Oltrarno, è tempo di...Firenze Jazz Festival

In cinque giorni 40 concerti a ingresso libero in location esclusive

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Firenze, 3 settembre 2019 - Una cinque giorni tutta dedicata al jazz contemporaneo con ben 40 concerti nei 10 luoghi simbolo dell’Oltrarno. È il Firenze Jazz Festival, che dall’11 al 15 settembre vedrà esibirsi nei giardini, nelle piazze, nei club e negli spazi urbani della città più di 100 artisti nazionali e internazionali tra astri nascenti e stelle del jazz, per una ricca serie di appuntamenti a ingresso libero

Presentata dal direttore artistico del festival Enrico Romero insieme al direttore organizzativo Francesco Astore e all’assessore Tommaso Sacchi, sarà un’edizione caratterizzata dal legame tra tradizione e sperimentazione sonora in contesti esclusivi, con concerti sparsi in diverse e suggestive location dell’Oltrarno fiorentino. Il Firenze Jazz Festival, progetto strategico dell’Estate Fiorentina organizzato da Centro Spettacolo Network, presenta sette diversi gruppi con ospiti internazionali sul palco principale di piazza del Carmine, oltre al meglio del panorama jazz italiano portando in scena ospiti affermati e lasciando ampio spazio alle nuove e interessanti proposte della next generation: gruppi di giovani musicisti, vere scommesse per il futuro, già molto apprezzati anche in campo internazionale.

Più di un Festival, un laboratorio culturale che riunisce un’intera comunità che ruota intorno a realtà affermate sul territorio e grandi festival internazionali: dallo storico Settembre in Piazza della Passera durante il quale si terrà l’anteprima del festival il 10 settembre, all’Edinburgh Jazz & Blues Festival e Jazz:Re:Found l’11, fino alle collaborazioni con Musicus Concentus il 14 settembre, Music Pool il 13, 14 e 15. Oltre 20 partnership per un progetto di rete civica, diffuso e vitale. Il Firenze Jazz Festival punta il suo sguardo all’estero grazie alla presenza di ospiti di prestigio internazionale, con le quattro diverse formazioni provenienti dalla Gran Bretagna in esclusiva italiana.

Ad aprire la rassegna sul palco del main stage di piazza del Carmine, in collaborazione con Jazz:Re:Found,  tra i festival italiani più interessanti e attenti alle nuove tendenze, arrivano i Kinkajous l’11 settembre, a presentare dal vivo il loro album d’esordio Hidden Lines, dove lo spiritual jazz si fonde con l’elettronica in uno stimolante mix musicale dalle sonorità fluide e spaziali. Sullo stesso palco, nel cuore pulsante dell’Oltrarno, attorno a cui ruota l’intera rassegna, è atteso anche uno degli artisti di punta della nuova scena jazz di Londra: il batterista, compositore e produttore Moses Boyd il 13, che presenta il suo progetto più acclamato, “Exodus”, in cui coinvolge i migliori giovani talenti londinesi, prendendo ispirazione dalle tradizioni del jazz moderno, con un mix di groove e ritmo, riff taglienti e un interplay strumentale mozzafiato, sostenuto dall' incisiva batteria del leader.

In virtù del gemellaggio nato con Edinburgh Jazz & Blues Festival, ospiti anche due band dalla Scozia, fra cui uno dei più innovativi ed eccitanti gruppi della nuova scena del jazz britannica: gli Strata l’11 settembre, giovanissimo sestetto capitanato dal percussionista Graham Costello. Che si esibiscono con l’esordio discografico Obelisk, in uscita pochi mesi fa e già in lizza per essere nominato miglior album jazz dell’anno. E ancora, da Glasgow arriva il giovanissimo power trio degli Aku!, direttamente dagli Stati Uniti, è atteso uno dei migliori chitarristi in circolazione, il texano Mark Lettieri. In un confronto ‘a distanza’ sullo stesso palco, si esibisce un altro fra i chitarristi più famosi al mondo: il fuoriclasse Marc Ribot, protagonista dell’anteprima della rassegna A Jazz Supreme, che presenta dal vivo il suo nuovo album “Songs of Resistance” in un jazz ibrido, tra folk e country. Altro fuoriclasse della chitarra è Paolo Angeli che si esibirà il 15 e che in Sala Vanni presenta il suo nuovo lavoro 22:22 Free Radiohead, dove l’avanguardia incontra il post-rock e la pulsazione del flamenco si fonde con i suoni della natura sarda. Sempre in Sala Vanni di scena anche l’Horn Trio di Federica Michisanti e il musicologo e musicista Enrico Merlin, impegnato a presentare il suo monumentale lavoro su Miles Davis. All’insegna del grande jazz che da sempre anima la manifestazione, “Settembre in Piazza della Passera” dedica due progetti speciali: 15 musicisti italiani e stranieri daranno vita a due concerti nel progetto The Big Beat, per ricordare la figura e la grandezza di Art Blakey.

Nei giorni del Firenze Jazz Festival non manca un percorso enogastronomico tutto da gustare. Un festival jazz proiettato al futuro ma con radici ben salde nella tradizione, a partire dai circoli e locali del Lungarno che per l’occasione si trasformano in jazz club, grazie a concerti e jam session che durano fino a tarda notte. Torna anche quest’anno, in due diversi set, l’appuntamento quotidiano con uno dei momenti simbolo delle passate edizioni del “Fringe” di Torino e Firenze: la zattera sul fiume Arno, un imperdibile assolo, raccolto come preziosa eredità dal nuovo Festival. Protagonisti sulle sponde dell’Arno, la tromba di Fabio Morgera (11/09), il contrabbasso di Jesper Bodilsen (12/09), il sax baritono di Dario Cecchini (13/09) e il clarinetto di Nico Gori (14/09). Con la voglia di stupire tipica del festival, si moltiplicano le location esclusive e inconsuete che coinvolgono spazi di riconversione urbana come la Manifattura Tabacchi. Gran finale il 15 settembre proprio in questi spazi, con una grande festa finale. Si muovono in bilico tra questi due territori i C’mon Tigre (15/09), veri esploratori di nuovi territori musicali, dove le chitarre, le voci e l’elettronica dialogano con trombe, sassofoni, sintetizzatori, percussioni e vibrafono, immergendo l’ascoltatore in un viaggio sonoro sensuale e ipnotico di grande impatto. Salpando dal bacino del Mediterraneo e lasciandosi guidare dalla fascinazione per l’Africa e il Medio Oriente, i C’mon Tigre danno forma a un linguaggio fatto di commistioni tra il jazz, il post rock, l’afrobeat, le ritmiche dell’hip hop, il funk. E a tarda notte la grande festa finale si trasforma in una jam session elettronico-strumentale.

Maurizio Costanzo