La politica in mimetica

Il commento della direttrice de La Nazione

Agnese Pini, direttrice della "Nazione"

Agnese Pini, direttrice della "Nazione"

Firenze, 17 settembre 2019 - Se la confusione in politica regna sovrana da mesi, una cosa è certa: le grandi manovre dei 5 Stelle stanno portando alla luce un loro tratto distintivo. Parlo delle capacità mimetiche di un Movimento che, rifiutando appartenenze ideologiche, riesce a riequilibrarsi di volta in volta sulle posizioni dei propri partner di governo. Con qualità di sintesi (e per l’appunto di mimesi) davvero sorprendenti. Le simpatie destrorse che i pentastellati in quota gialloverde ci offrivano fino a due mesi fa si sono vaporizzate. E gli M5S del nuovo governo giallorosso usano toni, concetti, dialettica distanti anni luce da quelli a cui ci eravamo abituati.

Lo si è visto anche nelle parole scelte dal capo politico Di Maio nella lettera inviata a La Nazione sul patto civico per le regionali umbre. Pacatezza, prudenza, buonsenso. La retorica aggressiva e bombarola dei 14 mesi salviniani sparita nel nulla. Del resto i camaleonti della politica contemporanea – e non è questo un giudizio nel merito, ma solo una constatazione – si erano riscoperti quasi degasperiani fin dal discorso in Senato di Giuseppe Conte, che il 20 agosto abiurò l’alleanza coi leghisti mettendo al tappeto il Matteo lombardo. Da lì, un’escalation di buoni propositi riformisti verso le moderate sponde piddine. Sempre Conte, che spinge per la strada del civismo nelle partite aperte per le regionali, continua l’avvicinamento a sinistra scegliendo con una cura non certo improvvisata i suoi prossimi appuntamenti pubblici.

Domenica sarà alle Giornate del Lavoro organizzate dalla Cgil a Lecce, dove si confronterà direttamente con Maurizio Landini: sinistra pura e sindacato in un colpo solo. Resta ora la domanda che pesa più di tutte, tenuta di conto la mimetizzazione che fa già vibrare il giallo pentastellato verso l’arancione: cosa diranno i consensi e le urne? Il ripiegamento a destra non ha pagato in casa Grillo. E la svolta a sinistra per il momento non fa sorridere i sondaggi. Il banco di prova umbro del 27 ottobre saprà raccontarci se i 5 stelle, questa volta, hanno trovato la giusta sfumatura di colore per sopravvivere nella foresta della politica.