Se le stelle cadenti tornano in ufficio

La tagliola di Beppe Grillo si è abbattuta sui parlamentari che hanno raggiunto il limite dei due mandati

Alfonso Bonafede, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

Alfonso Bonafede, Giuseppe Conte e Luigi Di Maio

Firenze, 31 luglio 2022 - La tagliola di Beppe Grillo si è abbattuta sui parlamentari che hanno raggiunto il limite dei due mandati (poi ci sarebbe il mandato zero, ma sono quisquilie da burocrati a cinque stelle ed eviterò di annoiarvi). Tra questi c’è anche Alfonso Bonafede, già ministro della Giustizia del Conte 1 e del Conte 2. Bonafede, originario di Mazara del Vallo, ha un legame speciale con la Toscana, essendo arrivato qui per studiare all’università (prima a Firenze per la laurea in giurisprudenza, poi a Pisa, dove ha conseguito un dottorato di ricerca in diritto privato). Per anni è stato l’architrave culturale del manettarismo grillino, con molte responsabilità politiche (per carità condivise con il solito Grillo e con i due Casaleggios).

Se abbiamo avuto Beppe Conte presidente del Consiglio il merito è suo e dei suoi consigli. I due si conoscono dai tempi dell’Università, quando Conte insegnava diritto privato a Firenze e Bonafede, che formalmente faceva il cultore della materia per la cattedra di Giorgio Collura, in realtà collaborava con lo stesso Conte. Ma non dimentichiamo poi che è stato lui a portare a Roma Luca Lanzalone, avvocato, già presidente di Acea dopo essersi occupato della partecipata dei rifiuti Aamps al Comune di Livorno (lo studio Lanzalone ha anche lavorato allo statuto del M5s).

Insomma Bonafede ha fatto la storia dei Cinque stelle, forse più della tavernicola Paola Taverna o dello stralunato Carlo Sibilia. Sono ormai lontani gli anni da vocalist, quando si faceva chiare Fofo Dj; della candidatura a sindaco di Firenze nel 2009, quando prese appena l’1,8 per cento, o di quella alle parlamentarie, grazie alle quali fu eletto deputato con appena 227 preferenze; sono anche lontani gli anni delle dirette streaming del Consiglio comunale fiorentino.

Sono di nuovo vicinissimi invece i tempi dello studio da avvocato Bonafede & partners in via Lamarmora a Firenze.

Lo studio, nato nel 2007, ha continuato a operare anche quando Bonafede era ministro ed era stato sospeso per legge dall’albo degli avvocati. Dopo la fine dell’incarico da ministro, dice la bio di Bonafede sul sito del suo studio legale, “è tornato ad esercitare l’attività forense nello studio di Firenze e ha stabilito la seconda sede a Milano, incrementando l’impegno dello studio nei settori del diritto in maggiore evoluzione (con particolare riferimento alle innovazioni tecnologiche e legal tech)”. Insomma stava già preparando per tempo il ritorno nelle aule della giustizia, dopo averla sgovernata per anni nei panni di ministro.

Forse sapeva già come sarebbe andata a finire. Sul suo profilo whatsapp è già tornato il logo dello studio legale, nello status c’è scritto “al lavoro”. Ora, porte aperte nel M5s al dinamico duo Virginia Raggi e Alessandro Di Battista. D’altronde c’è pur bisogno di qualcuno che porti avanti lo sfascismo.

[email protected]