Livorno, 20 marzo 2010 - IL BLITZ delle Fiamme Gialle, scattato giovedì nelle prime ore del mattino con un imponente impiego di militari, ha permesso agli investigatori di acquisire altra copiosa documentazione sia di carattere amministrativo che contabile sul caso della preseunta corruzione in Comune. I militari della Guardia di Finanza si sono presentati in alcuni istituti di credito cittadino dai quali sono usciti con documentazione importante ai fini investigativi per sostenere l’accusa di corruzione. Perquisizioni anche a Firenze nella casa dell’imprenditore Piero Lorenzini, a casa di un suo familiare e nelle sedi delle società. Il materiale sarà spulciato ed esaminato nei prosismi giorni. Così come sarebbero stati prelevati nuovi computer (forse nelle sedi del Comune) dai quali trarre altra documentazione informatica.
 

INTANTO la prossima settimana, savanti al giudice Paola Caporali, scateranno gli interrogatori di Paolo Domenici e di Piero Lorenzini. La Caporali è il giudice che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari su richiesta del pm Massimo Mannucci. Paolo Domenici sarà interrogato dopodomani, lunedì. Potrebbero avere invece tempi più lunghi gli interrogatori delle persone indagate a piede libero, cioè gli architetti comunali Tommaso Tocchini e Giuseppe Dipietrantonio e l’altro imprenditore fiorentino, Roberto Alfatti, socio del Lorenzini. L’avvocato Giuseppe Nieri, difensore di Tocchini, afferma: «Non c’è nessun elemento per ravvisare una qualsiasi responsabilità del mio cliente che è anche un mio amico ed una persona perbene. Decideremo se rispondere all’interrogatorio quando saremo chiamati. Ancora devo comprendere con esattezza quale accusa viene mossa all’architetto Tocchini».
 

A SUA VOLTA, l’avvocato empolese Cristiano Rossi che difende Piero Lorenzini afferma: «Non c’è corruzione: quella somma di denaro intercorsa tra il mio cliente e Paolo Domenici, all’epoca della contestazione dirigente dell’ufficio edilizia ed impianti, trova giustificazioni in operazioni che non hanno nulla a che vedere con il ruolo che l’ingegner Domenici ricopriva nell’amministrazione comunale». Rossi difende l’imprenditore fiorentino accusato di corruzione, la stessa accusa che la Procura contesta a Paolo Domenici, ora in pensione, e Roberto Alfatti. «Non abbiamo niente da temere — prosegue Rossi — faremo una serie di ricerche documentali anche nelle banche e dimostreremo l’insussistenza dell’accusa. Per questo motivo risponderemo all’interrogatorio di garanzia solo se entreremo in possesso delle carte. Lorenzini sta vivendo questa situazione con molta perplessità perché sa di essere estraneo alle accuse. L’unico perno dell’indagine è quella somma di denaro. Un’ultima riflesione: l’appalto sotto accusa è di 400mila euro e la somma della presunta corruzione di 100mila euro: le cifre dimostrano già che il reato non sussiste perchè tra le due cifre non c’è proporzione».
 

ORE DI FRENETICO lavoro anche per la difesa di Paolo Domenici, cioè l’avvocato Alberto Uccelli che risponde senza entrare nel merito delle contestazioni. «Abbiamo già fornito alcuni chiarimenti dando agli inquirenti i documenti per chiarire questa contestazione — dice Uccelli — fino a quandno non andremo davanti al giudice per l’ interrogatorio non ho ho altro da aggiungere». E l’avvocato Paolo Bassano, che difende Dipetrantonio dice: «La posizione del mio cliente non ha niente a che vedere con l’accusa di corruzione, sono due vicende separate; alcuni mesi fa il mio cliente ebbe una perquisizione in ufficio, non venne trovato niente e si avvalse della facoltà di non rispondere. Comunque sono molto perplesso perchè il quadro giudiziario è poco delimitato». Il collegio di difesa degli indagati è pronto a scendere in campo per dimostrare la totale insussistenza delle accuse ed il comportamento corretto e legittimo dei professionisti. Tenendo presente che le posizioni ed i ruoli sono molto differenziati e diversi.