindacati, che hanno dichiarato un'adesione dell'85% per
lo sciopero del 16 marzo, con filiali chiuse per oltre il 90% delle unita' produttive, e ottomila presenze in piazza.

I dipendenti Bmps, sostengono le Rsa, ''hanno chiesto in maniera forte il ritiro del rapporto del direttore Viola e
l'annullamento della delibera del Cda, per ripristinare un confronto fra le parti serio, scevro da soluzioni precostituite e basato in maniera esclusiva sul recupero della redditivita' per la Banca e per il Gruppo''.

In piazza del campo alle mosse lunghe sono abituati. Durante le Carriere di luglio e agosto possono arrivare anche a delle ore. Figuriamoci quando in palio ci sono le nomine all’interno della terza banca del paese. Così, ieri pomeriggio, per quasi quattro ore i sei componenti della deputazione amministratrice della Fondazione Mps hanno conversato, più o meno ‘amabilmente’, aspettando una telefonata dagli altri palazzi della politica senese. Già perché questa volta a partire di rincorsa spettava proprio alla politica. E, in particolare, alle diverse anime del Pd.

E sono stati proprio gli esponenti del Pd e i vertici degli Enti locali (Comune e Provincia nominano 13 dei 16 componenti della Deputazione generale di Palazzo Sansedoni) a confrontarsi per cercare un accordo sui sei nomi, quelli che spettano all’azionista di maggioranza, da indicare all’assemblea di Banca Monte dei Paschi, già convocata per il 27 aprile, per il prossimo Cda. Così è solo dopo le 20 che è davvero cominciata la seduta della Deputazione amministratrice, inizialmente convocata per le 16. Precisamente erano le 20,15 quando dall’interno di Palazzo Sansedoni è arrivato l’annuncio che la riunione era finalmente iniziata, segno che l’accordo era vicino. Nessun problema per i nomi di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola. L’ex ad di Unicredit, da giorni, è indicato come prossimo presidente del Monte, mentre l’attuale direttore generale, fin dal suo arrivo a gennaio scorso, era certo del suo ingresso nel Cda e della carica di amministratore delegato.
 

Quando la riunione inizia sul tavolo ci sono anche i nomi di Alfredo Monaci e di Fabio Borghi, entrambi già membri del Cda del Monte, il primo dovrebbe essere uno dei vicepresidenti, mentre il secondo è già al terzo mandato all’interno del board di Rocca Salimbeni.

MA, POCO PRIMA delle 21, sul tavolo arrivano anche altri tre nomi: Tania Groppi docente di Istituzioni di Diritto Pubblico all’Università di Siena, Angelo Dringoli docente di economia e gestione delle imprese sempre all’Università di Siena e quello del commercialista Marco Turchi. Nomi ‘caldeggiati’ dagli enti locali e che dovrebbero rappresentare, insieme a quelli di Profumo e Viola la ‘discontinuità’ richiesta dal sindaco Franco Ceccuzzi e dal presidente della Provincia Simone Bezzini. A questo punto per completare la rosa dei sei ce ne sarebbe uno di troppo. Ed è qui che è iniziata una lunga trattativa. Da una parte l’ipotesi di confermare solo Alfredo Monaci, indicato alla vigilia come vice presidente e con alle spalle un solo mandato nel cda della banca, dall’altra quella di lasciare invece Fabio Borghi, già leader della Cgil locale, ma con alle spalle già ben tre mandati nel board di Rocca Salimbeni. Ma sul tavolo c’era anche una terza opzione. Quella di confermare sia Alfredo Monaci che Fabio Borghi, inserendo come elementi di discontinuità Profumo, Viola, Groppi e Dringoli, confermando invece Marco Turchi nel collegio sindacale del Monte. Una discussione lunga in cui hanno pesato le posizioni delle due anime del Pd, quella diessina, guidata dal sindaco Franco Ceccuzzi, e quella degli ex Margherita, con alla testa il presidente del Consiglio regionale della Toscana Alberto Monaci, (fratello di Alfredo). Un confronto acceso durato sino alle 22. C’è la decisione. Ma è una sorpresa. Spunta il nome di un’altra donna, un’altra docente universitaria: Paola Demartini, ordinaria di economia all’Università Roma Tre. Alfredo Monaci e Fabio Borghi restano fuori. Mentre nel collegio dei revisori entranio Paola Serpi e Claudio Gasperini Signorini. E’ a questo punto che il presidente della Fondazione, Gabriello Mancini, lascia palazzo Sansedoni, si è astenuto sul voto per Profumo e ha votato contro la lista complessiva per il Cda. Segno che all’interno della Deputazione (anche Enrico Bosi ha votato no sia a Profumo che alla lista) si è consumata una profonda frattura. Una soluzione di discontinuità che questa mattina verrà giudicata dal mercato, ma che a Siena non lascerà più niente come prima.
 

Tommaso Strambi