PECORE ELETTRICHE / Il mestiere del sindaco è in via d’estinzione

La rubrica

’ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici

’ex sindaco di Firenze Leonardo Domenici

Firenze, 3 ottobre 2021 - Fare il sindaco o comunque l’amministratore pubblico è un mestiere rischioso. Le responsabilità sono enormi, le tutele politiche non adeguate, la soddisfazione economica è contenuta. Si dirà che non si fa politica per i soldi, e si può anche capire l’obiezione, ma fatevi un giro per i Comuni della vostra provincia.

Chiedete quanto guadagna il sindaco di un paese di ventimila abitanti; chiedete quanto guadagna un assessore ai lavori pubblici in un Comune di trentamila abitanti (spesso si ha un’idea distorta: andate a parlarci). Chiedetevi poi perché si fa più fatica a trovare candidati sindaci all’altezza, visto che il requisito principale rischia di essere quello che fa politica chi se lo può permettere.

Il caso Domenici, di cui la Nazione ha dato notizia giovedì scorso, è esemplare. L’ex sindaco di Firenze è oggi costretto a pagare decine di migliaia di euro (trentasettemila euro solo di spese legali, poi ci sono quelle processuali) nonostante l’assoluzione nel processo penale, risalente a oltre dieci anni fa, sulle polveri sottili. L’accusa della procura di Firenze si è rivelata infondata, Domenici è stato assolto insieme all’ex presidente della Regione Toscana Claudio Martini, ma si ritrova a saldare le spese legali che il Comune di Firenze si è rifiutato di pagare (ma solo dopo il primo grado di giudizio). La vicenda tecnico-giudiziaria l’ho già spiegata nei giorni scorsi, rimane quella politica.

Se la politica è un mestiere consentito soltanto ai ricchi, allora le speranze di rinnovare la classe dirigente sono più ridotte. Se gli amministratori pubblici non possono essere tutelati - per questo ci sono le polizze assicurative, ma evidentemente non bastano - nel timore degli uffici comunali che la corte dei conti apra fascicoli per danno erariale, allora c’è un problema molto serio. Perché gli sprechi vanno combattuti, ma l’agibilità di chi deve potersi difendere dalle accuse, oltretutto infondate, deve essere garantita. Domenici è stato sindaco di Firenze per dieci anni. Il carattere molto spigoloso non lo ha aiutato a farsi benvolere (ha discusso con i compagni di partito, con i giornali, con la magistratura) e su di lui pesa la damnatio memoriae.

Non si può tuttavia far finta di non vedere la questione, come ha ben sottolineato Matteo Biffoni, sindaco di Prato e presidente di Anci Toscana: “C’è bisogno di una revisione complessiva di quelle che sono le prerogative del sindaco e delle sue forme di tutela: è questa la sfida più importante. Perché è veramente assurdo che un sindaco assolto si debba pagare le spese legali per una questione burocratica. Come faremo a trovare sindaci se queste sono le regole del gioco?”. Appunto.  

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