"I care, I care ancora" ci riguarda nel profondo don Milani, in lungo e in largo, con il suo sguardo e le sue "profezie" che si sono avverate con mille anni di anticipo: dedicò le sue "Esperienze pastorali" ai missionari cinesi che avrebbero rievangelizzato la Toscana, anzi l’Etruria, nel 2954 e che invece sono già arrivati. Uno di loro ha parlato a Calenzano nella chiesa di San Donato. E’ don Pietro Wang Zhaoqun, viceparroco alla chiesa dell’Ascensione al Pino di Prato e cappellano della comunità cattolica cinese: "Sono rimasto colpito da una frase di don Milani ai missionari cinesi: ‘Non abbiamo odiato i poveri’, ma ‘abbiamo solo dormito’. Quello di dormire è un rischio che corriamo tutti di fronte ai grandi eventi della storia, ma anche tra le cose che accadono più vicino, quando non ci toccano il cuore".
Bisognerà ritornare sui diversi interventi che in due giorni di "Convegno pastorale" voluti a Firenze e Calenzano dal Comitato per il centenario della nascita di don Lorenzo Milani e dall’Arcidiocesi, hanno arricchito con testimonianze e nuova documentazione il profilo del priore di Barbiana: l’esistenza di oltre 740 quaderni di diario del suo amico don Renzo Rossi, le evidenze degli Archivi di cristiani nella Toscana del Novecento (Arcton), i ricordi ben documentati di don Mario Landi che fu seminarista spesso in visita a Barbiana, poi cappellano a Vicchio, dal ‘64 al ‘66, e che prendeva appunti su quello che don Milani gli diceva, l’interiorità sacerdotale ricostruita da don Luca Mazzinghi. "Molte cose che sono scritte in ‘Esperienze pastorali’ - spiega don Pietro - sono riferite a situazioni storiche che non conosco. Se don Milani fosse qui, gli racconterei la mia ‘esperienza pastorale’, tra la mia gente che vive qui". Nella provincia di Prato sono censiti circa 40.000 cinesi, in realtà ce ne sono molti di più. I cinesi cattolici sono circa 200 persone. Trent’ anni fa "tanti cinesi sono venuti a Prato per cercare il lavoro, cercare una vita migliore, cercare la vera felicità cioè Dio. I cinesi di Prato hanno tanta difficoltà, la difficoltà delle malattie, della lingua, dei documenti, del lavoro, della pandemia... Hanno sempre bisogno dell’aiuto, dell’amore, di Dio e della sua Chiesa". Si tratta di stare "attenti alle gioie e alle sofferenze di tutti, dentro e fuori la comunità cattolica cinese", "camminare con Cristo verso i poveri, i piccoli, i sofferenti e tutti i bisognosi dei nostri giorni". E’ un punto nodale per cogliere la vita pubblica di chi crede davvero: Gesù non è fuori dalla storia. L’agire pastorale di don Milani, ha osservato il cardinale Giuseppe Betori, che ha chiuso i lavori, è sempre accompagnato dalla ricerca di una comprensione profonda del contesto in cui opera "per individuare le risposte di verità che esso esige". Si verifica in lui quello che Papa Francesco, che nel 2017 ha visitato Barbiana e ha indicato don Milani come modello di prete, ha sintetizzato nell’assunto "la verità è superiore all’idea". Insomma una "lettura del reale non epidermica" per aiutare la "riappropriazione del sé civile e religioso" a partire da una considerazione che non deve sfuggire: "Gesù è l’anima del soggetto storico" che è la Chiesa, amata dal priore di Barbiana prima, durante e oltre ogni ferita.