Toscana inedita: ecco 5 musei da scoprire

Una piccola selezione di alcune esposizioni molto particolari che raccontano usi e costumi del territorio

Il Museo del Chiodo a Certaldo

Il Museo del Chiodo a Certaldo

Firenze, 5 gennaio 2022 - Non solo grandi musei e basiliche. La Toscana riserva tante sorprese ai suoi visitatori, e per chi vuole sforare il classico itinerario turistico, la scelta non manca. Sono tanti infatti i luoghi molto ‘particolari’ tutti da visitare, che espongono oggetti d’eccezione. Ecco alcuni musei che non ti aspetti in cui fare tappa.

Il Museo Paglia e dell’Intreccio a Signa

A Signa, in via degli Alberti, si trova il Museo Paglia e dell’Intreccio. Suddiviso in più sale espositive, alcune destinate ad presentazioni permanenti, altre a mostre tematiche, il visitatore può ammirare l'esposizione di vari tipi di paglia e grano; nonché di trecce, ornamenti e "bigheri". Nella sala principale attualmente è visibile una selezione di cappelli dalla fine del secolo scorso agli anni ‘70. In un'altra sala è in corso una rassegna di attrezzi necessari alla lavorazione manuale della paglia e del cappello. Macchine ed attrezzature varie sono comunque esposte in tutte gli ambienti. È presente anche un’aula a disposizione di studiosi; che possono così usufruire del materiale raccolto o elaborato dal Museo.

 

Il Museo del Chiodo a Certaldo

Ha riaperto le porte il Museo del chiodo, ospitato nel cuore di Certaldo alto, precisamente al civico 35 di via Boccaccio. I visitatori potranno compiere un autentico viaggio indietro nel tempo e nella storia ammirando una originale raccolta di chiodi di tutte le fogge, di tutte le epoche e per tutti gli usi. Si potranno ammirare esposti utensili per la lavorazione del legno, aneddoti, storie e disegni relativi ai tanti mestieri nei quali i chiodi rivestono un ruolo fondamentale. La raccolta fu realizzata nel corso di decenni di attività dal falegname e artista Giancarlo Masini, che aveva la sua bottega in Certaldo alto ed era anche cantastorie e disegnatore. Scomparso nel 1997, Masini ha lasciato alla moglie Renata e ai figli Saverio e Daniela questa sua eredità, che l'amministrazione comunale ospita da allora nei propri locali di Palazzo Giannozzi. Il museo è visitabile su richiesta da fare direttamente alla biglietteria di Palazzo Pretorio al momento dell'acquisto del biglietto.

 

Ecomuseo dell’Alabastro a Volterra

In piazza Minucci, il museo dell'Alabastro di Volterra si snoda in un suggestivo allestimento all'interno della medievale Torre Minucci, adiacente alla Pinacoteca Comunale. Il percorso descrive, attraverso un'accurata selezione di testimonianze, la storia della lavorazione dell'alabastro dagli etruschi ai nostri giorni attraverso un originale viaggio tra gli aspetti tecnici e materiali (il reperimento della pietra e le tecniche di lavorazione), i caratteri stilistici (le forme decorative e i modelli di riferimento), i risvolti economici e sociali (il mercato dell'alabastro e la sua diffusione, la vita dell'alabastraio e l'attività di bottega). Gli oggetti più significativi sono due cinerari in alabastro di epoca etrusca, due capitelli che rappresentano gli unici esempi di lavorazione di alabastro nel medioevo, una raccolta di pregevoli sculture del Settecento e Ottocento, una selezione di medaglioni in alabastro opera di Albino Funaioli e alcune opere dell'artista volterrano Raffaello Consortini.

 

 Il Museo delle Arti in Ghisa della Maremma a Follonica

Il Magma (Museo delle Arti in Ghisa della Maremma) racconta la storia tecnologica, artistica e umana dello stabilimento siderurgico di Follonica nel momento massimo della sua produzione. Siamo dentro la ex Città fabbrica, primitivo nucleo intorno al quale si è sviluppata la Follonica di oggi. L’attuale edificio del museo ospitava nel’'800 un modernissimo forno fusorio per la produzione della ghisa: il Forno San Ferdinando. Al primo piano si può scoprire l’arte e l’alto livello di specializzazione e raffinatezza raggiunto dalle Fonderie di Follonica. Al secondo piano la storia e nel seminterrato il complesso sistema tecnologico utilizzato dallo stabilimento per la fusione della ghisa. Nella sala al primo piano prende vita il forno fusorio e la scultura diventa improvvisamente incandescente. Sulle quattro pareti del forno appaiono, come fantasmi, delle ombre di uomini intenti alla fusione, talvolta a grandezza naturale o gigantesca: rappresentano il riflesso degli operai, deformato dall’incandescenza del ferro fuso. All’improvviso inizia a scendere una colata bianca di ferro rovente e i muri cominciano a riempirsi di materiale incandescente. I visitatori si trovano così virtualmente all’interno di una forma da forgiare e possono assistere al versamento della ghisa. La colata bianca riempie l’intero spazio e inizia a raffreddarsi.

Il Museo della Fauna Selvatica ad Arezzo

All'interno del Palazzo della Provincia, la Mostra permanente della Fauna Selvatica, inaugurata il 28 aprile 2007, nasce da un attento lavoro compiuto dal personale della Provincia di Arezzo in collaborazione con esperti della museologia scientifica. La raccolta, collocata e ospitata in un'ala del Palazzo della Provincia, è composta da circa 600 soggetti fra uccelli e mammiferi, buona parte dei quali recuperati nel nostro territorio.

Maurizio Costanzo