La Spezia, 9 giugno 2011 - Una bomba è scoppiata ieri mattina quando due carabinieri del comando di Sarzana e due colleghi dei Nas di Genova hanno bussato alla porta della sua abitazione al Termo, nel comune di Arcola, suo luogo natale.

Emiliano Milone - ex giocatore dello Spezia ed ex difensore del Rimini, 35 anni lunedì prossimo - ha così scoperto di essere finito nella lunga lista dei 58 indagati della procura della città romagnola sulla base della legge antidoping. Durante la perquisizione, durata un’ora e quaranta, i carabineri non avrebbero trovato nulla di compromettente. Stando a voci ben informate, invece, il giocatore avrebbe detto che nella sua casa di Rimini ci sarebbero delle «medicine certificate» del principale indagato, il dottor Vittorio Emanuele Grandi, per il quale sono scattati, a Rimini, gli arresti.

 

E DALLA VOCE al telefono del giocatore spezzino si capisce che un intero mondo gli è crollato addosso: «Preferisco per ora non parlare — dice quasi scusandosi per non riuscire a commentare questa vicenda che lo ha portato alla ribalta nazionale —, ma puoi capire come mi senta, sono arrivati i carabinieri a casa mia. E così ho scoperto il tutto». Di più non aggiunge Milone, il personaggio più noto della vicenda che ha portato anche alla scoperta delle sostanze dopanti ’prescritte’ anche ad atleti minorenni.

 

Proprio Milone, secondo l’accusa, si sarebbe sottoposto ad un’ emotrasfusione con ozonoterapia, pratica dopante, dal dottor Bianchi. Quello stesso medico che gli avrebbe anche dato ricette e farmaci di Eprex (Epo) e Gonasi (un prodtto che stimola il corpo alla produzione di testosterone).
La consegna dei medici da parte del dottor Bianchi a Milone sarebbe stata filmata e fotografata dagli inquirenti. Il tutto alla vigilia delle due sfide playout contro l’Ancona, gare che segnarono, però, la retrocessione in C del Rimini. I contatti tra Milone e il medico riminese, stando agli investigatori, sarebbero continuati anche a luglio nella fase di preparazione del campionato successivo quando Milone passò allo Spezia.
 

L’INDAGINE della Procura di Rimini e dei carabinieri dei Nas di Bologna ha tanto di date (dal 3 giugno 2009 fino a luglio 2009), intercettazioni telefoniche e filmati. La notizia di Emiliano Milone indagato per doping è un autentico fulmine a ciel sereno per chi lo conosce e per gli uomini che nel 2008-2009 facevano parte di quel Rimini. Il periodo incriminato è quello dei playout quando in panchina sedeva Guido Carboni. Lui, il tecnico aretino, cade dalle nuvole: «Già  cerco di dimenticare quel periodo che è stato, per come è andata a finire, la pagina più amara dellamia carriera da allenatore, ci mancherebbe solo questa storia.

 

Aggiungerei solo amarezza ad altra amarezza. Io non so come commentare questa notizia, mi sembra del tutto incredibile, ma io sono stato a Rimini solo per 40 giorni». Incredulo anche il presidente di allora del Rimini, Luca Benedettini: «Sono colpito e stupito. In sedici anni che la Cocif è stata proprietaria del Rimini, abbiamo sempre visto una grande correttezza da parte di giocatori, staff medico e tecnico. Si stava attenti che i farmaci non contenessero sostanze proibite, mi sembra tutto così assurdo».