Una strage silenziosa che va fermata

Il sindacato deve fare la sua parte, senza mai sottrarsi dal denunciare gli appalti al ribasso, l’eccesso di esternalizzazioni, pretendere il rispetto integrale di tutte le norme sulla sicurezza e dei protocolli

Il luogo della tragedia. Nel riquadro, Luana D'Orazio

Il luogo della tragedia. Nel riquadro, Luana D'Orazio

Firenze, 5 maggio 2021 - Ha commosso tutti gli italiani la tragica morte in fabbrica di Luana D’Orazio. Era una giovane mamma di appena 22 anni che sognava solo una vita dignitosa, un futuro per suo figlio. Dal 1° gennaio al 31 marzo 2021 in Italia sono morte sul lavoro due persone al giorno. Si muore quotidianamente nelle fabbriche, nei cantieri, nelle campagne, nel terziario, nella logistica, negli anfratti dell’economia sommersa ed in nero. È la più silenziosa delle stragi, nell’indifferenza di tutti. Parliamo di tante vite spezzate, persone che escono da casa per andare al lavoro e non tornano piu. Parliamo di tante famiglie distrutte dal dolore, che vedono stravolto il futuro.

La pandemia che per certi versi avrebbe potuto rappresentare una occasione di interventi strutturali nella sicurezza, si è rivelata un paradossale alibi per le istituzioni e per le aziende che hanno ulteriormente frenato quel poco di impegni e di programmi avviati. È la cartina di tornasole di un paese dove la sicurezza sul lavoro è considerata, purtroppo, solo un optional. Spesso la fredda logica del profitto prevale sulla tutela della vita umana. Si muore nelle fabbriche come accadeva cinquant’anni fa, nonostante lo sviluppo tecnologico ed i sistemi di sicurezza. Più controlli, più personale qualificato, più cultura della prevenzione, più formazione e informazione: questo serve urgentemente oggi. E il sindacato deve fare la sua parte, senza mai sottrarsi dal denunciare gli appalti al ribasso, l’eccesso di esternalizzazioni, pretendere il rispetto integrale di tutte le norme sulla sicurezza e dei protocolli che abbiamo siglato in questi mesi per combattere anche il Covid, la piena applicazione dei contratti collettivi.

Dobbiamo farlo per Luana e per tutte quelle famiglie italiane che hanno perso un loro congiunto a causa di un incidente sul lavoro. Ma anche per tutti quei giovani che credono ancora nel valore unificante del lavoro e della dignità della persona.

Luigi Sbarra è segretario generale Cisl