La zattera musicale in Arno dà il via al Firenze Jazz Festival

Dall’11 al 15 settembre 40 concerti in 10 luoghi simbolo dell’Oltrarno, tutti a ingresso libero

Zattera sull'Arno

Zattera sull'Arno

Il 10 settembre è la volta dell’anteprima del festival in piazza della Passera, con alle 21,30 The Big Beat, progetto speciale prodotto per il centenario di Art Blakey con Emanuele Cisi sax tenore, Humberto Amesquita al trombone, Cosimo Boni alla tromba, Nico Tangherini al piano, Jesper Bodilsen al contrabbasso e Adam Pache alla batteria. Tanti gli appuntamenti, a cominciare dalla giornata inaugurale dell’11 settembre, che vedrà in Piazza del Carmine si susseguirsi tre concerti di altrettante formazioni provenienti dalla Gran Bretagna. Ad aprire la serata alle 20,15 sarà un mix irresistibile di doom-jazz, rock-noise, afrobeat e hip hop con gli Aku!, giovanissimo power trio scozzese di Glasgow, autori di una musica dal fortissimo impatto sonoro. A seguire sullo stesso palco, dalle ore 21,10, arriveranno i Kinkajous col loro album di esordio Hidden Lines, in cui  lo spiritual jazz si fonde con l’elettronica in uno stimolante mix musicale dalle sonorità fluide e spaziali. Il collettivo londinese darà vita a un jazz elegante ed ipnotico con inserti di elettronica. Chiude la serata in Piazza del Carmine alle 22,10 il concerto dei Graham Costello’s Strata 6t, giovanissimo sestetto capitanato dal percussionista Graham Costello, uno dei gruppi più innovativi della scena del jazz britannico, che si muove oltre gli steccati dei generi musicali. Settembre in Piazza della Passera dedica, alle 21,30, un concerto speciale prodotto per il centenario dalla nascita di Art Blakey, e alle ore 22,15 sarà la volta sul palco del Volume di Giacomo Lanzeta alias Giacomo  Laser con Pizza Buonissima, un concerto con suoni analogici di elettronica jazz e voce. Ultimo stage del Firenze Jazz Festival è il Tasso Hostel con una Jam Session dalle ore 23.30.

Ma il festival non presenta solo sette diversi gruppi con ospiti internazionali sul palco principale di piazza del Carmine, perchè oltre al meglio del panorama jazz italiano, porta in scena accanto ad ospiti affermati e anche le nuove proposte della “next generation”: gruppi di giovani musicisti, vere scommesse per il futuro, già molto apprezzati anche in campo internazionale. Più di un festival dunque, piuttosto un laboratorio culturale che riunisce un’intera comunità che ruota intorno a realtà affermate sul territorio e grandi festival internazionali: dall’Edinburgh Jazz & Blues Festival dell’11 settembre, fino alle collaborazioni con Musicus Concentus il 14 settembre, Music Pool, e Jazz:Re:Found.

Nel cuore pulsante dell’Oltrarno, attorno a cui ruota l’intera rassegna, è atteso anche uno degli artisti di punta della nuova scena jazz di Londra: il batterista, compositore e produttore Moses Boyd il 13 settembre, che presenterà il suo progetto più acclamato ‘Exodus’, in cui coinvolge i migliori giovani talenti londinesi. Direttamente dagli Stati Uniti arriva il 12 settembre uno dei migliori chitarristi in circolazione, il texano Mark Lettieri, da oltre dieci anni componente degli Snarky Puppy, uno dei gruppi di maggior successo del panorama jazz internazionale, forti di ben 3 Grammy Award all’attivo. In un confronto ‘a distanza’ sullo stesso palco, si esibisce un altro fra i chitarristi più famosi al mondo: il fuoriclasse Marc Ribot il 14 settembre che presenta dal vivo il suo nuovo album ‘Songs of Resistance’. Altro fuoriclasse della chitarra è Paolo Angeli che si esibirà il 15 settembre in Sala Vanni per presentare il suo nuovo lavoro 22:22 Free Radiohead, in cui la musica e le atmosfere della band di Thom Yorke diventano spunto per un mosaico sonoro, dove l’avanguardia incontra il post-rock e la pulsazione del flamenco si fonde con i suoni della natura sarda.

Sempre in Sala Vanni di scena anche l’Horn Trio di Federica Michisanti il 14 settembre, recente vincitrice del referendum Top Jazz come miglior artista emergente del jazz italiano, ed il musicologo e musicista Enrico Merlin, impegnato a presentare il suo monumentale lavoro su Miles Davis ed un anno cruciale della sua carriera e della sua evoluzione musicale: il 1959, l’anno di Kind of Blue. Un festival di rinascita nella culla del Rinascimento che propone, nell’anno Leonardiano, un perfetto connubio tra storia, intrattenimento e gusto. Proprio a Firenze, il padre del Rinascimento italiano sperimentò insieme a Sandro Botticelli, con vari secoli di anticipo, un laboratorio di ‘nouvelle cuisine’  e nei giorni del Firenze Jazz Festival, grazie a Le Tre Rane di Ruffino si potranno così assaporare, su prenotazione obbligatoria, al ristorante Essenziale di Simone Cipriani, piatti inediti ispirati al genio rinascimentale.

Un festival jazz proiettato al futuro ma con radici ben salde nella tradizione, a partire dai circoli e locali del Lungarno che per l’occasione si trasformano in jazz club, grazie a concerti e jam session che durano fino a tarda notte. Il FJF termina il 15 settembre negli spazi della Manifattura Tabacchi, con una grande festa finale. Si muovono in bilico tra questi due territori i C’mon Tigre il 15 settembre, esploratori di nuovi territori musicali, dove le chitarre, le voci e l’elettronica dialogano con trombe, sassofoni, sintetizzatori, percussioni e vibrafono, immergendo l’ascoltatore in un viaggio sonoro sensuale e ipnotico di grande impatto. Salpando dal bacino del Mediterraneo e lasciandosi guidare dalla fascinazione per l’Africa e il Medio Oriente, i C’mon Tigre danno forma a un linguaggio inedito e originale, fatto di commistioni tra il jazz, il post rock, l’afrobeat, le ritmiche dell’hip hop, il funk, senza mai chiudersi in uno stile, ma spingendosi avanti nell'esplorazione sonora.

Non mancano in anteprima assoluta le produzioni originali: a tarda notte la grande festa finale si trasforma in una jam session elettronico-strumentale con il progetto UXUU, con protagonisti Francesco “Pisti” Pistoi, PierPaolo “Pierfunk” Pedretti Griva con i musicisti jazz Fabio Giachino e Mattia Barbieri. Fra le altre produzioni originali anche il progetto grafico che guida questa nuova edizione del festival, a firma dall’artista resident BR1, che indaga gli aspetti dell’integrazione tra i popoli.

Maurizio Costanzo