Firenze, 23 ottobre 2011 - E' morto nella notte tra venerdì e sabato, a Firenze, Don Enzo Mazzi, il sacerdote rimosso dalla sua parrocchia dell'Isolotto dal cardinale Ermenegildo Florit nel 1968. Aveva 84 anni ed era malato da tempo.

 

Questa mattina, intorno alle 10, centinaia di persone si sono strette intorno a lui per l'ultimo saluto. Ha scelto di essere cremato don Enzo Mazzi, lo si e' appreso dalla stessa Comunita' dell'Isolotto, che per oltre un giorno ha 'custodito' la notizia della morte. La salma di Mazzi, intanto, si trova in una cappella mortuaria del policlinico di
Careggi, ''ma non e' visitabile'', ha detto un membro della Comunita'. La cremazione dovrebbe avvenire giovedì.
 

 

Tra le molte persone che oggi hanno voluto rendergli omaggio nella 'Baracca' nel popolare quartiere dell'Isolotto, sotto le tettoie del mercato, anche gli esponenti di diverse comunita' di base di varie città italiane, tra cui Roma e Livorno, insieme a tutti quelli che hanno condiviso con lui gli oltre 40 anni di questa esperienza di base A conclusione della commemorazione, aperta dalle letture del Vangelo, anche il rito della Comunione usando del pane che e' stato inviato alla Comunita' da don Alessandro Santoro, un giovane prete 'di frontiera' considerato 'erede' di don Mazzi.

 

LA PAROLA AI FEDELI

''Scusi, lei e' il parroco? Glielo chiedo perche' e' da quando hanno mandato via Don Mazzi che non entro in questa chiesa'': la signora Valentina, 80 anni, ha appena saputo che Don Enzo Mazzi e' morto e non sembra darsi pace. ''Avrei voluto che fosse lui a darmi la benedizione, ma se puo' farlo lei sono contenta lo stesso'': il parroco dell'Isolotto, don Piero Sabatini, lo fa e l'abbraccia. ''Sa - racconta la signora - e' da 43 anni che non entro in questa chiesa, da quando lo mandarono via. Ma ho sempre pensato che, come diceva, don Enzo, 'la chiesa e' anche la' fuori, e' dappertutto''. ''Quando sono arrivata all'Isolotto ero una ragazza madre. Oggi ce ne sono tante ma allora era ancora piu' difficile. E don Mazzi si e' preso cura di me e di mio figlio, cosi' come faceva con chiunque altro'', dice la signora. Ma lei c'era quando mandarono via Don Mazzi? ''Certo. Fecero malissimo a lui e a noi. E mi ricordo benissimo che tutti lo abbiamo seguito. Come abbiamo sempre seguito la 'messa' davanti alla chiesa in piazza''. E ora che non c'e' piu' cosa fara'? ''Continuero' ad avere fede e spero che mi aspetti in paradiso. Io non lo so se mi vorranno, ma lui c'e' arrivato davvero''.

 

LA STORIA 

La rottura con la Chiesa avvenne per la solidarietà data da Don Mazzi ai giovani che avevano occupato il duomo di Parma, nell'ottobre del 1968: una protesta contro la costruzione di una chiesa finanziata dalla locale Cassa di risparmio. Il cardinale Ermenegildo Florit chiese al sacerdote di ''ritrattare la lettera o di dimettersi'' da parroco e, per tutta risposta, Mazzi convocò i suoi parrocchiani in assemblea in piazza e, davanti a loro, rispose ''no'' al vescovo.


Per lui scattò la rimozione da parroco e la chiesa fiorentina si spaccò tra coloro che cercavano una soluzione più morbida, che in qualche modo facesse tornare indietro il cardinale Florit e lo stesso Mazzi. Tra i due, però, non ci fu dialogo, nonostante gli inviti rivolti ad entrambi da una parte dei preti fiorentini, tra cui il futuro arcivescovo Silvano Piovanelli, che fu tra i firmatari di una lettera che non ebbe risposta.

 

L'arcivescovo Florit dopo aver fatto sgomberare la canonica, nominò un nuovo parroco all'Isolotto e don Mazzi dette vita alla Comunità di base che da allora, e fino ad oggi, ha continuato a riunirsi ogni domenica per una celebrazione nei prefabbricati costruiti vicino alla chiesa. Qualche anno più tardi, nel 1974, per Enzo Mazzi arrivò la sospensione a divinis.


Fu proprio Piovanelli a cercare un riavvicinamento, in particolare durante il Sinodo della Chiesa fiorentina nel 1992, ma senza riuscire a ricondurre l'ex sacerdote all'interno della Chiesa. Mazzi è stato un punto di riferimento di tanti preti del dissenso, e nel corso degli anni la sua Comunità ha preso posizione su tutti le battaglie 'civili' che hanno spesso diviso gli stessi cattolici, dal divorzio all'aborto, dalla guerra al caso di Eluana Englaro. Mazzi, come don Alessandro Santoro, il parroco fiorentino delle Piagge, accolse Beppino Englaro quando nel marzo 2009 venne a Firenze per ricevere la cittadinanza onoraria.

 

IL CARDINALE PIOVANELLI: "NESSUNO PUO' GIUDICARE"

 

''Nessuno può giudicare''. Con queste parole, ''ma soprattutto con la preghiera'', l' arcivescovo emerito di Firenze, cardinale Silvano Piovanelli, ha accolto la notizia della morte di Enzo Mazzi. Piovanelli, che nel 1968, poco dopo l'annuncio della rimozione di don Mazzi da parroco dell'Isolotto, fu tra i firmatari di una lettera indirizzata all'arcivescovo Ermenegildo Florit e allo stesso sacerdote per trovare una soluzione non dirompente per la chiesa fiorentina, ricorda poi le parole di Marcello Labor, un ex sacerdote di Trieste, ''per il quale ora è in corso la causa di beatificazione'': ''Diceva Labor - spiega l'arcivescovo emerito - 'quando mi trovo davanti a un peccatore, prego per lui e mi domando quale sia la mia responsabilità del suo peccato''.

