20 maggio 2012, il terremoto che devastò l’Emilia

Il presidente Mattarella sarà nei luoghi della provincia di Modena simbolo della ricostruzione e della rinascita

La Torre dell’Orologio a Finale Emilia, Modena (foto Ansa)

La Torre dell’Orologio a Finale Emilia, Modena (foto Ansa)

Firenze, 20 maggio 2022 – Due prime scosse, premonitrici e molto forti, che non fecero vittime ma solo danni e molta paura, furono avvertite tra il 25 e il 27 gennaio del 2012, dopo l’una di notte, nel reggiano e nel parmense. Quattro mesi dopo la terra tornò a tremare, ma questa volta il terremoto fu distruttivo: il sisma del 20 maggio devastò Modena, Ferrara, parte di Bologna, del Polesine Rodigino, di Mantova.

Causò vittime, tanti feriti, enormi danni anche al patrimonio artistico e industriale. Pochi giorni dopo, il 29 maggio, la terra tremò nuovamente compiendo un’altra strage. In una terra tradizionalmente docile, ricca di arte, storia e industria, i cui sciami sismici erano stati capaci fino a quel momento al massimo di far traballare comignoli o venir giù vecchi cornicioni, quella volta fece crollare come pezzi di Lego chiese e campanili, castelli, torri e casolari. I danni alle fabbriche, ai capannoni e alle stalle, causarono un temporaneo stop produttivo, pesante per una zona d’Italia la cui forza trainante sta nell’export. A questa devastazione il popolo emiliano reagì con una forza straordinaria.

Oggi, nel giorno del decennale dalla prima scossa di terremoto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà nei luoghi della provincia di Modena fortemente colpiti dal sisma, prima a Medolla e poi a Finale Emilia, che sono anche simbolo della ricostruzione, della ripresa e della rinascita.

 

Nasce oggi

 

Erri de Luca nato il 20 maggio 1950 a Napoli. Scrittore, poeta e traduttore, è uno degli autori contemporanei più famosi e apprezzati, autore di varie opere di successo, tra cui ‘Il giorno prima della felicità’, ‘In nome della madre’, ‘Il peso della farfalla’, fino al suo lavoro più recente ‘Spizzichi e bocconi’. Ha scritto: “Questo è quello che io cerco nei libri quando li apro, il pezzetto che è stato scritto per me, che mi spiega qualcosa di me. Qualcosa che possiedo già sotto la pelle, ma che non sapevo dire”.

Maurizio Costanzo