La Toscana e il governo senza sinergia

Le prospettive indefinite

Matteo Salvini a Firenze (foto Marco Mori/New Press Photo)

Matteo Salvini a Firenze (foto Marco Mori/New Press Photo)

Firenze, 18 dicembre 2022 - A tre mesi dalle elezioni politiche il rapporto tra la Toscana e l’esecutivo (colori diversi tra i governi) mostra, ad essere ottimisti, prospettive indefinite. Se siamo realisti i primi segnali non sono confortanti perché non sono andati nell’interesse collettivo di trovare nel dialogo la soluzione condivisa delle questioni, molte, che restano aperte sul tavolo.

Il copione si ripete purtroppo: governo centrodestra, regione centrosinistra e via contrapposizioni. Perché non è mai possibile cambiare registro? Perché ognuno continua a coltivare il proprio orticello e non guarda più in là? La Toscana, l’abbiamo detto più volte, ha bisogno di attenzione e di risposte certe. Tante condizioni rendono fragile la nostra regione a partire dalla sanità e dalle infrastrutture. Negli ultimi giorni protagonisti due ministri, quello della Difesa Guido Crosetto e quello delle Infrastrutture Matteo Salvini. Crosetto ha chiuso all’ipotesi del governatore Giani di portare la nuova base militare a Pontedera, Salvini ha posto critiche ai progetti toscani quali la Tirrenica, la Siena-Grosseto, il potenziamento ferroviario, lo stadio fiorentino.

D’altro canto in casa toscana il centrodestra attacca la maggioranza regionale (Pd e Iv) in vista della discussione del bilancio ("non c’è stato tempo adeguato per analizzarlo") tanto che Fratelli d’Italia annuncia un ostruzionismo ferreo a suon di emendamenti che potrebbe paralizzare l’attività del consiglio regionale.

Insomma sembra che ognuno faccia il padrone a casa sua senza pensare agli altri, che sono altrettanti protagonisti della scena. Sarà mica che, a Roma come a Firenze, più dell’interesse collettivo si bada agli interessi di bottega? Che nella fattispecie vuol dire elezioni amministrative di primavera (Siena, Pisa, Massa e altri Comuni). Niente di nuovo quindi. Anche a tre mesi dalle elezioni politiche e a metà mandato regionale.