Firenze, 13 novembre 2010 - PIAZZA DEL DUOMO come piazza dei Miracoli, ovvero immersa in un cangiante tappeto verde. Il campanile di Giotto impegnato in una sfida di bellezza mondiale con quello di Pisa: una gara che purtroppo durerà solo lo spazio di un giorno. Ma i fiorentini oggi faranno la fila volentieri per ammirare la piazza come non l’hanno mai vista.

 

E’ il miracolo di San Zanobi che Florens 2010 ripropone. Mille e duecento anni fa durante la trslazione delle relique del santo, l’urna che le conteneva toccò un olmo secco che (era il 26 gennaio) improvvisamente rifiorì. La croce che è in piazza S. Giovanni ricorda proprio quell’evento. Florens 2010, invece, farà fiorire per tutta la giornata di oggi un prato, un morbido velluto vivo, che ci proietterà indietro di mille e passa anni, com’era la piazza all’alba della nascenta Repubblica fiorentina. L’«operazione prato» è cominciata ieri sera alle 21 con l’arrivo in piazza del Duomo di tre enormo bilici scortati dai vigili urbani.

 

Trasportavano 120 pancali che contenevano 4.000 metri quadri di erba «fresca» prelevata la mattina da un centro specializzato fra Roma e Ostia che rifornisce i campi di calcio della capitale. Il prato è composto da migliaia di strisce di verde lunghe 12 metri e larghe da 60 a 90 centimetri. Ben cinquanta persone fino alle sei di stamani si sono prodigate in una gara contro il tempo per stendere le zolle. Stasera dalle 21 partirà l’operazione inversa. Il «miracolo» resterà un ricordo. Il prato svanirà: tremila mq finirianno all’Antella. Le aspettaranno i genitori e i ragazzi della frazione per dotare il loro campetto di calcio di un tappeto adeguato. Altre mille, invece, sono destinati all’area dell’ex istituto Caterina dei Medici in viale Guidoni.
 

 

Quel David ci ricorda la storia e l’orgoglio di essere fiorentini’

«NON RIESCO a staccare gli occhi dallo sprone del Duomo su sui è poggiato il David, è una sensazione irripetibile». E che Roberta Gambacciani, sia emozionata, lo conferma il suo sguardo illuminato mentre spiega al marito il motivo per cui la scultura è stata posizionata sullo sprone, nell’ambito di Florens 2010. «Ho studiato arte, ma avevo quasi dimenticato la contesa sulla posizione della statua, quando ho saputo di Florens ho avuto un flash. E’ un punto di vista inusuale ma bello, per noi fiorentini che siamo abituati a vederlo in piazza della Signoria o all’Accademia».

 

INCANTATA dal David anche Anna Mari, che ieri è uscita di casa «solo per vedere la scultura in cima al Duomo. Non potevo perdermelo, sapevo che lo tenevano poco e volevo vedere che effetto faceva. Lo preferisco in piazza della Signoria, forse è questione di abitudine». «Macché abitudine — incalza Raffaello Profeti — quella non sarebbe stata la sistemazione ideale e i fiorentini lo capirono subito, per questo si accese il dibattito. Quest’operazione culturale ha il merito di ricordarci la storia della statua, che è anche la storia nostra e della città. E’ una delle più iniziative più interessanti che io ricordi e finalmente non è rivolta solo ai turisti ma soprattutto ai fiorentini, che sono ormai abituati alle bellezze della città e camminano spesso con gli occhi bassi. Invece il David ci obbliga a sollevare lo sguardo, anche metaforicamente, nel senso di essere orgogliosi dei nostri tesori». Il David riaccende l’orgoglio fiorentino e la memoria storica di una città spesso distratta o smarrita nei problemi di ordinaria vivibilità del centro storico. Ma non tutti sono d’accordo. «E’ una renzata» taglia corto Enrico Lucchesi «Questo sindaco fa sempre cose clamorose».

 

VERAMENTE l’idea è del presidente di Confindustria Giovanni Gentile. «Sicuramente ci sarà di mezzo Renzi — non si arrende Lucchesi —. Comunque non è male, anche se c’è troppo contrasto con la facciata scura, dà l’idea di quanto sia sudicio il Duomo. Quest’iniziativa ha il pregio di farci riflettere, perché ti chiedi come mai l’abbiano messo lì, io non lo sapevo». La più polemica è Nicoletta Tani, commessa in un negozio di piazza Duomo «E’ terrificante, troppo bianco potevano almeno invecchiarlo per non stonare con la facciata. Messo lassù sembra un impiccato, non è così che si rilancia il turismo». Di tutt’altro avviso Laura Burchi, proprietaria di un negozio di souvenir di fronte allo sprone col David: «Da quando l’hanno installato è un via vai di persone che mi chiedono cosa ci stia a fare lassù. Sono tutti incuriositi, molti fiorentini non conoscevano la disputa sulla collocazione. Era tanto che mancava una boccata di vitalità così a Firenze. Speriamo che gli effetti durino nel tempo».
 

di Agata Finocchiaro