La sanità che verrà guardi alle Usca

Un operatore sanitario (foto Acerboni/Castellani)

Un operatore sanitario (foto Acerboni/Castellani)

Firenze, 25 luglio 2021 - Il post pandemia deve per forza mettere da parte le polemiche politiche e accendere i riflettori su quale sia la strategia migliore per la sanità pubblica più efficiente possibile. Il 2020 e l’anno in corso hanno dimostrato che è doveroso ripartire dall’assistenza territoriale. Molte le carenze di sistema, tanto da fare per migliorare i servizi sanitari vicini ai cittadini, specialmente alle categorie deboli e agli anziani. 

C’è un esempio virtuoso che l’emergenza da coronavirus ha esaltato tra mille difficoltà. Sono le Usca, le unità speciali di continuità assistenziale. Sono state istituite in fretta e furia nella primavera del 2020 per rafforzare appunto la presenza sul territorio e sono state attivate a supporto dei medici di medicina generale e dei pediatri per la gestione dei pazienti Covid seguiti nelle loro abitazioni e monitorati in modo continuativo da personale medico e infermieristico specializzato.

Nel corso della pandemia l’attività delle Usca si è sviluppata anche in altri ambiti, come gli alberghi sanitari. Obiettivo: curare, dove era possibile a casa o negli hotel sanitari, nell’ottica di impedire quanto più possibile il ricorso alle strutture ospedaliere.

Un modello di continuità assistenziale, ripetono con orgoglio dalle Asl, divenuto sempre più essenziale nell’organizzazione dei servizi che ha potenziato le cure sul territorio ed introdotto pratiche innovative nelle cure primarie anche attraverso l’integrazione e la collaborazione con altre figure sanitarie: medici di medicina generale, pediatri, specialisti, infermieri di famiglia, terapisti della riabilitazione.

Le Usca hanno bussato nelle case anche per vaccinare chi non poteva andare negli hub o negli ambulatori. Dobbiamo allora prima di tutto dire grazie di cuore a chi nelle nostre regioni ha organizzato le Usca e a medici e infermieri che ne hanno fatto parte. La sanità riparta dalla specializzazione medica, ma anche dai servizi territoriali che danno davvero aiuto, come le Usca.