Firenze, 14 dicembre 2010 - LA DIGOS irrompe nell’ufficio della giunta regionale a Novoli e contemporaneamente la Guardia di Finanza arriva a casa e nella sede del consorzio Esprit, l’organismo intermedio per l’erogazione di fondi pubblici che finora avrebbe ricevuto dalla Regione stanziamenti per oltre 14 milioni di euro. E’ stata una mattinata durissima, quella di ieri, per l’assessore regionale toscano all’agricoltura Gianni Salvadori e per la moglie Viviana Viviani (direttrice del consorzio stesso), entrambi sottoposti a perquisizioni e indagati per abuso d’ufficio dalla procura di Firenze. «Stiamo ricercando documenti», ha confermato il procuratore Giuseppe Quattrocchi, dalla cui stanza era appena uscito l’esperto magistrato titolare dell’indagine su Esprit, il sostituto procuratore Paolo Canessa.
 

 

L’IPOTESI di reato avanzata dai magistrati fiorentini fa riferimento ad alcuni finanziamenti europei ricevuti da Esprit e poi rinnovati negli anni grazie anche all’ok della Regione. In particolare, gli accertamenti riguarderebbero i rinnovi dei finanziamenti, perché il primo sarebbe stato concesso quando Salvadori ancora non era un componente della giunta regionale.
 

 

L’INCHIESTA della procura della Repubblica era nata a seguito delle interrogazioni presentate dai consiglieri regionali del Pdl Giovanni Donzelli e Stefano Mugnai sul presunto conflitto d’interessi che avrebbe coinvolto l’assessore Salvadori in relazione a Esprit, diretto appunto da sua moglie Viviana Viviani. Nella prima interrogazione, presentata il 6 settembre scorso, Donzelli e Mugnai parlavano di «poca trasparenza nella gestione dei fondi europei per i progetti delle politiche sociali». I fondi arrivati al consorzio provengono dal programma 2007-2013 del Fondo sociale europeo e, una volta assegnati alla Regione, vengono da questa destinati a iniziative di sviluppo locale tramite bandi pubblici. Esprit si occupa delle procedure burocratiche di concreto trasferimento dei fondi ai soggetti che ne hanno diritto.
 

 

GLI ACCERTAMENTI — prima dei consiglieri regionali del Pdl e ora della procura — fanno riferimento al periodo in cui Esprit avrebbe gestito otto milioni di euro, Salvadori era assessore alle Politiche sociali (si parla della precedente legislatura regionale) e la moglie direttrice del consorzio stesso. Secondo l’accusa, poi, Salvadori avrebbe partecipato all’approvazione di delibere della giunta in cui si stabilivano gli stanziamenti per il consorzio.
ANCHE una commissione d’inchiesta del consiglio regionale toscano si sta occupando della vicenda Esprit, di cui Salvadori fu tra i fondatori nel 2003 e che poi abbandonò due anni più tardi quando divenne assessore regionale. Ma il caso del consorzio è finito anche in sede continentale: infatti la gestione da parte della Regione Toscana dei fondi europei per l’inserimento lavorativo e l’inclusione delle persone svantaggiate è all’esame dell’ufficio Ue contro le frodi, su sollecitazione di alcuni europarlamentari del Pdl.
 

 

DALLA REGIONE, dopo che la notizia del blitz è venuta alla luce, è subito partito un fuoco di sbarramento a favore di Salvadori, che ha rimesso il mandato nelle mani del presidente della giunta regionale Enrico Rossi il quale, però, ha respinto le dimissioni. «Al momento — ha detto Rossi — non si riscontra alcun elemento che possa far venire meno la fiducia nei confronti dell’assessore». Salvadori, che ieri sera ha detto di non aver ancora nominato un legale di fiducia, si è infine dichiarato disponibile «a collaborare con gli inquirenti affinché sia fatta piena luce sull’intera vicenda».