 

DON SANTORO: "AMAVA IL VERO GESU'"

 

Un amico, un compagno, una persona che ha sempre amato quel Dio 'vero' del Gesù del Vangelo''. Don Alessandro Santoro, parroco alle Piagge, quartiere alla periferia di Firenze, spesso in contrasto con le gerarchie ecclesiali e molto legato a Enzo Mazzi, parla così appena avuta la conferma della morte dell'ex parroco dell'Isolotto. ''E' stato vicino a tutte le vicende civili con grande capacita' di lettura - prosegue don Santoro -. Un amico nel mondo ecclesiale, un acuto interlocutore. Una persona da accompagnare con affetto e tristezza profonda sapendo che aveva ancora tante cose da dire e da fare''.  Don Santoro anche nel pomeriggio di oggi aveva sentito la Comunità dell'Isolotto, dove Mazzi e' morto, dopo una lunga malattia: ''negli ultimi giorni era in coma - spiega - ma io voglio portare rispetto al silenzio che intorno a lui voleva la sua famiglia. Cercherò di essere vicino nei prossimi giorni a tutti''.

 

IL CORDOGLIO DI VANNINO CHITI 

 ''La scomparsa di Enzo Mazzi addolora profondamente. E' stato un protagonista del dissenso cattolico quando era parroco all'Isolotto di Firenze. Critico delle ingiustizie sociali e vicino agli ultimi ovunque, coerente con la fede vissuta poi all'esterno della Chiesa. La sua e' una personalita' simbolo, che ha parlato alla coscienza di quanti non accettano come ineluttabile e immodificabile il mondo e l'organizzazione della societa', i modi di essere delle istituzioni civili ma anche di quelle religiose. Le sue parole sono state di stimolo, lievito per credenti e diversamente credenti, su temi etici e sociali. Ha mantenuto il suo impegno fino all'ultimo, quando le forze cominciavano a mancargli. Ai familiari e alla sua comunita' va il mio profondo cordoglio''. Cosi' il vice presidente del Senato Vannino Chiti ricordando don Enzo Mazzi alla notizia della sua scomparsa.

 

IL CORDOGLIO DI MATTEO RENZI

 

Il sindaco Matteo Renzi esprime "sentite condoglianze ai suoi famigliari e alla sua comunità". "Con Enzo Mazzi se ne va una figura fortemente legata alla città - ricorda Renzi - e in particolare al quartiere dell'Isolotto, dove il suo impegno si è protratto fino agli ultimi giorni''.

 

LE PAROLE DELL'ARCIVESCOVO BETORI

L'arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, ''a nome della Chiesa fiorentina, appresa la notizia della morte di don Enzo Mazzi, ha pregato per lui ed e' vicino alla sofferenza di quanti gli sono stati accanto. Ne ricorda - si legge in una nota della curia fiorentina - l'opera svolta per la fondazione della parrocchia nel quartiere dell'Isolotto e l'attenzione agli ultimi, mentre affida all'amore del Padre e alla valutazione della storia ogni giudizio sugli eventi che lo hanno visto protagonista e che hanno segnato profondamente e dolorosamente l'unita' della Chiesa''.

 

LEONARDO DOMENICI EX SINDACO DI FIRENZE

''E' stata una personalita' importante per questa citta', ha combattuto sempre contro le diseguaglianze. Nei dieci anni in cui sono stato sindaco, Enzo Mazzi e' stato sempre uno stimolo e una coscienza critica per la vita culturale e sociale di Firenze: un pungolo morale fondamentale''. L'ex sindaco di Firenze, oggi europarlamentare del Pd, Leonardo Domenici rende omaggio cosi' a don Mazzi. ''Ricordo - aggiunge - che durante il Social Forum europeo, quando abbiamo voluto rappresentare una citta' aperta al confronto e all'incontro, era in prima fila con tutta la comunita' dell'Isolotto. Ha mantenuto il suo impegno a favore dei piu' deboli fino alla fine, il mio piu' profondo cordoglio va ai familiari e a tutta la sua comunita'''.

 

SINISTRA PER LA COSTITUZIONE

Sinistra per la Costituzione, in un comunicato in cui esprime cordoglio, ''nel ricordo dell'impegno di don Enzo Mazzi per la democrazia, la laicita' e per i diritti sociali partecipa con sincera commozione al dolore della Comunita' dell'Isolotto''.

 

 IDV TOSCANA

"Idv Toscana esprime cordoglio per la morte di don Enzo Mazzi, il primo prete che aveva 'rotto' con le gerarchie ecclesiastiche, ma che era sempre rimasto a fianco dei suoi parrocchiani e dei cittadini in genere''. Cosi' Fabio Evangelisti, segretario Idv Toscana, in merito alla morte del ''prete contro'', simbolo di un modo di approcciarsi alle persone ed ai superiori ecclesiali diretto, in tempi in cui tale atteggiamento non era affatto scontato. ''I suoi interventi su temi delicati come quello del fine-vita, hanno contribuito ad animare ed amplificare la discussione su temi tanto delicati per i cattolici e per l'intera cittadinanza. Non possiamo infine non sottolineare il grande impegno a fianco dei giovani, un impegno che ha permesso a numerosi giovani di salvare e migliorare le proprie vite", conclude Evangelisti.