La sanità toscana torna ad assumere. Sbloccati gli organici: c’è l’intesa

La Regione e i sindacati confederali trovano l’accordo che sancisce la fine dello stato d’agitazione

Un reparto Covid

Un reparto Covid

Firenze, 21 gennaio 2022 - "Riuscire, entro il 2023, a colmare il divario fra i dipendenti attuali della sanità toscana e quelli registrati nel 2020, quando si sono raggiunte, medici esclusi, le 52mila persone". È l’obbiettivo che i sindacati confederali toscani (Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl) si sono dati nella lunga trattativa portata avanti con la Regione. Un confronto che si è concluso alle una di notte fra mercoledì e giovedì, dopo che il tavolo sembrava essere ormai saltato. L’intesa raggiunta (che dovrà poi essere articolata meglio proprio sui numeri) pone fine a uno stato di agitazione durato più di tre mesi.

"L’accordo trova punti d’intesa sulle problematiche più urgenti, a partire da dotazioni organiche e assunzioni – si legge nella nota congiunta dei sindacati –. Si avvia infatti un percorso di verifica dei fabbisogni, che consentirà di definire programmi di assunzione coerenti con i livelli essenziali di assistenza, il turnover, il Pnrr, le problematiche organizzative e l’andamento della fase emergenziale. L’accordo supera definitivamente il blocco degli organici in essere dalla scorsa estate".

Ma quanto personale manca in Toscana? "Secondo i nostri calcoli – spiega Mauro Giuliattini, reggente della funzione pubblica Cisl Toscana – servono almeno 1.500 persone in più per far funzionare bene i servizi. Nel 2019, dopo vari tagli, la sanità toscana contava 49.900 dipendenti, medici esclusi. Mentre nel 2020, con la pandemia, si era arrivati a 52mila. Oggi non abbiamo dati precisi perché i cambiamenti sono stati molti: possiamo soltanto fare delle stime, ribadendo che il parametro di riferimento deve essere il 2020 e non il 2019".

Le cifre indicate sommano infermieri, oss, ostetriche, tecnici di laboratorio, amministrativi e altre figure professionali, esclusi i medici. Fra le altre novità dell’accordo: regole certe per la mobilità interaziendale, stabilizzazione dei precari, confronti costanti fra Regione, aziende e sindacati sulle assunzioni, e infine il recupero (nel 2022) delle risorse aggiuntive contrattuali regionali non erogate nel 2021 (su questo punto la trattativa era saltata ed è poi ripartita).

"L’accordo – ha detto il presidente della Regione, Eugenio Giani – prevede il riconoscimento di un’indennità e una politica di assunzioni graduale e concertata, in armonia con le esigenze del bilancio, che è sotto osservazione. Non c’è mai stato un blocco delle assunzioni, ma una valutazione progressiva delle necessità, per garantire un servizio efficiente". "Regione e sindacati – ha concluso l’assessore alla salute Simone Bezzini – hanno ribadito di essere uniti nel chiedere al Governo il rimborso delle spese Covid e l’irrobustimento del fondo sanitario nazionale". E mentre si chiude lo stato di agitazione dei confederali, prosegue quello del sindacato Nursind che per il 28 gennaio ha proclamato uno sciopero nazionale, al quale aderisce anche il coordinamento toscano.