Covid, l’anestesista che scoprì il paziente 1: "Sono preoccupata ma abbiamo un vantaggio"

La dottoressa Annalisa Malara diagnosticò a Codogno il primo caso di Coronavirus in Italia e ha portato la sua esperienza a Firenze al festival l’Eredità delle Donne

Annalisa Malara, medico anestesista

Annalisa Malara, medico anestesista

Firenze, 24 ottobre 2020 – L’impennata dei casi Covid positivi di queste ore registrata in tutta Italia alza il livello d’allarme. E preoccupa anche  il medico anestesista di Lodi che diagnosticò il primo caso di coronavirus in Italia all’ospedale di Codogno, Annalisa Malara, che è stata intervistata da Riccardo Iacona nella seconda giornata del festival di Serena Dandini L’Eredità delle Donne. Il primo incontro della giornata, dal titolo “Pensare l’impossibile”, dedicato al contributo di scienziate e ricercatrici nel campo della ricerca medica e della salute, ha avuto la testimonianza proprio della dottoressa Malara che ha detto: Ovvio che io sia preoccupata, direi una falsità se dicessi di no", ma "rispetto a marzo abbiamo il vantaggio di sapere cosa è successo, di sapere cosa può fare questo virus, e speriamo che l'esperienza ci porti ad essere ancora più efficienti".

A chi le ha chiesto delle possibili cure, Malara ha risposto dicendo che "ci sono i risultati di alcuni studi sui maggiori farmaci che sono stati utilizzati", ma che "al momento di certezze ne abbiamo poche: l'unico farmaco che sappiamo essere utile nel paziente affetto da Covid-19 è il desametasone". Secondo il medico "una delle cose, forse la più importante, che ci ha permesso di far fronte ad un numero elevatissimo di pazienti è stato implementare il sistema territoriale. Questa è la prima linea che non deve cedere. Quando si ha un sistema di assistenza territoriale strutturato e solido questa cosa protegge il Pronto soccorso, gli ospedali e permette a tutto il personale sanitario che lavora in ospedale di lavorare molto meglio sul vero paziente che ne ha bisogno". 

 

Maurizio Costanzo