Sicurezza a perdere

Il commento

Luigi Caroppo

Luigi Caroppo

Firenze, 29 marzo 2018 - Di insicurezza sul lavoro si muore. Di sicurezza sul lavoro si parla, si discute, si lanciano proclami, si accusa e si denuncia solo quando si registra l’ennesimo lutto. Poi torna tutto, più o meno, come prima. Basta vedere i dati che relegano l’Italia a maglia nera nell’Unione europea.

Una tendenza inquietante: per l’Inail i morti sul lavoro sono cresciuti dell’1,1 % nel 2017 (1.029) rispetto al 2016. Ieri rabbia e grandissimo dolore a Livorno, ma anche a Potenza, a Fermo e in provincia di Grosseto dove si piangono altri morti. E solo in Toscana, sempre ieri, paura a Massa, dove un operaio ha riportato gravi ustioni in un’esplosione in fabbrica e in provincia di Arezzo dove un altro operaio è stato ferito in una discarica. «Una mattanza» ha detto il governatore della Toscana Enrico Rossi. Sì una mattanza vera e propria (142 i morti da gennaio scorso secondo l’Osservatorio indipendente) a cui bisogna dire basta.

Ci vuole fermezza. E nuove regole, una mobilitazione collettiva come c’è stata per portare fino in fondo la nuova legge sull’omicidio stradale. Solo così, probabilmente si può dare una svolta. Il monito del Presidente della Repubblica Mattarella si era già levato forte e chiaro nei mesi scorsi («Il nostro Paese non può rassegnarsi a subire morti sul lavoro») chiedendo controlli attenti e rigorosi.

I sindacati puntano il dito sugli imprenditori, accusati di ricorrere sempre l’abbattimento dei costi, che troppo spesso «ritengono il rispetto della sicurezza un optional». Un’occasione è dietro l’angolo per fare sentire l’urlo dei lavoratori: il Primo Maggio, per la manifestazione nazionale, i leader di Cgil, Cisl e Uil, Camusso, Furlan e Barbagallo, hanno scelto come tema proprio la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

E hanno scelto la città di Prato «perché rappresenta un’importante e simbolica realtà industriale dove questo tema è fortemente sentito». E dove si piangono ancora troppi morti in stragi nelle fabbriche-dormitorio delle produzioni cinesi negli ‘stanzoni’ affittati dagli italiani.